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A Brick Township successero parecchie cose, e molto in fretta. Era giusto così.
Essendo nel FIG di Washington, riuscii a parlare con il coordinatore del Field Intelligence Group di Newark. Siccome era domenica sera e avevamo buone ragioni per ritenere che Mitchell Talley avesse attraversato, o stesse per attraversare, confini giurisdizionali, ottenemmo che venisse emesso subito un mandato di cattura temporaneo. A quel punto Cowen aveva quarantott’ore di tempo per chiedere che il mandato venisse trasformato in definitivo, con tutte le firme e controfirme del caso. Nel frattempo, però, Newark poteva allertare le forze dell’ordine di tutta la costa orientale.
Per il momento avevamo intenzione di non nominare Steven Hennessey e di non accennare all’esistenza di un complice. Il mandato specificava soltanto che Mitchell Talley era ricercato in qualità di persona informata sui fatti in relazione alla morte di Bernice e Robert Talley. Finché non avessimo raccolto maggiori informazioni, non volevo che i nostri presunti cecchini, ovunque si trovassero, capissero che avevamo collegato i fatti del New Jersey con quelli di Washington.
Cowen era disposto a darmi una mano in questo senso. Io, da parte mia, misi in contatto i suoi uomini con la sede distaccata di Newark, che collaborava alle ricerche di Talley. Una sua foto più recente, trovata in uno degli album della madre, venne scansionata e diffusa a tutte le forze dell’ordine, locali e regionali.
In realtà nessuno si aspettava che Talley fosse in zona. Polizia e FBI stavano esaminando le denunce di furti di automobili, tenevano sotto controllo gli snodi più importanti del trasporto pubblico e visionavano le registrazioni delle telecamere di sicurezza di aeroporti, stazioni ferroviarie e di pullman. Speravamo di riuscire a trovare qualche testimone oculare o magari un video utile.
L’unico indizio vagamente significativo ci venne fornito da un’anziana vicina di casa della signora Talley, che aveva visto un’automobile, una tre volumi, ferma davanti alla casa alcune sere prima, ma non seppe dire di che marca o di che colore fosse, né per quanto tempo era rimasta parcheggiata lì.
Inoltrai l’informazione a Jerome Thurman, che fin dall’inizio delle indagini aveva seguito per me tutte le ricerche relative ai veicoli.
Cominciava a sembrarmi di essere lontano da casa da troppo tempo. Forse Talley e Hennessey non volevano tornare a Washington, sempre che da lì fossero partiti, ma io dovevo comportarmi come se la loro intenzione fosse questa. Per quel che ne sapevo, erano già là e stavano preparando il prossimo colpo.
Appena ebbi finito di prendere accordi con l’ispettore Cowen, salii in macchina e mi misi in viaggio verso casa. E viaggiai veloce, a sirene spiegate.