Capitolo ventiseiesimo
E' naturale che una persona del tutto straniera, diretta da Londra a Edimburgo, s’informi prima di mettersi in viaggio di quante miglia ci sono fino a York, che è circa a metà strada, e nessuno si meraviglia se continua a far domande sul Consiglio municipale, ecc.
Era altrettanto naturale che la signora Wadman, il cui primo marito era stato continuamente afflitto dalla sciatica, desiderasse sapere a che distanza fosse la ferita nel tratto fra l’anca e l’inguine, e quali probabilità ella avesse di soffrire più o meno nei suoi sentimenti in un caso piuttosto che nell’altro.
A questo scopo ella si era letto il trattato di anatomia del Drake da cima a fondo. Aveva dato un’occhiatina al libro di Wharton [499] sul cervello e si era fatta prestare il trattato del Graaf sulle ossa e sui muscoli [500]; ma non ne aveva potuto cavare nulla.
Aveva parimente ragionato secondo la propria logica, tracciato teoremi, tratto conseguenze, senza giungere a nessuna conclusione.
Per fare luce su tutta la faccenda, aveva domandato due volte al dottor Slop “se il povero capitano Shandy avrebbe mai potuto guarire della sua ferita”.
«È guarito, — rispondeva il dottor Slop.
— Come! Completamente?
— Completamente, signora.
— Ma che cosa intendete per guarigione?» diceva la signora Wadman.
Il dottor Slop era il peggior essere vivente quanto a definizioni; e così la signora Wadman non poté procurarsi nessun lume: per farla breve, non c’era altro modo di ricavarlo se non dallo stesso zio Tobia.
Vi è un accento di umanità in un’indagine di questo genere che culla il sospetto fino a farlo assopire, e io son mezzo persuaso che il serpente vi fu molto vicino nel suo discorso con Eva: perché la propensione del suo sesso a essere ingannata non poteva esser tanto grande al punto ch’ella avesse l’ardire di sostenere una chiacchierata col diavolo, senza quell’accento. Ma c’è un accento di umanità, — come descriverlo? — c’è un accento che copre la parte come con un indumento, e dà all’interrogante il diritto di scendere nei particolari quanto il vostro medico personale.
“Era senza remissione?”
“Era più sopportabile a letto?”
“Poteva egli giacere indifferentemente sui due fianchi con quella ferita?”
“Era egli in grado di montare a cavallo?”
“Il moto gli faceva male?” et caetera, erano domande così teneramente formulate e così dirette al cuore dello zio Tobia, che ciascuna d’esse vi penetrava dieci volte più profondamente che non i mali stessi. Ma quando la signora Wadman s’inoltrò intorno a Namur per giungere all’inguine dello zio Tobia e lo impegnò ad attaccare il punto della controscarpa avanzata pêle mêle [501] con gli Olandesi per prendere la contragguardia di Saint Roch a spada sguainata, e poi, con accenti che sonarono teneri al suo orecchio, lo condusse tutto sanguinante per mano fuori della trincea, asciugandosi gli occhi mentre egli veniva trasportato alla sua tenda... Cielo! Terra! Mare!... tutto si sublimò; le sorgenti della natura s’innalzarono sopra il loro livello, un angelo di pietà gli si sedette accanto sul sofà; il cuore gli avvampò, e se gli fosse accaduto d’esser moltiplicato in mille esseri, tutti i mille si sarebbero innamorati della signora Wadman.
«E dove, caro signore, — disse la signora Wadman un po’ categoricamente, — riceveste quel brutto colpo?»
Nel fare questa domanda, la signora Wadman diede un’occhiatina in direzione dell’allacciatura delle brache di felpa rossa dello zio Tobia, aspettandosi naturalmente, come risposta più diretta, che lo zio Tobia ponesse l’indice sul posto. Ma la cosa andò diversamente; perché, avendo lo zio Tobia subito le ferita davanti alla porta di San Nicola, in una delle traverse della trincea opposta al saliente del mezzo bastione di Saint Roch, egli poteva in ogni momento puntare uno spillo sul punto esatto del terreno dove si trovava quando la pietra lo aveva colpito: ciò colpì istantaneamente il sensorio dello zio Tobia e, insieme, andò a colpire la sua grande mappa della città e della cittadella di Namur e dintorni ch’egli aveva acquistato e fissato su una tavola, con l’aiuto del caporale, durante la sua lunga malattia: da allora essa giaceva con altre cianfrusaglie militari nel solaio, e conformemente il caporale fu distaccato al solaio a prenderla.
Lo zio Tobia misurò trenta tese con le forbici della signora Wadman dal rientrante davanti alla porta di San Nicola, e le fece posare il dito sul posto con tale verginale pudore, che la dea della Decenza, — se allora c’era, se no era la sua ombra, — scosse la testa e, con un dito accennante di no davanti agli occhi di lei, le proibì di chiarire l’equivoco.
Sfortunata signora Wadman!
Perché nulla può far chiudere questo capitolo con spirito se non un’apostrofe a te; ma il cuore mi dice che in un simile frangente un’apostrofe è solo un insulto dissimulato, e prima ch’io ne indirizzi uno a una donna in angustie, vada al diavolo il capitolo, purché un qualche dannato critico in carica non voglia prendersi la briga di portarselo con sé.