Capitolo ventisettesimo
Mio padre si mise gli occhiali, guardò, se li tolse, li rimise nell’astuccio, tutto in meno di un minuto regolamentare; e, senza schiudere le labbra, girò su sé stesso e si precipitò giù per le scale.
Mia madre immaginò che fosse sceso a prendere filaccia e basilico; ma, vedendolo tornare con un paio di in-folio sotto il braccio, seguito da Obadia che portava un grande leggio, fu certa che si trattasse d’un erbario e perciò gli accostò una sedia al letto perché potesse consultarlo a suo agio sul caso presente.
«Se solo è fatta bene, — disse mio padre, cercando la Sezione de sede vel subjecto circumcisionis, perché aveva portato su il De Legibus Hebraeorum Ritualibus dello Spencer e il Maimonide [282] allo scopo di confrontarci ed esaminarci insieme. — Se solo è fatta bene... — disse.
— Dicci solo, — gridò mia madre interrompendolo, — quali erbe?
— Per questo, — rispose mio padre, — devi mandare a chiamare il dottor Slop.»
Mia madre andò giù, e mio padre andò avanti a leggere la Sezione come segue:
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * «...Benissimo, — disse mio padre, — * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * ...anzi, se presenta questo vantaggio... — e così, senza soffermarsi un momento a stabilire prima dentro di sé se gli Ebrei l’avessero presa dagli Egiziani o gli Egiziani dagli Ebrei, si alzò e, strofinandosi due o tre volte la fronte col palmo della mano, nel modo in cui ci cancelliamo le tracce d’una preoccupazione quando il male ci ha calpestato più lievemente di quanto s’era temuto, chiuse il libro e s’avviò giù per le scale. — Anzi, — disse, citando il nome di una diversa grande nazione a ogni gradino su cui posava il piede, — se gli Egiziani, i Siri, i Fenici, gli Arabi, i Cappadoci, se i Colchi e i Trogloditi la fecero; se vi si assoggettarono Solone e Pitagora, perché non Tristram? Chi sono io per dovermela prendere anche un sol istante per questa faccenda?»