Capitolo 68
Stacey aveva stilato una lista mentale delle operazioni da compiere sul telefono di Hayley Smart. Innanzitutto avrebbe preso in esame l’elenco delle chiamate, poi la messaggistica e infine sarebbe andata alla ricerca dei dati eliminati.
Prima di iniziare si concesse un attimo per guardarsi intorno e riflettere sulla situazione. Si sentiva quasi in colpa a definirlo lavoro: per la prima volta nella vita le sembrava di avere trovato la sua vera vocazione.
Non che avesse intenzione, per questo, di restituire lo stipendio a fine mese. Anche lei doveva pagare le bollette. Tuttavia, quando pensava che con il suo lavoro stava contribuendo alla cattura di un serial killer, finalmente sentiva di essere nel posto giusto.
Ogni tanto non poteva evitare di sentirsi sola nel grande ufficio silenzioso, ma era ormai giunta alla conclusione che quello fosse il suo terreno di gioco.
E il pensiero che il capo avesse ritenuto opportuno affidare a lei il telefono di Hayley anziché mandarlo al laboratorio la riempiva di orgoglio. In fondo, lavoravano insieme solo da tre giorni.
Alzò gli occhi al soffitto. Era il momento di tornare con i piedi per terra. Se solo avessero potuto vederla quelle prepotenti che l’avevano bullizzata e insultata per anni a scuola!
“Ora basta fantasticare”, si disse, iniziando a scorrere l’elenco dei contatti, penosamente breve.
Stacey non aveva molte conoscenze, ma sul suo telefono erano registrati almeno alcuni numeri di amici e quelli dei suoi familiari. Lì invece trovò solamente “scuola”, “avvocato” e “taxi”.
Passò subito al registro delle chiamate, per scoprire una lunga lista di telefonate senza risposta, praticamente tutte quelle ricevute nelle settimane precedenti. Anche le chiamate effettuate erano pochissime.
«Dove diavolo eri, Hayley?», esclamò, a voce alta. «E perché non volevi parlare?».
Stacey sapeva che esisteva un solo modo per capirlo: iniziare a chiamare quei numeri e cercare di scoprire a chi appartenessero. Sperava che il capo non si aspettasse risultati immediati su quel fronte.
Decise di cominciare da quello che aveva chiamato più spesso. Mentre prendeva il telefono però, un altro numero che si trovava più giù nell’elenco catturò la sua attenzione. L’aveva già visto da qualche parte. L’avevano colpita le tre cifre finali, 111, quelle del numero di emergenza medica.
Stacey scartò subito quello di Luke Fenton: non era un numero che lei aveva imparato a memoria o usato. No, era certa di averlo visto di sfuggita, da qualche parte, ma non ricordava dove.
Abbandonò per un momento lo smartphone e prese a rovistare tra i fogli che affollavano la sua scrivania.
Aveva provato una stretta allo stomaco per quell’impressione, e poteva significare una cosa sola: Hayley Smart era entrata in contatto con un’altra persona coinvolta nelle indagini.
E lei doveva scoprire chi era.