78
E in effetti era successo qualcosa di brutto, pensai, quando, dopo venti minuti di guida a sirene spiegate, entrai di corsa nella camera di sicurezza sul retro del distretto.
Berger era caduto dalla barella. E il suo sedere era uscito fuori dal lenzuolo, non potei fare a meno di notare, con orrore.
I paramedici se n’erano andati da un bel po’. Al loro posto trovai un’anatomopatologa magra come un uccellino con cui avevo già lavorato in precedenza, Alejandra Robles.
Mentre Alejandra si occupava delle solite procedure, io fissavo l’omone privo di vita. Aveva tutto – istruzione, ricchezze, l’appartamento più bello di tutta Manhattan – e aveva deciso di fare questo? Far esplodere ordigni al plastico? Uccidere bambini? Suicidarsi? Era la persona più fuori di testa che io avessi mai incontrato, e questo la diceva lunga.
La cosa peggiore era che pareva tutto un copione già scritto. Le persone che erano state uccise sembravano essere state scritturate per regalare quindici minuti di ripugnante celebrità a Berger.
Mi sforzai di non pensare alle implicazioni, al futuro della razza umana, ma non ci riuscii.
Alejandra si inginocchiò davanti a Berger, puntandogli una torcia in bocca.
«Credo che avrà qualche problema a fare: ’Ahhh’» dissi.
«E hai ragione» disse lei, facendomi cenno di avvicinarmi. «Penso si tratti di veleno. Cianuro, direi, dalla violenta eruzione cutanea rossa, ma non lo sapremo per certo finché non avremo i risultati degli esami tossicologici.»
Puntò il raggio di luce sui denti posteriori.
«Guarda qua» disse, indicandomi un punto dentro la bocca di Berger. «Vedi quel molare? Quella non è una carie, Mike. È un dente finto. Dev’essere lì che nascondeva il veleno. Da non crederci.»
Dopo che Berger fu portato via, chiamai Emily Parker che si trovava in albergo, dal corridoio fuori dalla sala operativa del distretto.
«Se pensavi che quel tale che si è messo dell’esplosivo nelle mutande per far esplodere un aereo fosse pazzo, siediti» le dissi, quando rispose.
«Avete trovato Carl?» mi chiese.
«No» risposi. «Si tratta di Berger. È morto. Si è ucciso. Aveva del veleno dentro una capsula dentale, probabilmente una pillola di cianuro, come le spie naziste. Cosa te ne pare di questo epitaffio: ’Lawrence Berger, strambo nella vita, strambo nella morte, strambo nei cuori dei suoi concittadini’?»
«Frena. Hai detto cianuro? Aspetta un momento, fammi consultare i miei appunti. Oh, merda! L’ha fatto di nuovo. È già successo. All’inizio degli anni Venti, Maggie O’Malley, un’infermiera soprannominata ’L’angelo nero di Bellevue’, si uccise inghiottendo una pillola di cianuro dopo essere stata accusata dell’omicidio di alcuni bambini.»
«Devo guardare History Channel un po’ più spesso» dissi, massaggiandomi le tempie.