39.

Ottobre 2007

Avrebbe potuto uccidere per un cappuccino di Starbucks. O per un caffè appena fatto. Ma non osava lasciare il suo posto di osservazione. Che si scendesse con l’ascensore o dalla scala antincendio, c’era soltanto un modo di uscire dall’edificio, ovvero dalla porta principale che lui stava tenendo d’occhio. Non voleva correre rischi. Lei era rimasta in casa troppo a lungo, molto più del normale, e lui aveva la sensazione che stesse tramando qualcosa.

Trovarla era stato già abbastanza difficile – e dispendioso, per giunta. Aveva avuto un solo colpo di fortuna: un vecchio amico nel posto giusto.

Be’, in realtà era nel posto sbagliato, perché Donny Winters era in prigione per furto di identità e frode bancaria, ma era la Ford Open Prison, dove gli orari di visita erano ragionevoli e che si trovava a meno di un’ora di macchina da lì. Era stato un azzardo andare a trovarlo, e gli era costato parecchio a causa delle mazzette che secondo Donny sarebbero servite a ungere gli ingranaggi.

Aveva avuto ragione, ovviamente, in tutto e per tutto. Tutte le donne chiamano la mamma. E la madre di Abby era malata. Abby pensava che sarebbe stata al sicuro, telefonando da un cellulare usa e getta con il numero nascosto.

Stupida stronza.

Stupida stronza avida.

Sorrise al suo GSM 3060 Intercept, che ora era posato su una cassetta di frutta vuota di fronte a lui. Se eri entro la portata o del cellulare che effettuava la chiamata o di quello che la riceveva, potevi ascoltare e – cosa assai utile – vedere sia il numero del mittente, anche se criptato, sia quello del destinatario, che si trattasse di un telefonino o di una linea fissa. Ma ovviamente Abby non poteva saperlo.

Era bastato accamparsi in un’auto a noleggio vicino all’appartamento della madre di Abby a Eastbourne e attendere che sua figlia la chiamasse. L’attesa non era durata a lungo. Poi, con una semplice telefonata a un amico che installava antenne radio per cellulari, era riuscito nel giro di due giorni a risalire all’ubicazione del ripetitore che aveva raccolto il segnale del cellulare di Abby.

Aveva scoperto che le antenne della rete telefonica mobile nelle città densamente popolate distano raramente più di qualche centinaio di metri l’una dall’altra, e spesso ancora meno. E Donny gli aveva insegnato che, oltre a ricevere e a trasmettere le telefonate, i ripetitori dei cellulari funzionano da radiofari. Anche in stand-by, un telefono si mantiene in contatto con il ripetitore più vicino, trasmettendo costantemente un segnale di “saluto” e ricevendone uno di risposta.

Lo schema dei segnali provenienti dal telefono di Abby mostrava che difficilmente si allontanava dal raggio d’azione di un certo ripetitore, una macrocella Vodafone situata all’incrocio tra Eastern Road e Boundary Road a Kemp Town.

Si trovava nei pressi della Marine Parade, che collegava il molo Palace alla Marina, fiancheggiata da un lato da alcune delle facciate in stile Regency più belle della città e dall’altro da una passeggiata recintata con vista sulla spiaggia e sul canale della Manica. Appena oltre e nella zona retrostante la Marine Parade, si dipanava un reticolo di strade, la maggior parte delle quali residenziali e quasi tutte occupate da un misto di appartamenti, alberghi a buon mercato e bed-and-breakfast.

Si era ricordato di quanto Abby amasse la vista sul mare del suo appartamento e aveva immaginato che fosse vicina al mare, quasi certamente in una casa da cui potesse vederlo. A quel punto, era stato un banale lavoro di misurazione e calcolo identificare il gruppo di strade in cui Abby poteva essere andata a vivere. Tutto ciò che aveva dovuto fare era stato perlustrare un po’ la zona, camuffato, nella speranza di vederla apparire. E, nel giro di tre giorni, ci era riuscito. L’aveva vista entrare in un’edicola in Eastern Road e l’aveva seguita fino alla porta del suo palazzo.

Aveva avuto la tentazione di agire subito, ma era troppo rischioso. Troppa gente nei paraggi. Bastava che lei si mettesse a gridare, ed era spacciato. Era quello il problema, il vantaggio che aveva su di lui. E che sapeva di avere.

Ora la pioggia si era tramutata in acquazzone, scrosciava rumorosamente tutto intorno. In una giornata come quella sarebbe stato bello avere il servizio in camera, pensò. Ma, ehi, non si poteva avere tutto! Almeno, non senza un po’ di pazienza.

Quando era ragazzino andava spesso a pesca con suo padre. Come lui, suo padre era sempre stato appassionato di elettronica. Aveva comprato uno dei primi galleggianti elettronici mai prodotti. Se un pesce lo urtava e lo faceva scendere sott’acqua, scattava un allarme acustico del piccolo trasmettitore posato a terra vicino alle loro sedie pieghevoli.

Il suono somigliava a quello che stava emettendo ora il suo sistema di intercettazione mentre sfogliava le pagine del Daily Mail. Un bip acuto, distinto, seguito da un altro in rapida successione.

La puttana stava facendo una telefonata.

Doppia identità
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