Capitolo 100

«Ti prego, Kev, dimmi che hai qualcosa in mano, il tempo sta per scadere».

Kim non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che quella notte qualcuno sarebbe morto. E che la colpa sarebbe stata sua.

«Ci sto provando, capo. Sto leggendo il testo della filastrocca Dottor Foster».

«Mettimi in vivavoce e recitala».

Mentre Dawson leggeva i versi, in sottofondo si udiva il ticchettio delle dita di Stacey sulla tastiera.

«Il dottor Foster è andato a Gloucester, durante un acquazzone. In una pozzanghera è mezzo annegato, e non ci è mai più ritornato».

«Okay. Stacey, ci stai ascoltando?», esclamò.

«Sì, capo».

«Vedi se da queste parti ci sono dei luoghi, vie, piazze, qualsiasi cosa, nel cui nome compare la parola “Gloucester”. E poi controlla se nei paraggi ci sono dei corsi d’acqua».

«Capo, il fatto è che…».

«Dawson, contatta il centralino del dottore per capire se la chiamata d’emergenza è arrivata da loro».

Dawson esitò, rimanendo in silenzio per qualche secondo, infine le diede la risposta che voleva. «Va bene, capo».

Bene. Non le sarebbe piaciuto fargli una lavata di capo in vivavoce davanti all’intera squadra.

«Ho trovato qualcosa», esclamò Stacey in lontananza. «Appena fuori Romsley c’è Gloucester Street, con un laghetto per la pesca che confina con alcune case».

«Dammi il codice postale», rispose Kim.

Finalmente avevano una pista da seguire.

Sperava solo che non fosse già troppo tardi.