Capitolo nono
Non esiste città in tutta la Francia che, a mio modo di vedere, faccia sulla mappa una figura migliore di MONTREUIL. Riconosco che non fa una figura altrettanto bella sul libro degli itinerari postali; ma quando la si va a vedere, essa ha un aspetto davvero deprimente.
C’è però una cosa presentemente molto bella in essa, e cioè la figlia del locandiere: ella è stata diciotto mesi ad Amiens e sei a Parigi per i suoi studi; perciò sa benissimo lavorare a maglia, cucire, danzare e fare le sue piccole civetterie.
Che briccona! nei cinque minuti che sono stato a guardarla sferruzzare, s’è lasciata scappare almeno una dozzina di maglie nella calza di filo bianco. Sì, sì, vedo, astuta zingara! ch’è lunga e affusolata; non occorre che te la punti al ginocchio, la misura è proprio la tua e ti sta alla perfezione.
Che la Natura dovesse andare a dire a questa creatura una parola sul pollice d’una statua!...
Ma siccome questo modello vale tutti i pollici delle statue, — e poi ho i suoi pollici e per giunta le sue altre dita se possono servirmi come unità di misura, — e Jeanneton (perché questo è il suo nome) si presta inoltre così bene per un ritratto, possa io non tirare più una linea o piuttosto possa io tirare come un cavallo da tiro con dura fatica per tutto il resto della mia vita se non la disegno in tutte le sue proporzioni e con un segno così sicuro come se l’avessi davanti rivestita nel tessuto più bagnato.
Ma le signorie vostre preferirebbero che io dessi loro lunghezza, larghezza e altezza della grande chiesa parrocchiale, o che facessi uno schizzo della facciata dell’abbazia di Saint-Austreberte, qui trasportata da Artois. Credo che ogni cosa sia esattamente come muratori e carpentieri l’hanno lasciata, e se la fede in Cristo continuerà fino allora, lo sarà ancora per altri cinquant'anni: perciò le signorie e reverenze vostre possono prenderne le misure a loro agio. Ma chi vuole misurare te, Jeanneton, deve farlo ora; tu porti i principi del mutamento nella tua struttura e, considerando i casi d’una vita transitoria, non risponderei di te un solo momento; prima che sian trascorsi due volte dodici mesi, potresti diventare come una zucca e perdere le tue forme, o potresti appassire come un fiore e perdere la tua bellezza; peggio, potresti sfiorire come una donna leggiera e perdere te stessa, Non risponderei della zia Dina, se fosse viva; in verità, appena appena per il suo ritratto, purché fosse dipinto dal Reynolds.
Ma se continuo il mio ritratto dopo aver nominato quel figlio d’Apollo, voglio essere ammazzato.
Perciò dovete accontentarvi dell’originale che, se la serata è bella quando passerete da Montreuil, potrete vedere dal finestrino della diligenza, mentre cambiano i cavalli; ma, a meno che non abbiate la maledetta fretta che ho io, fareste bene a fermarvi. Ella ha un po’ della bigotta: ma questo, signore, è una terza contro una nona a vostro favore [394].
Signore Iddio, aiutatemi! io non ho potuto segnare neanche un punto, a mio vantaggio: perciò sono stato vinto e stravinto [395] e liquidato con un maledetto cappotto.