Capitolo 83
«Non ci aveva detto di averla mandata via», disse Kim, rivolta a Marianne. Avevano chiesto a Jay di farla ritornare in ufficio.
Il volto della direttrice si contrasse in una smorfia di tristezza e rimorso. «È rimasta solo un attimo», rispose, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. Le asciugò prima che colassero lungo le guance.
«Non è una giustificazione sufficiente per tacere un’informazione, Marianne. Lei potrebbe benissimo essere l’ultima persona che l’ha vista viva, a parte l’assassino».
«Oh, no, per favore, non dica così. Non posso sopportare il pensiero di…».
«Ma perché non l’ha aiutata?», domandò Kim.
«Siamo al completo, detective, non avrei saputo dove metterla».
«Non c’era neppure un divano su cui potesse dormire?», chiese Kim. Il modo in cui aveva trattato quella donna bisognosa d’aiuto non corrispondeva alla descrizione di Marianne appena fatta da Louella, la counselor.
«Abbiamo un regolamento. Non potevo proprio».
«Mi dispiace, ma non ci credo. Penso che il motivo del suo rifiuto sia stata la rabbia che provava nei suoi confronti perché era tornata da Luke Fenton dopo tutto il tempo e le energie che aveva investito su di lei», ribatté Kim, che stava perdendo la pazienza. «La mia impressione è che lei offra il suo aiuto ad alcune condizioni; se le persone che lo ricevono si dimostrano all’altezza delle sue aspettative, bene, in caso contrario, se ne libera. Quella donna è venuta qui a cercare aiuto e lei l’ha respinta. Avrebbe senza dubbio potuto indicarle un’altra soluzione, fare qualche telefonata. Era sola e spaventata, con il morale a terra, e lei ha deciso di imporsi perché disapprovava le sue scelte. Avrebbe potuto fare qualcosa, invece ha preferito punirla».
Marianne scuoteva la testa, negava, ma Kim glielo leggeva negli occhi, e non c’era niente che potesse o volesse dire per farla sentire meglio. Se Marianne non l’avesse mandata via, forse Hayley Smart sarebbe stata ancora viva.
Quando parlò, cercò di non far trapelare il disgusto che provava. «Le ha detto qualcosa, qualsiasi cosa, che non ci abbia riferito?».
Dopo un primo momento di esitazione, Marianne annuì. Parlò con voce bassa e colma di rimpianto. «Ha detto che aveva bisogno di un posto sicuro in cui stare».
«E lei non ha pensato di chiamare la polizia o di intervenire in qualche modo?».
Marianne distolse lo sguardo.
Hayley era andata da lei, infreddolita, spaventata e sola, e l’aveva implorata di aiutarla. E lei, nonostante tutto, l’aveva mandata via.
A un tratto, Kim capì che la storia non reggeva. Hayley aveva ricevuto il messaggio della sorella di Luke Fenton. Sapeva che il suo ex compagno era morto.
A meno che, sin dal principio, Hayley non avesse voluto nascondersi da qualcun altro, concluse Kim. In quell’istante, il suo telefono squillò.
Quando lesse il nome di Keats sullo schermo, il suo stomaco si rivoltò.