74.
Ottobre 2007
L’aria fresca e la colazione fritta avevano avuto l’effetto sperato sui suoi postumi da sbronza, decise Roy Grace, sentendosi riassumere un sembiante umano mentre tornava a piedi lungo Church Street ed entrava nel parcheggio multipiano della NCP.
Infilò il biglietto nella macchina, facendo una smorfia come ogni volta che parcheggiava lì alla vista della somma indecente indicata dal display, poi salì le scale fino al suo livello, pensando a Terry Biglow.
Forse si stava rammollendo, perché si scoprì a sentirsi un po’ dispiaciuto per quell’uomo – ma non per il suo viscido compagno. Un tempo Biglow aveva avuto una specie di stile, ed era uno degli ultimi membri di una generazione di criminali che, se non altro, rispettava la polizia.
A quel povero bastardo non sembrava restasse molto da vivere. Cosa pensava uno come lui mentre si avvicinava alla fine della vita? Gli importava qualcosa di averla totalmente sprecata, senza aver dato nulla di positivo al mondo? Di aver giocato un ruolo fondamentale nel rovinarne innumerevoli altre per ritrovarsi lui stesso a stringere un pugno di mosche? Nemmeno la salute, gli era rimasta...
Aprì la macchina, poi si sedette al volante e ripassò gli appunti che aveva scritto durante l’incontro. Più o meno a metà, si fermò e telefonò a Glenn Branson per dargli la notizia che Ronnie aveva avuto una seconda moglie di nome Lorraine. Poi gli disse di prendere con sé Bella Moy e di interrogare le persone che Terry Biglow gli aveva segnalato come i migliori amici di Ronnie Wilson, i Klinger. Stephen Klinger al momento dirigeva un grosso emporio di antichità a Brighton e doveva essere relativamente facile da trovare.
Quando riagganciò, il suo telefono squillò subito. Era Cleo.
“Come vanno i postumi, Soprintendente Grace?” gli domandò.
Era strano, pensò Roy. Sandy l’aveva sempre chiamato soltanto Grace e ora, di tanto in tanto, lo faceva anche Cleo. Al tempo stesso trovava la cosa molto dolce.
“Postumi? E tu come fai a saperlo?”
“Perché mi hai telefonato dal pub verso le undici e mezza di ieri sera, biascicando dichiarazioni d’amore.”
“Sul serio?”
“Oh-oh, amnesia. Dev’essere stata una seduta particolarmente impegnativa.”
“Già. Cinque ore di problemi coniugali di Glenn Branson. Abbastanza per spingere chiunque alla bottiglia.”
“Inizio a pensare che il suo matrimonio sia allo stadio terminale.”
“Già, la direzione è quella.”
“Io... ehm... avrei bisogno di un favore”, disse Cleo, cambiando tono. D’un tratto, era tutta dolce e allegra.
“Che genere di favore?”
“Un’ora del tuo tempo, tra le cinque e le sei.”
“Cosa vuoi che faccia?”
“Be’, devo soltanto andare al lavoro a prendermi carico di un suicidio piuttosto spiacevole – un tipo che si è messo in bocca una calibro dodici nel capanno degli attrezzi – e la Coroner non è soddisfatta dell’analisi delle circostanze. Vuole un patologo ufficiale, e così il nostro buon amico Theobald verrà a fare l’autopsia questo pomeriggio. Il che significa che non posso portare Humphrey alla lezione di addestramento.”
“Addestramento?”
“Sì, ho pensato che sarebbe l’occasione buona perché tu e Humphrey facciate amicizia.”
“Cleo, sono nel bel mezzo di un’indagine davvero...”
Tagliando corto, lei lo interruppe. “La tua indagine per omicidio riguarda una donna morta da dieci anni. Un’ora non farà poi molta differenza. Soltanto un’ora, non ti chiedo altro. È il primo giorno del nuovo corso di addestramento per cani e mi piacerebbe davvero che Humphrey non lo perdesse. E, siccome so che tu lo farai, perché sei un uomo tanto adorabile, ti offro una ricompensa davvero fantastica!”
“Una ricompensa?”
“Okay. La lezione di addestramento è dalle cinque alle sei... Ecco l’accordo. Tu ci porti Humphrey e io ti cucino gli scampi e le capesante alla thailandese.”
L’aveva convinto, immediatamente. La frittura di scampi e capesante di Cleo era uno dei piatti migliori del suo stupefacente repertorio culinario. Si poteva quasi morire, per una cosa del genere.
Prima che Roy avesse il tempo di commentare, Cleo aggiunse: “Mi sono anche procurata una bottiglia molto speciale di Sauvignon Blanc della Cloudy Bay e l’ho già messa in frigo per te.” Fece una pausa e poi, con voce profonda e seducente, disse: “E...”
“E?”
Ci un lungo silenzio, disturbato soltanto dal rumore dell’elettricità statica sulla linea.
“Che cos’è quell’e?” domandò lui.
Ancora più seducente, Cleo disse: “Lo lascio alla tua immaginazione”.
“Hai in mente qualcosa in particolare?”
“Sì, molte cose... Dobbiamo anche rifarci di tutta la notte scorsa, stanotte. Credi di poter essere all’altezza della situazione, considerati i postumi della sbronza?”
“Credo di farcela.”
“Benissimo. Allora, tu fai il bravo con Humphrey e io in cambio faccio la brava con te. Andata?”
“Posso portare dei biscotti?”
“Per Humphrey?”
“No, per te.”
“Vaffanculo, Grace.”
Roy sogghignò.
“Ah, e un’altra cosa... non ti eccitare troppo. A Humphrey piace molto rosicchiare le cose dure...”