78.
Ottobre 2007
Il quarto briefing dell’Operazione Dingo iniziò alle sei e mezza del pomeriggio. Ma poco prima di dare lettura del rapporto ai membri della squadra, Roy Grace esitò, notando che Glenn Branson lo guardava storto e arricciava il naso, come per trasmettergli un segnale.
“C’è qualche problema?” gli domandò Grace.
Poi notò che anche molti altri agenti riuniti intorno al tavolo lo stavano fissando.
“Hai uno strano odore, boss”, disse Glenn. “Se mi permetti di andare sul personale, non è il tuo solito profumo di rose. Se ci siamo capiti. Hai calpestato qualcosa? Sei caduto dentro qualcosa?”
Grace si rese conto con orrore a cosa si riferiva il detective. “Oh, certo. Mi scuso. Io... sono appena stato a un corso di addestramento per cani. Quel piccolo bastardo ha vomitato in macchina. Credevo di essere riuscito a levarmi quel fetore di dosso.”
Bella Moy frugò nella borsetta e porse a Grace un deodorante spray. “Questo risolverà la cosa”, disse.
Con un pizzico di esitazione, Grace si spruzzò il deodorante sui pantaloni, sulla camicia e sulla giacca.
“Adesso puzzi di bordello”, commentò Norman Potting.
“Be’, grazie mille davvero”, replicò Bella, indignata.
“Non che io sappia che odore hanno, ovviamente”, borbottò Potting in un debole tentativo di rimediare alla situazione. Poi aggiunse: “Ho letto di recente che in Corea i cani se li mangiano.”
“Ora basta, Norman”, disse severo Roy Grace, tornando ai suoi appunti dattiloscritti. “Okay, Bella, puoi farci rapporto su quello che hai scoperto in merito al viaggio di Joanna negli Stati Uniti? Il mio informatore non ha saputo dirmi niente.”
“Ho contattato l’agente nell’ufficio del Procuratore Distrettuale di New York che mi avevi suggerito. Mi ha mandato un’e-mail un’ora fa, dicendo che prima dell’undici settembre l’immigrazione veniva gestita dall’Agenzia per l’Immigrazione e la Naturalizzazione. Poi si sono uniti con la Dogana e ora si chiamano Polizia Doganale e dell’Immigrazione. Lui dice che a meno che sia entrata con un visto per una permanenza prolungata, non sarà possibile trovarne traccia dei registri. Ha controllato i registri degli anni Novanta e mi ha detto che non sembra che abbia usato un visto particolare, ma dice che non c’è modo di conoscere i suoi spostamenti.”
“Okay, grazie. E-J, come te la stai cavando la famiglia? Sei riuscita a rintracciare qualche parente di Joanna Wilson?”
“Be’, non sembra ne avesse molti. Ho trovato un fratellastro gay – un tipo davvero particolare. Si fa chiamare Mitzi Dufors, ha più o meno sessant’anni, indossa pantaloncini corti di pelle nera e ha il corpo ricoperto di piercing. Fa una specie di spettacolo come drag queen in un gay club di Brighton. Non aveva molte cose belle da dire sulla sua defunta sorellastra.”
“Non ci si può fidare di vecchietti che portano pantaloncini di pelle”, si intromise Norman Potting.
“Norman!”, esclamò Grace, lanciandogli un’occhiata di avvertimento.
“Non è che tu sei un guru della moda, Norman, sai?” ribatté Bella.
“Okay, tutti e due, ora basta!”, sbottò Grace.
Potting si strinse nelle spalle come un bambino petulante.
“Qualcos’altro dal fratellastro?”
“Ha detto che da sua madre Joanna aveva ereditato una casetta a Brentwood, circa un anno prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Secondo lui ha usato i proventi della vendita per finanziare la sua carriera di attrice a Los Angeles.”
“Dovremmo cercare di scoprire a quanto ammontava quella somma, e che fine ha fatto. Ottimo lavoro, Emma-Jane.”
Grace prese qualche appunto, poi si rivolse a Branson. “Glenn, tu e Bella siete riusciti a trovare i Klinger?”
Branson sogghignò. “Direi che abbiamo beccato Stephen Klinger nel momento ideale, subito dopo pranzo – pieno come un otre e più che disposto a fare una chiacchierata. Ci ha raccontato che Joanna Wilson non piaceva a nessuno – a sentir lui era proprio una stronza. Ha fatto a Ronnie un bel servizietto, l’ha irretito, e a nessuno è importato molto quando l’ha scaricato – o almeno così sembrava – per andarsene negli States. Ha confermato che Ronnie si è risposato, dopo aver aspettato coscienziosamente i tempi di legge per l’abbandono coniugale, con Lorraine. Quando Ronnie è morto Lorraine era inconsolabile. E la cosa che ha peggiorato il tutto – se possibile – per lei, è che lui l’ha lasciata finanziariamente nella merda.”
