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L’aveva detto la signora e, in quanto tale, lei aveva ubbidito.
Aumentare la dose giornaliera della tisana rilassante.
Fatto.
Glielo avesse detto una anonima Giovenca, forse non l’avrebbe fatto.
In ogni caso la Forcola non aveva avuto dubbi. Nemmeno sul fatto che suo padre avesse ragione e fosse davvero un po’ scema: non altrimenti riusciva a spiegarsi come della Ficcadenti avesse due perfette visioni distinte: quando era dentro le mura della villa, e diventava la signora, e quando invece era oltre i confini della stessa e tornava a essere la Giovenca.
Potere di quei muri spessi, che sentivano, assorbivano, modificavano le persone che vivevano da loro protette.
In sostanza era un po’ quello che succedeva quando tirava vento.
Non solo la signora le aveva ordinato di aumentare la dose delle gocce ma aveva anche promesso di prendere ulteriori provvedimenti.
Quindi sabato mattina la Forcola non ebbe il minimo dubbio di trovarsi faccia a faccia con uno di quei provvedimenti quando al cancello della villa si presentò un uomo qualificandosi come dottor Pistocchi, da Como.
Era alto, grande e grosso, e con la barba, come doveva appunto essere un dottore vero e proprio. Era anche abbastanza villano, il che non guastava.
Lo fece entrare nella villa, senza osare guardarlo in faccia, e a testa china obbedì ai suoi ordini secchi.
«Portatemi i farmaci che la malata assume, dopodiché lasciatemi solo con lei.»
Brusco.
Era così che parlavano i dottori.
Che tirasse vento oppure no.