Capitolo secondo
Beh, in verità, non mi sembra che vi sia nulla di buono o di cattivo nella domanda. Allora, signore, lasciatemi dirvi che fu per lo meno una domanda molto inopportuna, poiché sparpagliò e disperse gli spiriti animali, il cui compito era quello di scortare e di tener per mano l’HOMUNCULUS [4], per condurlo sano e salvo al posto destinato a riceverlo.
L’Homunculus, signore, per quanto vile e ridicola possa essere la luce in cui appare, in quest’epoca di superficialità, agli occhi della follia o del pregiudizio, è dichiaratamente, agli occhi della ragione impegnata nelle ricerche scientifiche, un Essere protetto e circoscritto da diritti. I filosofi più sottili, i quali, sia detto per inciso, hanno l’intelletto più aperto (la loro anima essendo inversamente proporzionale alle loro ricerche), ci dimostrano incontestabilmente che l’Homunculus è creato dalla stessa mano, generato nello stesso corso della natura, dotato delle stesse forze motorie e facoltà di noialtri; che consiste come noi di pelle, capelli, grasso, carne, vene, arterie, legamenti, nervi, cartilagini, ossa, midollo, cervello, ghiandole, genitali, umori e articolazioni; che è un Essere di altrettanta attività e, in tutte le accezioni del termine, altrettanto e così genuinamente nostro simile quanto il mio Lord Cancelliere d’Inghilterra. Può essere beneficiato, può essere offeso, può ottenere riparazione; in una parola, ha tutte le rivendicazioni e tutti i diritti dell’umanità che Tully, Puffendorf e i migliori scrittori d’etica [5] ammettono che promanino da questo stato e da questo rapporto.
Ora, caro signore, che ne sarebbe di lui se gli fosse capitato un accidente nel suo viaggio solitario! O se, per il terrore di questo, naturale in un così giovane viaggiatore, il mio signorino fosse giunto al termine del suo viaggio miserabilmente esausto, col suo vigore muscolare e la sua virilità ridotte a un filo, con i suoi stessi spiriti animali sconvolti oltre ogni dire, e se in questo triste e disordinato stato di nervi fosse rimasto, per nove lunghi, lunghi mesi successivi, preda d’improvvisi sussulti o di una sequela di sogni malinconici e di allucinazioni! Tremo al pensiero delle fondamenta che sarebbero state predisposte per mille infermità così del corpo come della mente, che nessuna abilità di medico o di filosofo avrebbe poi mai saputo guarire definitivamente.