Capitolo trentanovesimo
Siccome Susanna fu informata con un messaggio espresso dalla signora Brigida che lo zio Tobia s’era innamorato della sua padrona quindici giorni prima che il fatto accadesse, e il contenuto di questo messaggio Susanna lo comunicò a mia madre il giorno dopo, ciò m’ha dato l’opportunità di entrare negli amori dello zio Tobia quindici giorni prima della loro esistenza.
«Ho una notizia da darvi, signor Shandy, — disse mia madre, — che vi stupirà grandemente.»
Ora, mio padre stava in quel momento tenendo uno dei | suoi secondi letti di giustizia e rifletteva tra sé sulle avversità del matrimonio, quando mia madre ruppe il silenzio.
«Mio cognato Tobia, — disse, — sta per sposare la signora Wadman.
— Allora, — disse mio padre, — non sarà più in grado di coricarsi diagonalmente nel suo letto per tutto il resto della sua vita.»
Il fatto che mia madre non domandava mai il significato d’una cosa che non capiva costituiva un cruccio che consumava mio padre.
«La circostanza ch’ella non sia una donna di scienza, — soleva dire mio padre, — è la sua disgrazia; potrebbe però fare delle domande.» Mia madre non ne faceva mai. In poche parole, ella fini con l’andarsene da questo mondo senza sapere s’esso girasse o stesse fermo. Mio padre s’era fatto premuta di dirle più di mille volte come stavano le cose, ma lei l’aveva sempre dimenticato.
Per “queste ragioni, un discorso tra di loro raramente andava molto più oltre d’una proposizione, una risposta e una replica; dopo di che generalmente c’era una pausa di alcuni minuti per prendere fiato (come nella faccenda delle brache), e poi ricominciava.
«Se si sposa, sarà tanto peggio per noi, — disse mia madre.
— Peggio un corno! — disse mio padre. — Egli può gettar via i suoi beni in questo o in qualsiasi altro modo.
— Certamente», disse mia madre.
Così ebbero termine la proposizione, la risposta e la replica di cui vi ho parlato.
«Sarà anche un certo divertimento per lui, — disse mio padre.
— Grandissimo, — rispose mia madre, — se dovesse avere bambini.»
“Il signore abbia pietà di me, — disse fra sé mio padre, — * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *.”