71

Quando tornammo di corsa al piano di sotto, trovammo un paramedico con lunghi capelli neri da metallaro accanto a una barella fuori dalla camera da letto di Berger.

«Come sarebbe a dire subito?» stava dicendo a un poliziotto e intanto indicava Berger con espressione incredula. «Non servo io. Dovete chiamare una ditta che fa traslochi di pianoforte e che abbia una gru.»

Visto che dovevamo evacuare l’area, decidemmo di dare una mano tutti quanti. Tutti tranne Emily che, notai, si dileguò all’improvviso. Come una balena spiaggiata, Berger fu fatto rotolare su una trapunta e al tre fu sollevato e trasportato da dieci uomini ansimanti fuori dalla stanza e dall’appartamento e caricato sul montacarichi.

Arrivati al piano terra, presi il portinaio, che si chiamava Alex Rissel, e lo condussi nel guardaroba accanto all’atrio. Avevamo bisogno di conferme, e in fretta. Per quanto ne sapevamo, era possibile che Berger ci avesse raccontato un sacco di balle sul conto di Carl.

Alex sembrava essersi ripreso dal nostro iniziale assalto all’edificio. Mi avvicinai a Emily mentre apriva il foglio con la foto di Carl Apt e gliela mostrava.

«Quest’uomo vive nell’appartamento del signor Berger, Alex? È molto importante» gli disse.

«Oh, cazzo! Ho visto questa foto sul Post» disse il portinaio, grattandosi un brufolo sul doppio mento. «Non ci avevo fatto caso, ma avete proprio ragione. È lui. È Carl Berger.»

«Intende dire Carl Apt» disse Emily.

Alex ci guardò a bocca aperta.

«Si chiama Apt? Io ho sempre pensato che fosse il fratello del signor Berger. A noi hanno detto così. Noi lo chiamavamo tutti signor Berger.»

«Comunque sia, questo Carl era su in casa quando siamo arrivati noi?» dissi.

Il portinaio annuì senza alcuna esitazione. «A me risulta che sia in casa da ieri sera.»

«Da quanto tempo Berger e Carl vivono qui?» chiese Emily.

«Berger è cresciuto qui. Carl è arrivato più di recente. Direi cinque anni fa» rispose il portinaio, tormentandosi nervosamente il brufolo.

«Da dove veniva Carl?» chiese Emily.

«Non lo so» rispose il portinaio facendo spallucce. «Ma so che da quando c’è lui, il signor Berger ha smesso di uscire. Mr B è sempre stato un po’ strano, ma dopo che è arrivato Carl, è andato proprio fuori di testa. Ha cominciato a farsi portare tutti i pasti da delle ditte specializzate. È sempre stato piuttosto grasso, ma cazzo! Ho sentito dire che adesso è una balena, è vero? Intendo dire grasso da rompere le molle del letto. Grasso come un fenomeno da baraccone. Immaginate che scandalo sarà per la sua famiglia, specialmente per il fratello famoso.»

«Di cosa sta parlando?» chiesi.

«Perché, non lo sapete?» rispose il portiere, sorpreso. «Il fratello di Lawrence Berger è David Berger, il famoso compositore di Hollywood, quello che ha vinto anche un Oscar. Nella famiglia Berger sono tutti geni ricchi e famosi da generazioni.

«Il nonno di Lawrence era il braccio destro di Robert Moses o qualcosa del genere, e suo padre era una specie di guru dei computer. Il vecchio custode ci ha raccontato che, prima che il vecchio Berger morisse, Bill Gates e Steve Jobs sono venuti qui una sera alla sua festa di compleanno.»

Lanciai un’occhiata a Emily. Bill Gates? Quel caso diventava sempre più strano.

«Berger possiede qualche veicolo? Altre case?» chiese Emily.

«Vediamo... Hanno una tenuta nel Connecticut. L’indirizzo è qui da qualche parte. Mr B non ci andava mai, Carl invece sì, a weekend alterni, con quella sua bella Mercedes decappottabile. La tiene nel garage all’angolo con la Settantasettesima. Il signor Carl è un tipo riservato, silenzioso, ma vi posso dire che mi passa sempre una banconota da venti anche se solo gli carico la valigia nel bagagliaio. Davvero ha ucciso tutte quelle persone? Ha messo lui quelle bombe?»

«Chi lo sa? Grazie, Alex» dissi, tornando nell’atrio.

Fuori vidi Hobart.

«I paramedici dicono che il ciccione sta bene e può essere interrogato» mi disse. «Lo stanno portando al Diciannovesimo Distretto.»

«Bene» dissi. «Qualche traccia di Carl?»

«Stiamo perquisendo gli appartamenti e gli altri palazzi su questo lato della strada, ma finora nessuna traccia» rispose Hobart, stringendosi nelle spalle. «Ollio l’abbiamo preso, ma Stanlio è ancora uccel di bosco.»

Conto alla rovescia: Un caso di Michael Bennet, negoziatore NYP
titlepage.xhtml
part0000.html
part0001.html
part0002.html
part0003.html
part0004.html
part0005.html
part0006.html
part0007.html
part0008.html
part0009.html
part0010.html
part0011.html
part0012.html
part0013.html
part0014.html
part0015.html
part0016.html
part0017.html
part0018.html
part0019.html
part0020.html
part0021.html
part0022.html
part0023.html
part0024.html
part0025.html
part0026.html
part0027.html
part0028.html
part0029.html
part0030.html
part0031.html
part0032.html
part0033.html
part0034.html
part0035.html
part0036.html
part0037.html
part0038.html
part0039.html
part0040.html
part0041.html
part0042.html
part0043.html
part0044.html
part0045.html
part0046.html
part0047.html
part0048.html
part0049.html
part0050.html
part0051.html
part0052.html
part0053.html
part0054.html
part0055.html
part0056.html
part0057.html
part0058.html
part0059.html
part0060.html
part0061.html
part0062.html
part0063.html
part0064.html
part0065.html
part0066.html
part0067.html
part0068.html
part0069.html
part0070.html
part0071.html
part0072.html
part0073.html
part0074.html
part0075.html
part0076.html
part0077.html
part0078.html
part0079.html
part0080.html
part0081.html
part0082.html
part0083.html
part0084.html
part0085.html
part0086.html
part0087.html
part0088.html
part0089.html
part0090.html
part0091.html
part0092.html
part0093.html
part0094.html
part0095.html
part0096.html
part0097.html
part0098.html
part0099.html
part0100.html
part0101.html
part0102.html
part0103.html
part0104.html
part0105.html
part0106.html
part0107.html
part0108.html
part0109.html
part0110.html
part0111.html
part0112.html
part0113.html
part0114.html
part0115.html
part0116.html
part0117.html
part0118.html