89

Scoprimmo che le telecamere di sicurezza dell’albergo erano una vera miniera d’oro.

Assiepati in una stanzetta del seminterrato, piccola e arroventata, Emily e io osservavamo sullo schermo del computer Apt che in tutto il suo splendore attraversava disinvolto l’atrio del Carlyle in compagnia della ragazza uccisa.

«Questo figlio di puttana! Sorride pure!» dissi, battendo col dito sullo schermo.

Apt indossava una polo dall’aria costosa e jeans, un abbigliamento casual elegante, un raffinato look estivo. Al polso sfoggiava un massiccio orologio d’oro. Avevamo già parlato con l’addetto alla reception, il quale ci aveva detto che Apt aveva pagato duemila dollari in contanti per la suite. A vederlo dirigersi verso il bancone della reception, avrei detto che l’atteggiamento di Apt sembrasse calmo, sicuro di sé, del tutto appropriato all’albergo follemente costoso. Quello stronzo.

Le migliori riprese in assoluto erano quelle della telecamera in corridoio fuori dalla sua stanza. Alle tre del mattino avevano ripreso un uomo difficilmente riconoscibile che trasportava qualcosa di voluminoso avvolto in un lenzuolo e andava verso l’ascensore di servizio sul retro.

«Dunque l’ha uccisa in camera» disse Emily, annuendo.

Annuii.

«Trovo ancora incredibile che si sia preso il tempo necessario a preparare l’impasto di cemento per mettercela dentro. Immagina, stare laggiù nel cuore della notte. Si è persino preso la briga di livellarlo alla perfezione, come farebbe un muratore professionista. Capisco perché quest’uomo era un Delta Force. Deve avere dell’antigelo al posto del sangue.»

Dopo esserci fatti dare le copie dei nastri, salimmo con l’ascensore nella stanza presa da Apt all’undicesimo piano. Ovunque c’erano mobili lussuosi, uno scrittoio antico con alzata a scomparsa, un divano componibile color crema, specchi con le cornici dorate. Dalla finestra del salotto si godeva una vista incredibile del MetLife Building sulla Park Avenue e del Chrysler Building.

Trovammo la borsa della prostituta dietro il divano. Oltre a un vasto e interessante assortimento di attrezzi del mestiere c’era un portafoglio con una patente di guida emessa dallo Stato del New Jersey. Wendy Shackleton.

«Pensi che anche la nostra Wendy abbia fatto arrabbiare Berger?» dissi. «Oppure Apt ha cominciato con un nuovo elenco? Che stia allargando il suo raggio d’azione?»

«Io punto su Berger» rispose Emily.

La squadra della Scientifica era già nella stanza. Avevano scoperto una gamba di una sedia sporca di sangue, e altri schizzi sulle lenzuola e sulla testiera del letto. Uno dei tecnici ci disse di aver trovato ottime impronte sulla gamba della sedia.

«Sta diventando negligente?» dissi.

«No» rispose Emily, fissando il sangue sul dipinto appeso sopra la testiera dell’enorme letto a barca. «Direi piuttosto che non gli importa più di non lasciare prove. La sua priorità era quella di sistemare il corpo, trasformandolo in una copia del secondo crimine di Rifkin. La ragazza era solo materiale per il suo progetto, creta da modellare, carta da collage.»

Restammo a guardare il panorama dalla finestra mentre i tecnici chiudevano le loro valigette e si preparavano ad andarsene. Mentre guardavamo fuori, il sole sbucò da dietro una nuvola passeggera, trasformando l’iconica guglia del Chrysler Building in argento fuso.

«Per essere uno che veniva dalla terra delle miniere, non se la passa affatto male» osservò Emily.

«Berger lo ha trasformato» dissi. «È la classica storia dalle stalle alle stelle, all’omicidio di massa.»

«E adesso cosa facciamo?» chiese Emily, mentre ce ne stavamo lì a guardar fuori.

«Cosa ne dici di dare le dimissioni e ordinare una bottiglia di champagne col servizio in camera?»

«Non tentarmi» rispose Emily, andando verso la porta.

Conto alla rovescia: Un caso di Michael Bennet, negoziatore NYP
titlepage.xhtml
part0000.html
part0001.html
part0002.html
part0003.html
part0004.html
part0005.html
part0006.html
part0007.html
part0008.html
part0009.html
part0010.html
part0011.html
part0012.html
part0013.html
part0014.html
part0015.html
part0016.html
part0017.html
part0018.html
part0019.html
part0020.html
part0021.html
part0022.html
part0023.html
part0024.html
part0025.html
part0026.html
part0027.html
part0028.html
part0029.html
part0030.html
part0031.html
part0032.html
part0033.html
part0034.html
part0035.html
part0036.html
part0037.html
part0038.html
part0039.html
part0040.html
part0041.html
part0042.html
part0043.html
part0044.html
part0045.html
part0046.html
part0047.html
part0048.html
part0049.html
part0050.html
part0051.html
part0052.html
part0053.html
part0054.html
part0055.html
part0056.html
part0057.html
part0058.html
part0059.html
part0060.html
part0061.html
part0062.html
part0063.html
part0064.html
part0065.html
part0066.html
part0067.html
part0068.html
part0069.html
part0070.html
part0071.html
part0072.html
part0073.html
part0074.html
part0075.html
part0076.html
part0077.html
part0078.html
part0079.html
part0080.html
part0081.html
part0082.html
part0083.html
part0084.html
part0085.html
part0086.html
part0087.html
part0088.html
part0089.html
part0090.html
part0091.html
part0092.html
part0093.html
part0094.html
part0095.html
part0096.html
part0097.html
part0098.html
part0099.html
part0100.html
part0101.html
part0102.html
part0103.html
part0104.html
part0105.html
part0106.html
part0107.html
part0108.html
part0109.html
part0110.html
part0111.html
part0112.html
part0113.html
part0114.html
part0115.html
part0116.html
part0117.html
part0118.html