Capitolo trentacinquesimo
“Le due grandi cause che cospirano tra di loro per abbreviare la nostra vita”, dice Lord Verulam, “sono, in primo luogo, lo spirito interiore, che, come una lenta fiamma, consuma il corpo fino alla morte; e, in secondo luogo, l’aria esterna, che dissecca il corpo fino a ridurlo a cenere, nemici questi che, attaccando i nostri corpi contemporaneamente da dentro e da fuori, alla fine distruggono i nostri organi e li rendono inadatti a compiere le funzioni vitali [296].”
Stando così le cose, la via per la Longevità è piana, altro non essendo richiesto, dice sua signoria, se non riparare al logorio prodotto dallo spirito interiore, rendendone la sostanza più compatta e densa con una regolare somministrazione di sonniferi per un verso, e diminuendone per l’altro verso il calore con tre grani e mezzo di salnitro ogni mattina prima di alzarsi.
La nostra struttura corporea resta ancora esposta agli assalti ostili dell’aria esterna; ma da questi ci si difende con una serie di unzioni grasse, che occludono i pori della pelle in modo tale da non lasciar entrare né uscire la minima particella. Con ciò si arresta ogni traspirazione, sensibile e insensibile, e poiché questa è la causa di molti spregevoli disturbi, una serie di clisteri è il requisito per eliminare gli umori sovrabbondanti e rendere il sistema completo.
Quello che mio padre aveva da dire sui sonniferi di milord Verulam, sul suo salnitro, sulle sue unzioni grasse e sui suoi clisteri, lo leggerete, ma non oggi o domani: il tempo stringe, il lettore è impaziente, io devo andare avanti. Leggerete il capitolo con vostro comodo (se lo desiderate), appena sarà pubblicata la Tristra-paedia.
Per il momento basti dire che mio padre rase al suolo l’ipotesi, e nel far ciò, — il dotto sa come succede, — costruì ed enunciò la propria.