Grace prese appunti.
“Le hanno pignorato la macchina, poi anche la casa. Sembra che Wilson fosse una tigre di carta. Non aveva beni, di nessun tipo. Niente. Sua moglie ha finito con l’essere sfrattata dalla sua villetta di lusso a Hove e si è trasferita in un appartamento in affitto. Più o meno un anno dopo, nel novembre del 2002, ha lasciato un biglietto di addio e si è buttata giù dal traghetto Newhaven-Dieppe.” Fece una pausa. “Siamo andati a trovare anche la signora Klinger, che ha più o meno ribadito la versione del marito.”
“Ci sono parenti in grado di confermare lo stato mentale di Lorraine?” domandò Grace.
“Sì, una sorella che fa la hostess per la British Airways. Le ho appena parlato. Era al lavoro e non poteva dilungarsi. Ho appuntamento con lei domani. Ma anche lei ha ripetuto le stesse cose che ci ha detto Klinger. Ah, sì, ha detto di aver accompagnato Lorraine a New York non appena lo spazio aereo è stato riaperto. Hanno passato una settimana in giro per la città con una grossa fotografia di Ronnie. Loro e più o meno un altro milione di persone.”
“Dunque lei è convinta che Ronnie sia morto l’undici settembre.”
“Senza il minimo dubbio”, disse Glenn. “Ronnie aveva un incontro d’affari nella Torre Sud con un certo Donald Hatcook. Tutte le persone che si trovavano a quel piano al momento dell’attacco sono morte – quasi di sicuro all’istante.” Diede un’occhiata ai suoi appunti. “Mi hai chiesto di un tipo, un tale Chad Skeggs?”
“Sì, che cosa hai scoperto?”
“È ricercato dall’Anticrimine di Brighton per un’aggressione a sfondo sessuale nei confronti di una giovane donna avvenuta nel ’90. Secondo la versione della donna, lui l’avrebbe rimorchiata in un bar e poi accompagnata a casa, dove l’ha picchiata selvaggiamente. Il fatto potrebbe essere collegato al mondo sadomaso. È possibile che da principio lei fosse consenziente, ma lui ha superato il limite. Un’aggressione brutale, l’accusa era di lesioni personali e stupro. Ma al tempo venne deciso che non era di pubblico interesse andare in Australia e riportarlo in patria. Non credo che lo vedremo più in Inghilterra, a meno che non sia veramente molto stupido.”
Grace si rivolse al detective Nicholl. “Nick, tu cos’hai da riferire?”
“Be’”, disse lui, “in effetti qualcosa di interessante ci sarebbe. Dopo aver effettuato una ricerca su scala nazionale per Wilson, che non ha portato a niente che non sapessimo già, ho pensato che un uomo d’affari come lui, con la sua bella casa nella zona più prestigiosa di Hove, avesse probabilmente stipulato un’assicurazione sulla vita. Ho indagato un po’ in giro e ho scoperto che Ronnie Wilson aveva un’assicurazione sulla vita per una somma di poco superiore a un milione e mezzo di sterline con la Norwich Union. Polizza stipulata nel ’99.”
“Evidentemente la vedova non ne era a conoscenza”, constatò Grace.
“Io invece credo che lo sapesse”, disse Nick Nicholl. “Le hanno versato l’intera somma nel marzo del 2002.”
“Quando viveva in quell’appartamento in affitto, in ristrettezze economiche?” domandò Grace.
“E c’è di più”, continuò il detective. “Nel luglio del 2002, dieci mesi dopo la morte di suo marito, Lorraine Wilson ha ricevuto un indennizzo di due milioni e mezzo di dollari dal fondo di risarcimento per le vittime dell’undici settembre.”
“Tre mesi prima che si buttasse dal traghetto”, commentò Lizzie Mantle.
“Tre mesi prima che si presume si sia buttata dal traghetto Newhave-Dieppe”, precisò Nick Nicholl. “È ancora registrata dalla Polizia del Sussex come persona scomparsa. Ho dato un’occhiata al dossier, e all’epoca gli investigatori non erano del tutto convinti che si fosse uccisa. Poi, però, la pista si è raffreddata.” Quindi aggiunse: “L’investigatore dell’assicurazione assegnato alla polizza di Ronnie Wilson... nemmeno lui era persuaso al cento percento. Ma in quei giorni c’era molta pressione politica perché le famiglie delle vittime dell’undici settembre venissero pagate alla svelta.”
