Capitolo quattordicesimo
I Fati, che certamente tutto già sapevano di questi amori tra la vedova Wadman e lo zio Tobia, avevano, fin dalla prima creazione della materia e del moto (e con maggior cortesia che sogliono usare nel far cose del genere) stabilito una concatenazione di cause ed effetti così saldamente collegate l’una all’altra, che sarebbe stato quasi impossibile che lo zio Tobia fosse andato ad abitare in qualsiasi altra casa o avesse occupato qualsiasi altro giardino in tutta la Cristianità che non fosse proprio quella casa con quel giardino contigui e paralleli a quelli della signora Wadman; ciò, grazie all’ausilio di un folto pergolato che si trovava nel giardino della signora Wadman, ma che era piantato nella siepe divisoria dello zio Tobia, le apprestava tutte le occasioni richieste dalla sua milizia d’Amore: poteva osservare i movimenti dello zio Tobia ed era parimente signora dei suoi consigli di guerra; e siccome il cuore non sospettoso dello zio aveva acconsentito che il caporale, per intercessione di Brigida, le costruisse un cancelletto di comunicazione perché lei potesse allungare le sue passeggiate, ciò l’aveva messa in grado di attuare le sue marce d’avvicinamento fino alla porta della garitta; e a volte, per gratitudine, di muovere all’attacco per tentare di far saltare in aria lo zio Tobia addirittura dentro la stessa garitta.