Capitolo decimo
Non so se Susanna, col ritirare la mano troppo improvvisamente dalla spalla del caporale (agitata com’era dalle sue passioni) gli avesse spezzato un po’ la catena delle riflessioni...
O se il caporale cominciasse a sospettare d’esser penetrato nel campo dottorale e di parlare più come il cappellano che non come sé stesso...
O se ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ...
Oppure... perché in tutti questi casi un uomo d’inventiva e di talento può a piacimento riempire di supposizioni un paio di pagine... quale di tutte queste fosse la causa, si lasci che a determinarlo ci pensi il fisiologo indagatore o qualunque altro indagatore; certo è, per lo meno, che il caporale continuò la sua arringa come segue.
«Per parte mia, dichiaro che all’aperto non do assolutamente peso alla morte: neppure tanto così... — aggiunse il caporale, facendo schioccare le dita, ma con un’aria che nessun altro se non il caporale avrebbe saputo dare al sentimento. — In battaglia, non do valore alla morte neppure tanto così... e non mi colga a tradimento, come accadde al povero Joe Gibbins, mentre lucidava il suo fucile. Che mai è? Il premere d’un grilletto, la spinta d’una baionetta un pollice più in là o più in qua crea il divario. Guardate lungo la linea, sulla destra... vedete! Jack è caduto! Ebbene, per lui vale un reggimento di cavalleria. No, è Dick. Tanto meglio per Jack. Non importa chi sia, noi procediamo oltre; nell’ardore dell’inseguimento la stessa ferita ch’essa ci reca non è sentita, la cosa migliore è fronteggiarla, chi fugge è dieci volte più in pericolo di colui che marcia dritto nelle sue fauci. Io l’ho guardata in faccia, — aggiunse il caporale, — cento volte, e so che cos’è. Non è proprio nulla, Obadia, sul campo.
— Ma in casa è spaventosissima, — disse Obadia.
— Personalmente, — disse Gionata, — non ci penso mai quando sono a cassetta.
— A mio giudizio, — rispose Susanna, —- dev’essere una cosa naturalissima a letto.
— Se potessi sfuggirle ficcandomi entro la peggiore pelle di vitello che sia mai servita per fare uno zaino, là lo farei, — disse Trim; — ma è un istinto di natura.
— La natura è natura, — disse Gionata.
— Ecco perché, — esclamò Susanna, — ho tanta compassione della mia padrona. Non si risolleverà più da questo colpo!
— A me il capitano fa più compassione di chicchessia in famiglia, — rispose Trim. — La signora si sfogherà piangendo e il signore parlandone, ma il mio povero padrone lo terrà tutto in silenzio per sé. Lo sentirò sospirare nel suo letto per tutto un mese di seguito, come fece per il luogotenente Le Fever. “Piacendo a vostro onore, non sospirate così pietosamente”, solevo dirgli quando giacevo al suo fianco. “Non posso farci nulla, Trim”, rispondeva il mio padrone, “è un caso così doloroso; non riesco a togliermelo dal cuore”.
— “Vostro onore non teme la morte.” — “Spero, Trim, di non temere nulla”, diceva, “se non di fare una cattiva azione. Beh”, aggiungeva, “qualunque cosa accada, mi prenderò cura del ragazzo di Le Fever.” E con ciò, come con una pozione calmante, suo onore si addormentava.
— Mi piace ascoltare le storie di Trim sul capitano, — disse Susanna.
— È il signore dall’animo più cortese che sia mai vissuto, — disse Obadia.
— Sì, e coraggioso anche, — disse il caporale, — come nessun altro in testa a un plotone. Mai ci fu miglior ufficiale nell’esercito del re, né uomo migliore nel mondo di Dio; perché egli marcerebbe verso la bocca del cannone anche se ne vedesse la miccia accesa sul focone, eppure, con tutto ciò, egli ha verso gli altri il cuore tenero come quello di un fanciullo. Non farebbe male a un pulcino.
— Preferirei fare il cocchiere a un gentiluomo come lui per sette sterline all’anno, — disse Gionata, — che a un altro per otto.
— Grazie, Gionata! per i tuoi venti scellini, — disse il caporale, stringendogli la mano, — è come se tu avessi messo il denaro nella mia tasca. Io lo servirei solo per affetto sino al giorno della mia morte. Per me è un amico e un fratello, e, se fossi sicuro che il mio povero fratello Tom è morto, -— continuò il caporale, tirando fuori il fazzoletto, — e possedessi diecimila sterline, le lascerei tutte al capitano fino all’ultimo scellino. — Trim non poté trattenere le lacrime di fronte a questa prova testamentaria del suo affetto per il padrone. Tutta la cucina ne fu commossa.
— Raccontateci la storia del povero luogotenente, — disse Susanna.
— Di tutto cuore», rispose il caporale.
Susanna, la cuoca, Gionata, Obadia e il caporale Trim formarono circolo attorno al fuoco; e non appena la sguattera ebbe chiuso la porta della cucina, il caporale cominciò.