Capitolo 44
Dawson lanciò un’occhiata alla collega ed ebbe la netta sensazione che in quella sala operativa si stesse svolgendo una gara.
Stacey non aveva staccato gli occhi dal monitor per un secondo; le sue dita battevano rapide sui tasti come se fosse in stato di ipnosi.
Personalmente, non aveva mai capito i poliziotti che si esaltavano per il data mining. Per lui, fare quel mestiere significava andare in strada, parlare con le persone, interpretare le loro espressioni e il tono di voce, scovare i piccoli tic che accompagnavano una bugia o una reazione di chiusura. Non aveva mai conquistato una vittoria standosene seduto alla scrivania.
Fino a quel momento, tutto ciò che era riuscito a scoprire era il nome della donna che aveva vissuto con Luke Fenton: Hayley. Gli ci erano volute venti chiamate ai negozi e alle attività che poteva aver frequentato nei dintorni dell’abitazione, e comunque non ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Aveva passato l’ultima mezz’ora a cercare sui social il profilo di una donna di nome Hayley con una voglia sul viso. Stranamente, non aveva ancora avuto fortuna.
Una parte di lui era tentata di chiedere all’agente che gli sedeva davanti se potesse dargli qualche dritta su come procedere, ma qualcosa dentro di lui gli impediva di aprire la bocca per rivolgerle quella domanda.
Fino a quel momento aveva trovato ben due piste, quella del chiodo e quella della donna, eppure era impantanato su entrambi i fronti. Gli era già capitato di chiedere aiuto una volta e aveva ottenuto più di quanto sperasse. Non l’avrebbe fatto una seconda.
Sapeva che la collega stava lavorando duramente per scoprire qualche particolare della vita di Lester Jackson e allo stesso tempo si stava procurando i dati sul traffico telefonico di Luke Fenton. Poteva offrirle aiuto, ma non gli piaceva sobbarcarsi il lavoro degli altri. Preferiva lavorare da solo e, al momento, aveva bisogno di un’ispirazione; una scorciatoia che gli consentisse di battere la donna che digitava con furia sulla tastiera del computer di fronte a lui.
All’improvviso, Stacey si bloccò e si appoggiò allo schienale, gli occhi fissi sullo schermo come in trance.
«Accidenti, mi sa che devo chiamare il capo», esclamò, e Dawson ebbe la spiacevole sensazione che, qualunque fosse il premio in gara, gli fosse appena stato strappato di mano.