“Due milioni e cinquecentomila dollari – con il tasso di cambio di quei giorni, dovevano essere più o meno un milione e settecentocinquantamila sterline”, disse Norman Potting.
“Dunque lei sarebbe morta nella più assoluta indigenza con più di tre milioni di sterline in banca?” disse Bella.
“Sai quanti cioccolatini potresti comprarti, con una somma del genere?” le disse Norman Potting.
“Tranne per il fatto che i soldi non erano in banca”, disse Nick Nicholl. Prese due cartellette. “Grazie a Steve sono riuscito ad accelerare un po’ la procedura burocratica.”
Rivolse un cenno di ringraziamento al trentenne detective Mackie, seduto in fondo al tavolo con un paio di jeans e una camicia bianca con il colletto aperto.
Mackie parlava in tono pacato e autorevole e aveva un’aria efficiente, cosa che a Grace non dispiaceva affatto. “Mio fratello lavora per la HSBC. Ha dato una spinta alla mia richiesta.”
A quel punto Nick Nicholl tolse alcuni fogli da una delle cartellette. “Questi sono gli estratti conto congiunti di Ronnie e Lorraine Wilson più o meno fino al 2000. Mostrano scoperti di conto sempre più consistenti, con versamenti occasionali e di scarsa entità.” Rimise i fogli nella cartelletta e aprì l’altra. “Questo è molto più interessante. È un conto corrente bancario aperto a nome di Lorraine Wilson nel dicembre del 2001.”
“Per i soldi dell’assicurazione sulla vita?” domandò Lizzie Mantle.
Nick Nicholl annuì e Grace lo guardò, sorpreso. Nicholl era sempre stato un tipo piuttosto insicuro, ma in quel momento sembrava tutto il contrario.
“Sì, sono stati depositati nel marzo del 2002.”
“Non riesco a capire come li abbiano liquidati così alla svelta”, si chiese Lizzie Mantle. “Pensavo che, quando non c’è il ritrovamento del corpo, si debba aspettare sette anni prima che una persona scomparsa venga dichiarata morta.” Mentre parlava, evitò deliberatamente lo sguardo di Roy Grace, sapendo quanto quello, per lui, fosse un tasto delicato.
“C’è stato un accordo internazionale, grazie a un’iniziativa del sindaco Giuliani”, disse Steve Mackie, “per ridurre il periodo di legge per le famiglie delle vittime dell’undici settembre, e favorire così la rapidità degli indennizzi.”
Nick Nicholl aprì a ventaglio davanti a sé diversi estratti conto bancari, come il mazziere in una partita a poker. “Ma è qui che la cosa diventa davvero interessante. L’intero ammontare della liquidazione, un milione e mezzo di sterline, è stato prelevato a più riprese, in contanti, nel corso dei tre mesi successivi.”
“E cosa ne ha fatto Lorraine Wilson?” domandò Grace.
Nick Nicholl sollevò le braccia. “Sua sorella era completamente sbalordita quando gliel’ho detto. Semplicemente, non ci ha creduto. Ha detto che Lorraine viveva grazie ai soldi che le prestavano lei e qualche altro amico.”
“E l’indennizzo per l’undici settembre?” chiese Grace.
“Quello è finito sul suo conto corrente nel luglio del 2002.” Nicholl prese l’estratto conto in questione. “Poi è successa la stessa cosa. I soldi sono stati prelevati a scaglioni, in contanti, tra il luglio del 2002 e una data poche settimane prima che Lorraine lasciasse la lettera di suicidio.”
L’intera squadra era perplessa. Glenn Branson si picchiettava i denti con una penna a sfera. Lizzie Mantle, occupata a scrivere un appunto, sollevò lo sguardo.
“E non abbiamo idea per cosa siano stati usati questi soldi?” domandò. “Lorraine Wilson ha detto a qualcuno della banca a cosa le servivano tutti quei contanti? È probabile che le abbiano fatto qualche domanda, con un prelievo del genere.”
“La politica della banca è di verificare se i clienti sono minacciati o sotto coercizione quando prelevano grosse somme in contanti”, spiegò il detective Mackie. “Quando è stato chiesto a Lorraine, lei ha risposto che la banca non l’aveva aiutata quando era morto suo marito e che lei non aveva nessuna intenzione di lasciare i soldi da loro.”
“La signora era una tosta”, commentò Lizzie Mantle.
“Sbaglio o si sta formando una sorta di schema, qui?” domandò Norman Potting. “La prima moglie di Wilson eredita, dice ai suoi amici che se ne va in America e finisce in un canale di scolo. Poi la seconda moglie eredita e finisce a mollo nella Manica.”
