Capitolo ventiduesimo
«Il re Guglielmo, — disse lo zio Tobia, rivolgendosi a Yorick, — fu a tal punto infuriato col conte Solmes perché aveva disobbedito ai suoi ordini, che ancora dopo molti mesi non tollerava di ammetterlo alla sua presenza.
— Temo, — rispose Yorick, — che il signore sarà tanto infuriato con il caporale quanto il re con il conte. Ma sarebbe singolarmente duro in questo caso, — continuò, — se il caporale Trim, che si è comportato in modo così diametralmente opposto a quello del conte Solmes, fosse destinato a essere compensato con la stessa disgrazia. Troppo spesso a questo mondo le cose prendono codesta piega.
— Farei esplodere una mina, — gridò lo zio Tobia, alzandosi, — e farei saltare le mie fortificazioni e la mia casa insieme, e noi periremmo sotto le loro macerie, prima d’essere presente e di vedere una cosa simile.»
Trim rivolse un lieve, ma riconoscente inchino al suo padrone, e così il capitolo ha termine.