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Attesi qualche altro istante per vedere se si presentava san Pietro. Visto che non arrivava, ingranai la retromarcia e mi allontanai dall’autobus. Ignorando le occhiate allibite degli automobilisti nelle altre corsie, allungai una mano dietro e recuperai il cellulare. Lo sportello della batteria era distrutto, ma il telefono funzionava ancora. Quella mattina era tutto un susseguirsi di miracoli.
Poiché il traffico era paralizzato, decisi di richiamare Emily.
«Mike, cos’è successo?» disse.
«Oh, niente» risposi, asciugandomi il sudore dalla fronte con il palmo della mano libera. Non avrei detto altro, ma la paura e l’adrenalina ebbero la meglio su di me. Cominciarono a tremarmi così forte le mani che fui costretto a posare il telefono e a metterlo in vivavoce.
«A dire il vero, ho rischiato di ammazzarmi, Emily» dissi. «Stavo correndo a tutta velocità verso Manhattan quando, dietro una curva, stavo per schiantarmi contro un autobus fermo. Forse avrei bisogno di un caffè.»
«Mio Dio! Stai bene?»
«Ho le mani che non smettono di tremare» dissi. «Per un attimo ho pensato che ci avrei lasciato la pelle, Emily.»
«Accosta e fa’ qualche respiro profondo, Mike. Io sono qui con te.»
Seguii il suo consiglio. Non era solo ciò che aveva detto, ma come lo aveva detto. Emily era davvero una persona che sapeva come aiutarti. Ricordavo come si era comportata nel caso a cui avevamo lavorato assieme, come si era mostrata sensibile verso una delle giovani vittime di rapimento. Capiva quando era il caso di imporsi oppure di fermarsi. Era un ottimo agente e una persona sensibile. Era anche molto carina. Durante le indagini ci eravamo invaghiti l’uno dell’altra. Be’, io per lo meno, mi ero invaghito di lei.
«Mike? Sei ancora lì?»
«Più o meno» risposi.
Lei rise.
«Be’, sono contenta che la tua testa sia ancora attaccata al collo, Mike. Mi piace come funziona. E anche l’aspetto esteriore non è male.»
Cos’aveva detto? pensai, guardando il telefono.
«Lo dici solo per aiutarmi a superare lo shock» obiettai.
«È a questo che servono gli amici» disse lei. «In realtà, vogliono mandare qualcuno della nostra squadra a New York per darvi una mano, Mike. Pensi che sarebbe una buona idea se mi offrissi volontaria?»
Ci riflettei. Inutile dire che la sua competenza sarebbe stata preziosissima. E sarebbe stato fantastico rivederla. Tra noi c’era un rapporto speciale.
Poi all’improvviso mi ricordai di Mary Catherine e di come stavano andando le cose su quel fronte.
Dovevo essere ancora un po’ stordito per lo shock, perché rimasi sorpreso dalle mie parole.
«Vieni. Abbiamo bisogno di aiuto. Ci servono i migliori. E poi, sarebbe fantastico rivederti.»
«Dici davvero?» disse.
«Davvero» risposi, senza sapere cosa diavolo stessi facendo o dicendo. «Chiamami appena arrivi.»