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Stavo per mettere in moto e darmi alla fuga quando la portiera del passeggero si spalancò e Calvin saltò a bordo accanto a me.
«Quali medicinali hai dimenticato di prendere stamattina?» dissi.
«Sono fottuta, Mike» disse lei con un sospiro sconsolato. «Non sto scherzando. Tu non hai idea di come sia disperata la situazione. Il caporedattore della cronaca cittadina non aspetta altro che una scusa per licenziare qualcuno. Non puoi dirmi qualcosa? A questo punto mi accontento anche di un ’no comment’.»
«In questo caso, ’no comment’» dissi, allungandomi sopra di lei per aprire la portiera. «A proposito, un’ottima storia strappalacrime. Per poco non ci cascavo. L’hai usata soltanto tre volte. Dovresti aggiornarla. Aggiungerci un collega in fin di vita o qualcosa del genere.»
«Sei proprio senza cuore, lo sai?» disse Calvin.
«Senza cuore, sì. Babbeo, no» risposi. «Più morti ci sono, meglio è, vero, Cathy? E qui di morti ce ne sono parecchi. L’ultima cosa che mi preoccupa è che il tuo posto sia a rischio.»
Lei mi rivolse un sorriso a fior di labbra. «D’accordo, d’accordo. Anche tu mi sei simpatico, Mike. Per quanto sia difficile da credere. Che colonia usi? Mi piace.»
Mi annusai. Era un sapone che uno dei miei figli aveva lasciato nella doccia a Breezy Point. In effetti aveva un buon profumo, ma sapevo che lei mi stava solo adulando per avere notizie sul caso. O no?
«Cathy, tu mi sembri una ragazza simpatica» dissi. «Sei colta. Ti vesti con gusto. Credevo che occuparti di poliziotti fosse soltanto il punto di partenza per incarichi migliori. Cos’è? Vuoi guadagnarti una reputazione sul campo? Hai un debole per i cadaveri? Te lo sei mai chiesto?»
«Vieni a cena con me e lo scoprirai, Mike» disse Calvin, controllandosi il trucco nello specchietto retrovisore. «Ti racconterò la lunga, triste storia della mia vita davanti a una bottiglia di vino irlandese. Sai, ho un debole anche per il Jameson.»
Poi mi guardò per qualche secondo con un’aria da cattiva ragazza. Cathy era bionda, alta, magra, con dolci occhi verdi. Non potei fare a meno di ricambiare il suo sguardo.
«Non parleremo di lavoro, te lo prometto» aggiunse, spegnendo il registratore con l’unghia del pollice laccata di rosso. Sorrise. «Be’, magari solo un pochino.»
Fu quel clic a salvarmi. Mi riportò a quel poco di buon senso che mi era rimasto. Che diavolo avevo nella testa? Cosa stavo facendo? Attraente o no, Cathy era il nemico. E anche se non lo fosse stata, avevo già due signore sul mio carnet di ballo. Ne volevo tre?
«Un’altra volta, Calvin» dissi. «Forse non te ne sei accorta, ma sono un tantino impegnato in questi giorni.»
«Come vuoi tu, detective» rispose, scendendo dall’auto. Si fermò per un istante sul marciapiede e si voltò lentamente dandomi la possibilità di vedere quello che mi ero perso.
«Il mio telefono è sempre acceso.»
«Non ho dubbi» borbottai tra me, fingendo di ignorarla mentre si allontanava.