Capitolo sesto
All’inizio dell’ultimo capitolo, vi ho informato esattamente di quando sono nato; ma non vi ho informato di come. No, questo particolare l’ho completamente riservato a un capitolo a sé; inoltre, signore, poiché voi e io siamo in un certo senso perfettamente estranei l’uno all’altro, non sarebbe stato opportuno introdurvi in troppe circostanze riferentisi a me tutte in una volta. Dovete avere un po’ di pazienza. Vedete, ho intrapreso a scrivere non soltanto la mia vita, ma anche le mie opinioni, augurandomi e sperando che la vostra conoscenza del mio carattere e del genere di mortale ch’io sono, vi farà in uno gustare maggiormente il resto. Man mano che procederete più oltre con me, la superficiale conoscenza che sta ora cominciando tra noi diventerà familiarità; e questa, a meno che uno di noi sia in difetto, finirà in amicizia.
O diem praeclarum! allora nulla di ciò che m’è toccato potrà sembrare di natura insignificante o tedioso da raccontare. Perciò, mio caro amico e compagno, se doveste giudicarmi un narratore un po’ riservato all’inizio, sopportatemi e lasciatemi proseguire a narrare la mia storia a modo mio; oppure, s’io dovessi sembrare di tanto in tanto perdermi in sciocchezze lungo la via, o a volte, per un momento o due, come procediamo oltre, mettermi il berretto a sonagli del buffone, non fuggite via, ma piuttosto fatemi cortesemente credito di un po’ più di saggezza di quanto io non sembri dalle apparenze; e man mano che lentamente avanzeremo ridete con me o di me o, per farla breve, fate qualsiasi cosa, soltanto mantenete la calma.