112.

Ottobre 2007

Alle otto in punto, quando il suo cellulare finalmente squillò, Abby era già sveglia, in piedi e vestita da almeno un paio d’ore. Non era riuscita a dormire per quasi tutta la notte, ma era rimasta distesa sul letto – quel letto dal materasso duro e dal piccolo cuscino gibboso – ascoltando il traffico sul lungomare, le sirene che laceravano la notte di tanto in tanto, le grida degli ubriachi e i tonfi delle portiere che sbattevano.

Era preoccupata da morire per sua madre. Poteva resistere un’altra notte senza medicine? Oppure lo stress e gli spasmi le avevano provocato un attacco di cuore o un ictus? Si sentiva del tutto impotente, e sapeva che quello stronzo di Ricky avrebbe fatto leva proprio su quello. Ci contava.

Ma era anche ben consapevole che Ricky aveva avuto modo di vedere quanto lei potesse essere furba, dal tempo trascorso insieme a Melbourne e ora dagli eventi occorsi negli ultimi giorni. Non sarebbe stato facile. Ricky non avrebbe abbassato la guardia nemmeno per un istante.

Dove avrebbe fissato il loro incontro? In un garage multipiano? In uno dei parchi cittadini? Al molo di Shoreham? Cercò di pensare dove si incontravano le persone nei film per effettuare lo scambio degli ostaggi. A volte li scaraventavano da una macchina in corsa o li lasciavano in un’auto abbandonata da qualche parte.

Ogni sua supposizione si scontrava contro il muro di gomma dell’ignoto. Abby non aveva indizi, non era in grado di fare previsioni. Ma aveva deciso – e ciò era assolutamente non negoziabile – che, prima di fare qualsiasi cosa, avrebbe preteso una prova inconfutabile, da poter vedere con i propri occhi, che sua madre era ancora viva.

Poteva fidarsi della polizia? Che cosa sarebbe successo se lui si fosse accorto di loro e si fosse fatto prendere dal panico?

A fare da contraltare a questo pensiero c’era il dubbio che Ricky le restituisse davvero sua madre. Sempre che fosse ancora viva. Il sequestro di una anziana malata, la sofferenza alla quale l’aveva sottoposta, erano la dimostrazione evidente di che razza di bastardo insensibile potesse essere.

Il display mostrò il consueto Numero privato.

Abby premette il pulsante di risposta.

Doppia identità
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