Annuendo a Norman, Grace decise che era giunto il momento di aggiungere l’informazione che gli aveva dato Cassian Pewe. “Questo potrebbe gettare un po’ di luce sulle cose”, disse. “Il mese scorso, la polizia di Geelong, vicino a Melbourne, in Australia, ha trovato il corpo di una donna nel bagagliaio di una macchina in un fiume”, disse. “I rapporti medico-legali dicono che era morta da circa due anni. La donna aveva delle protesi al seno, che sono state fatte risalire a un lotto consegnato al Nuffield Hospital qui, a Woodingdean, nel giugno del ’97. La destinataria delle protesi, secondo il numero di serie, era Lorraine Wilson.”
Fece una pausa per permettere agli altri di assorbire l’informazione.
“Quindi, – cos’ha fatto, è andata a nuoto dalla Manica all’Australia e poi ha risalito un fiume?” disse Glenn Branson. “Con tre milioni di sterline ripiegate nel costume da bagno.”
“E non è tutto”, continuò Roy Grace. “Era incinta di quattro mesi. La polizia australiana non è stata in grado di trovare una corrispondenza per il dna della madre nei loro database, o una corrispondenza per il padre, e si sono chiesti se per caso poteva esserci qualcosa nel Database Nazionale del dna del Regno Unito. Stiamo aspettando i risultati. Se tutto va bene, domani dovremmo sapere se esistono delle corrispondenze per entrambi.”
“Sembra che abbiamo un problema, Houston”, disse Norman Potting.
“O forse è una pista”, lo corresse Grace. “L’autopsia di Melbourne ha indicato lo strangolamento come probabile causa della morte”, continuò. “Sono arrivati a questa conclusione perché l’osso ioide di Lorraine Wilson – l’osso a forma di U alla base del collo – era fratturato.”
“E questa è anche la probabile causa della morte di Joanna Wilson”, disse Nick Nicholl.
“Esatto, ricordi bene”, disse Grace. “Sei veramente in forma, oggi, Nick. Sono felice che le tue notti senza sonno non ti abbiamo obnubilato il cervello!”
Nicholl arrossì compiaciuto.
“Ronnie Wilson non se la cava male per essere un uomo morto”, disse Norman Potting. “È riuscito a strangolare sua moglie.”
“Non abbiamo prove sufficienti per poterlo supporre, Norman”, disse Grace, anche se, in privato, aveva lo stesso dubbio. Diede un’occhiata alla sua agenda. “Okay, allora ecco cosa faremo. Se ha speso più di tre milioni di sterline in contanti nel breve volgere di qualche mese, qualcuno se ne sarà accorto. Glenn e Bella, voglio che voi vi occupiate di questo. Cominciate di nuovo dai Klinger. Scoprite tutto quello che potete sulla cerchia di persone che frequentavano i Wilson. Per cosa spendevano i soldi? Lui giocava d’azzardo? Hanno comprato una casa all’estero? O una barca? Tre milioni e duecentocinquantamila sterline sono un sacco di soldi – e il loro valore era ancora più alto, cinque anni fa.”
Branson e Bella annuirono in simultanea.
“Steve, puoi usare la tua corsia preferenziale con la banca per scoprire cosa ne è stato dell’eredità di Joanna Wilson? So che stiamo parlando di dieci anni fa e che potrebbero non esserci più tracce documentali, ma fai tutto il possibile.”
Grace fece una pausa per controllare i suoi appunti, poi proseguì. “Domani vado a New York per vedere cosa riesco a scoprire. Conto di ripartire giovedì notte, in modo da essere qui per venerdì mattina. Voglio che voi, Norman e Nick, andiate in Australia.”
Potting sembrò deliziato dalla notizia, ma Nicholl sembrava preoccupato.
“Il vostro volo è stato prenotato per domani sera. Perderete un giorno e arriverete là venerdì mattina presto, ora di Melbourne. Potrete investigare per un giorno intero e, con la differenza di fuso orario, sarete in grado di farci rapporto durante la nostra riunione di venerdì mattina. Sembra che tu sia preoccupato per qualcosa, Nick. Non riesci a liberarti per qualche giorno dai tuoi compiti di padre?”
Il detective annuì.
“Nessuna obiezione, dunque?”
Nicholl scosse la testa, questa volta con maggior vigore.
“Uno di voi è già stato in Australia?”
“No, ma ho un cugino a Perth”, rispose Nick Nicholl.
“È lontana da Melbourne quasi quanto Brighton”, disse Bella.
“Quindi non avrò il tempo di passare a trovarlo?”
“Non stai andando in vacanza. Stai andando a svolgere un’inchiesta”, commentò Grace.
Nick Nicholl annuì.
“A seguire le tracce di una morta”, disse Norman Potting.
E, sospettava Grace, a seguire anche le orme di un morto.