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Il lunedì mattina sedevo alla mia scrivania al quartier generale, immobile come un maestro zen, respirando piano con gli occhi chiusi, preparandomi mentalmente alla sfuriata che mi attendeva alla riunione della task force.

Avevo bisogno di meditare, dopo aver letto i giornali del mattino. L’avvocato di Berger, un buffone di nome Allen Duques, gridava all’arresto illegittimo, accusava la polizia di negligenza e insisteva nel chiedere un’indagine approfondita sulla morte del suo cliente. Solo il Post ricordava ai lettori che il suo cliente era un folle responsabile della morte di una bambina e di un poliziotto.

Stavo pensando di assumere la posizione del loto per neutralizzare il karma negativo quando sentii bussare sulla parete del mio cubicolo. Aprii gli occhi, riluttante, poi sorrisi. Era Emily Parker.

«Mike, tutto okay?» mi chiese.

«Certo.»

«Bene, perché la cugina del mio amico è giù di sotto che ci aspetta.»

«Ah, giusto. La spia» dissi, alzandomi.

Giù in strada, mezzo isolato più a est, c’era un grande Lincoln Navigator color argento, fermo col motore acceso. Al volante era seduta una bella donna, magrissima e coi capelli castani. Ancora più inaspettata era la piccolina di sei mesi sul seggiolino dietro di lei.

«Mike, Karen. Karen, Mike» disse Emily mentre salivamo a bordo.

Emily scelse il posto accanto alla donna e io fui relegato dietro con la bambina. Prima di sedermi tolsi qualche fiocco di cereali dal sedile di pelle.

«Per favore, racconti a Mike quello che stava dicendo a me, Karen. Lei ha lavorato con Carl Apt nell’Intelligence, giusto?»

«Sì» rispose la donna magrissima, guardando nello specchietto retrovisore.

«E la bambina?» dissi, sorridendo alla piccolina.

«Lei è una civile» mi rassicurò Karen con un sorriso. «Ho lavorato per la CIA fino a un anno fa. Adesso faccio la mamma a tempo pieno a Larchmont. Chi può sapere cosa porterà il domani? L’amore fa fare cose inaspettate.»

«So cosa vuol dire» dissi.

Emily mi lanciò un’occhiata dal sedile anteriore.

«Ho pensato subito che si trattasse di Carl quando ho visto l’immagine tratta dal video della sicurezza pubblicata dal Post» esordì Karen, «ma non mi sono fatta avanti per via della sicurezza nazionale e cose del genere. Tuttavia dopo la morte di quella donna non potevo più stare zitta. Quello che sto per dirvi è molto riservato. E voi non lo avete sentito da me. D’accordo? Nel 2002 ho lavorato nello Yemen con la SAD della CIA, la Divisione attività speciali» proseguì, mentre svoltavamo bruscamente a sinistra in una strada strettissima di Chinatown. «Eravamo lì per condurre raid militari clandestini contro obiettivi di Al Qaeda. Carl faceva parte delle nostre unità di assalto. Era l’artificiere. Tutti gli altri uomini della Delta facevano capo a lui per gli esplosivi. Ha addirittura ricevuto un encomio, la Intelligence Star, per aver usato un drone Predator per neutralizzare un pick-up carico di nemici che stava venendo verso la nostra posizione.»

«Sta scherzando» dissi.

«Ho fatto qualche telefonata» continuò Karen. «Carl, per quanto valido in guerra, non era altrettanto apprezzato sul fronte interno. Ha lavorato a Fort Bragg come istruttore della Delta Force fino al 2003. In quell’anno ha avuto un diverbio con il suo nuovo supervisore. Stava per essere trasferito altrove, ma l’ufficiale ha trovato del C4 collegato alla batteria dell’auto. Quando sono andati a cercarlo, Apt era sparito. Aveva fatto fagotto.»

«Ha disertato» disse Emily.

«Non solo» rispose Karen. «Un mese dopo che Apt era sparito, il supervisore non si è presentato al lavoro. Lo hanno trovato seduto al tavolo di cucina in accappatoio con metà cervello spappolato nella ciotola dei cereali. Il coroner gli ha estratto due proiettili .45 ACP dal cranio. È stato freddato con due colpi di pistola: un’esecuzione. Nessun segno di effrazione. Apt deve aver forzato la serratura. Procedura standard della Delta Force. È tornato per finire il lavoro.»

Questo spiegava molte cose, pensai. La determinazione di Apt, la sua abilità nel confezionare ordigni. Spiegava anche il suo legame con Berger. Quei due bastardi pervertiti si sentivano entrambi «maltrattati dal mondo».

«Sa qualcosa di Berger?» chiesi.

«Il ricco ciccione?» rispose Karen. «Nulla. Ho pensato solo di informarvi su chi avete di fronte. Apt ha competenze di tattica, di tecniche antisommossa. È un pericoloso figlio di puttana. Più di una volta ho detto che ero felice che fosse dalla nostra parte. Peccato che non lo sia più.»

«Ha famiglia?» chiese Emily.

«L’unica parente che risulta dagli archivi dell’esercito è la madre. Deceduta.»

Guardai la strada, poi mi voltai verso la bambina.

«Non è che per caso tu sai dove si trova Carl Apt adesso, vero?» le chiesi.

Conto alla rovescia: Un caso di Michael Bennet, negoziatore NYP
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