32

I federali non sapevano un cazzo. La Metro Police nemmeno. Sapevano solo che Washington stava diventando un posto dove la gente aveva paura.

Denny si teneva informato: leggeva la prima pagina dei giornali la mattina e guardava l’apertura del notiziario delle cinque, delle sei e delle undici di sera. Lui e Mitch vendevano i giornali nel pomeriggio e poi andavano a guardare il telegiornale al Best Buy o, se avevano qualche spicciolo e i proprietari li lasciavano entrare, in un bar.

Dicevano tutti le stesse cose: l’arma usata era molto sofisticata, l’assassino era sconosciuto, non erano riusciti a identificarlo dalle impronte... Alcuni parlavano anche di una Buick Skylark targata New York e di un Suburban malandato, blu o nero. Denny si sarebbe preoccupato molto di più, se il suo Suburban non fosse stato bianco. Non ci si poteva più fidare nemmeno dei testimoni oculari, in quel Paese di merda.

Mitch era contento dello scompiglio che avevano causato ma, con il passare dei giorni, sembrava perdere l’entusiasmo, diventare un po’ indolente. Denny non aveva dubbi: il bestione aveva bisogno di quelle «missioni» per mantenersi vitale. Altrimenti si deprimeva.

Il settimo giorno di inattività, Denny gli comunicò che era giunto il momento di passare di nuovo all’azione.

Stavano percorrendo in macchina Connecticut Avenue, oltre Dupont Circle, nell’ora di punta. Andava bene così: più tempo impiegavano a passare davanti al Mayflower Hotel, meglio sarebbero riusciti a portare a termine la loro ricognizione.

«È questo il posto?» chiese Mitch, guardando l’hotel dal sedile del passeggero.

«Stasera torniamo a fare un sopralluogo come si deve» replicò Denny. «E domani sera colpiamo.»

«Che farabutto ammazziamo, stavolta?»

«Hai mai sentito parlare della Agro-Corel?»

«No.»

«Non mangi mai patate o mais? Non bevi acqua minerale? Tutta roba Agro-Corel. Erano una conglomerata con integrazione verticale, hai presente? E il nostro uomo stava in cima alla piramide.»

«Cos’ha fatto di male?»

Mitch raccoglieva le briciole di taco che gli erano cadute sui vestiti e se le mangiava, ma Denny sapeva che lo stava a sentire, anche se capiva la metà di quello che gli diceva.

«Ha fregato i suoi soci, e pure i federali. Ha mandato tutto a puttane. Lui si è garantito un paracadute da diverse centinaia di milioni, gli altri sono finiti in mezzo a una strada senza pensione, senza lavoro, senza un cazzo. Tu ce l’hai ben presente cosa significa, eh, Mitch? Tu dai il massimo e te lo pigli in quel posto, mentre qualcun altro ingrassa a spese tue.»

«Com’è che non è in galera, se ha fatto questo?» domandò Mitch.

Denny rispose con una scrollata di spalle. «I giudici si comprano.»

Mitch guardava avanti senza dire niente. Scattò il semaforo e la fila di auto cominciò ad avanzare lentamente.

Dopo qualche minuto, Mitch dichiarò: «Gli sparo in testa, Denny».

Il ritorno del killer
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