Capitolo 74

«Bene, ragazzi, mettiamoci al lavoro», esclamò Kim seduta sull’orlo della scrivania libera, posto che ormai stava diventando abituale per lei.

Prese un bicchiere di caffè dal vassoio di cartone. «Grazie Bryant, ma ti ho già detto…».

«Non è merito mio, capo», rispose il sergente, e in quel momento Dawson alzò la mano.

Kim lo ringraziò con un cenno del capo; era da apprezzare, vista la situazione drammatica in cui versavano le sue finanze.

Fece correre lo sguardo sulle lavagne, tentando di mettere a fuoco i dati che possedevano anziché fissarsi sulle informazioni mancanti. Se solo avesse avuto accesso a quei maledetti casi…

La prima mutilazione genitale era avvenuta sei anni prima, ai danni di una vittima tuttora non identificata. La seconda vittima era stata Lester Jackson, a Redland Hall, un mese prima. Poi era toccato a Tommy Deeley, a Wolverhampton, quasi una settimana prima, seguito dalla loro vittima, Luke Fenton, ritrovato il lunedì. E adesso anche Hayley Smart.

«Bene, Hayley Smart, la ex fidanzata di Luke Fenton, è la nostra seconda, oppure quinta, vittima. Dalla dichiarazione della sorella e dalle foto sul computer emerge che l’ha lasciato e poi è tornata sui suoi passi. In questo caso non c’è stata nessuna mutilazione genitale: che significa?»

«Il nostro assassino era incazzato con lei, ma non quanto lo era con le altre vittime», rispose Dawson.

«Perché?», domandò Kim.

Lui si fermò a riflettere. «Perché Hayley non ha abusato di nessuno, nonostante abbia messo nuovamente la figlia in condizioni di esserlo quando è tornata da Fenton».

«Lo penso anch’io», rispose Kim. «Credo che Hayley l’abbia pagata cara per essere ritornata da Fenton dopo il soggiorno nella struttura».

«Lisa Bywater?», domandò Stacey. «Insomma, ha tirato un pugno in faccia al fratello morto, la dice lunga su quanto sia incazzata con lui».

Kim inizialmente aveva pensato la stessa cosa. Il messaggio che Lisa aveva lasciato nella segreteria di Hayley poteva avere lo scopo di convincerla a uscire. Inoltre, leggendo la relazione di Keats aveva trovato strano che la vittima avesse consumato un pasto decente, cosa insolita per Hayley, proprio qualche ora prima di essere assassinata. Forse le era stato offerto e doveva averlo fatto una persona di cui si fidava, visto che Hayley si stava nascondendo. Conosceva la sorella di Luke e si fidava di lei al punto da darle il suo nuovo numero di telefono.

«Che io sappia non esiste alcun legame tra Lisa Bywater e le altre vittime, ma è sicuramente una potenziale sospettata», replicò Kim. Se avessero escluso l’esistenza di un’unica mano dietro a quelle morti, i sospetti su Lisa sarebbero aumentati: conosceva bene entrambe le ultime due vittime. Ma Kim non era ancora pronta a rinunciare all’idea che gli altri casi fossero strettamente collegati ai due fascicoli che si trovavano sulla sua scrivania.

Richiamò Stacey con un cenno. «Inizia a controllare sul ViSOR. Le uniche due vittime di cui sappiamo qualcosa erano pedofili».

«Lo farò».

ViSOR era il database che raccoglieva i dati di tutti coloro che si erano dovuti registrare presso la polizia a seguito della legge sui reati sessuali del 2003. Registrava persone che avevano scontato condanne superiori ai dodici mesi per comportamenti violenti, accanto a soggetti incensurati ma considerati a rischio. Volgarmente chiamato il “registro degli stupratori”, vi avevano accesso la polizia, l’ente per la libertà vigilata e il servizio penitenziario.

«Capo, ieri sera ho fatto un’altra scoperta», esclamò Dawson, estraendo il telefono di tasca. «Il tappo che hanno trovato dentro ai jeans di Hayley Smart veniva da una bottiglia di aceto. Sai, quelle vecchie bottiglie della Sarson che…».

«Ho visto la foto», rispose la detective. Dalla forma le era sembrato familiare, ma si era chiesta se non fosse solo un rifiuto caduto dai bidoni della friggitoria.

«Mi domando se abbia un significato, capo. I piccoli dettagli che non abbiamo approfondito, come la buca del prete, il campanellino, la scarpa. Non mi dispiacerebbe fare qualche ricerca».

Una considerazione lucida e ragionevole, conclusa con una richiesta di autorizzazione. Un bel cambiamento rispetto al passato.

«Va bene, Dawson, datti da fare».

Lui annuì in segno di assenso.

«Bene, gente. È ora di mettersi al lavoro», esclamò Kim, bevendo l’ultimo sorso di caffè.

Quanto a lei, la sua prima destinazione quel giorno sarebbe stata la casa d’accoglienza di Dudley.