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Il messaggio che gli era stato recapitato non poteva parlare più chiaro di così.
“Estrema urgenza, precedenza assoluta, qualunque prezzo.”
Firmato Notaro Editto Giovio.
Il Sisino Trasporto Passeggeri s’era fregato le mani. Già la stagione era quello che era, cioè l’esatto contrario dell’ideale per chi voleva farsi un giro in carrozzella per ammirare le bellezze del lago. In più ci si era messo da qualche giorno anche quel vento che non dava mostra di voler smettere.
Quel biglietto, la scritta “qualunque prezzo” soprattutto, gli aveva risolto la giornata: fatta una previsione, ne avrebbe incassate tre, e di quelle buone.
Pensando solo all’incasso, aveva tralasciato di chiedersi cosa mai ci fosse di così urgente che ne richiedesse l’opera e a “qualunque prezzo”.
Il Giovio glielo aveva spiegato parlando come se camminasse sul filo di un precipizio.
«È una missione delicata» aveva detto.
Anche per lui, aveva poi aggiunto.
Il Sisino aveva avvertito un momento di incertezza. In fin dei conti poteva sempre rifiutare se ci fossero stati rischi troppo alti.
«Ce ne sono?» aveva chiesto.
«Uno solo» era stata la risposta del Giovio.
Poi, aveva aperto un cassetto della scrivania e gli aveva mostrato un bottiglino: il rischio che glielo beccassero addosso e non potendo sapere cosa contenesse glielo sequestrassero.
«E cosa c’è dentro?»
«Precisamente ancora non lo so» aveva risposto il Notaro, «posso solo sospettarlo. E invece ho bisogno di saperlo con certezza.»
Per questo motivo lo inviava al professor Art Kussnach, fitologo, botanico e chimico di chiara fama, che aveva un suo laboratorio alle falde del monte Gionnero nel mendrisiotto. La sua relazione sul contenuto del bottiglino avrebbe fatto fede di fronte a qualunque tribunale, fosse stato anche quello divino. Era questa la ragione per la quale l’aveva chiamato: il Sisino doveva farlo passare in terra elvetica, consegnarlo al Kussnach e attendere la sua risposta per riportarla a lui, ci fosse voluta una settimana, due o un mese intero.
Ne conseguiva che il bottiglino col suo contenuto doveva assolutamente giungere tra le mani del professore.
«Ma oggi è domenica!» aveva obiettato il Sisino.
«Il Kussnach è ateo dichiarato e non riconosce festività alcuna» aveva risposto il Notaro.
Il Sisino stava riflettendo.
«Pensi di potercela fare?» aveva chiesto il Giovio.
Il Sisino aveva infine valutato le dimensioni dell’oggetto: non era certo più grosso e ingombrante del suo braccio quando aiutava le sue cavalle a sgravare.
Bon, il nascondiglio l’aveva trovato.
«Consideratelo come fatto» aveva assicurato.