Capitolo 29
Dawson rimase fermo in auto per qualche istante prima di accendere il motore.
Nonostante la giornata fredda e tersa, un nuvolone nero lo seguiva da quando si era svegliato quella mattina.
Il suo piano era andato a meraviglia. Era riuscito ad arrivare al ristorante con un paio di minuti d’anticipo, addirittura.
Gonfio di soddisfazione per avere avuto la meglio sul capo, si era concesso una lauta cena, aveva bevuto qualche bicchiere di vino e si era goduto la compagnia di una bella donna.
Due ore dopo era nell’appartamento di Lou, più precisamente nel suo letto. Gli era bastata qualche falsa promessa.
Si era addormentato soddisfatto.
Al risveglio, però, quando si era girato e aveva visto la sua amante che dormiva beata accanto a lui, la soddisfazione era svanita lasciandogli un sapore amaro in bocca. Si era fatto una doccia veloce ed era uscito prima che lei si svegliasse.
Non riusciva a dare un nome all’ombra che lo braccava, ma in quei giorni non faceva altro che pensare a Ally.
Aveva cercato di tirarsi un po’ su il morale a spese di Bryant. L’aveva solo punzecchiato, niente di che. Ma il capo l’aveva freddato. Punzecchiare, vietato. Prendi nota…
Dopodiché, la sua collega gli aveva dato dello stronzo. Quella ragazzetta timida, sempre sorridente, lo aveva apostrofato proprio così: “stronzo”.
Che andassero a farsi fottere, pensò, accendendo il motore. Non gli importava un accidente di ciò che pensavano.
Poteva mostrare il fatto suo a tutto il dipartimento di polizia senza versare neanche una goccia di sudore, ed era esattamente quel che aveva in mente di fare.