Capitolo 96

«Come diavolo facciamo a prevedere chi sarà la prossima vittima?», domandò Bryant.

Era esattamente quel che stava tentando di capire Kim quando il suo telefono squillò.

Alzò gli occhi al cielo vedendo il nome del suo superiore che campeggiava sullo schermo.

«Stone, dove sei? È da un’ora che aspetto un aggiornamento».

«Signore, stiamo seguendo una pista e…».

«Nel mio ufficio, fra un’ora. Dobbiamo parlare delle risorse. Abbiamo tre vittime e molto probabilmente un solo assassino. Dobbiamo chiedere rinforzi…».

«S-s-scusi… n-non… s… ento… galleria…», disse lei, agitando il telefono a mezz’aria.

Premette il tasto rosso. Per come la vedeva Woody, le vittime erano tre; secondo lei, erano il doppio.

Non aveva tempo per fare un briefing, né per aggiornare gli eventuali nuovi membri della squadra. Era certa che, se avesse accettato, a un certo punto sarebbe arrivata una chiamata che la avvertiva del ritrovamento della settima vittima.

L’assassino si stava preparando a colpire ancora, quella sera stessa, e lei doveva scoprire chi fosse la vittima designata.

«Aspetta un momento», esclamò, ripensando agli eventi della giornata.

«Cosa?», domandò Bryant, massaggiandosi la fronte.

«Un minuto», disse Kim, prendendo il cellulare. Digitò il numero di Marianne.

«Detective Stone, come posso aiutarla?». La voce della donna, leggermente affannata, aveva un tono infastidito.

«Oggi, al centro, c’era una donna: sui trentacinque anni, maglione crema e pantaloni blu, l’aria di essere una tipa sveglia e…».

«Diana Lambert, trentasei anni, oggi aveva la riunione per riavere la custodia della figlia».

«La bambina che ha subìto abusi da parte del padre?», chiese Kim.

«Come fa a saperlo…?»

«Ho tirato a indovinare. Che cosa le è successo?»

«Il marito abusava della bambina da due anni, ormai, ma Diana fino a poco prima era rimasta all’oscuro di tutto. Poi, un giorno ha avuto un piccolo incidente con la macchina e lui ha pensato bene di screditarla accusandola di mettere a rischio la sicurezza della bambina, imputando l’episodio ad alcuni farmaci che assumeva, quando lui già da tempo le faceva violenza. Diana l’ha lasciato e l’ha denunciato ai servizi sociali, ma la bambina si è rifiutata di parlare. I due genitori si accusavano a vicenda di violenze, negligenza e consumo di sostanze, quindi Lily è stata affidata alle cure dello Stato. La giustizia sta facendo il suo corso, e Diana si è rivolta a noi».

«E che mi dice del marito?», domandò Kim.

«È un dottore, un medico di base, credo».

«Cosa potrebbe succedergli?», chiese Kim, sentendo il nodo della tensione allo stomaco.

«Mi sembra di capire che i servizi sociali non siano ancora riusciti a ricavare niente dalla bambina, ma hanno ritenuto sicuro restituirla alla madre. Dunque, in assenza di una dichiarazione da parte della bambina, sono sicura che la pratica non andrà avanti e il padre non subirà alcuna condanna».

Kim ripensò alla lunga conversazione che Carl Wickes aveva avuto quel giorno con Diana.

Aveva il presentimento che, contrariamente a quanto sosteneva Marianne, quell’uomo avrebbe ricevuto la sua punizione.