Capitolo 45

 

 

 

 

 

Milano, 3 gennaio. 9:16.

 

La BMW X3 sobbalzò sui binari di via Toti e svoltò a destra, verso corso Vercelli, passando sotto la fitta ragnatela dei cavi elettrici dei tram.

Hide Tanaka sedeva sul sedile del passeggero voltato verso quello posteriore, con il ginocchio sinistro puntato sullo schienale e il gomito sul poggiatesta. Osservava in silenzio il frutto delle sue fatiche: Manuel Cassini, seduto in mezzo a due energumeni con lo sguardo truce.

Il professore aveva la testa bassa e si strofinava le mani l’una sull’altra, in modo nervoso. La sua fuga era durata poco più di un giorno e, alla fine, il giapponese con la voce di Gandalf aveva avuto la meglio.

«Mi fa piacere rincontrarla», grugnì Tanaka con il suo solito tono gutturale. «Ci ha reso la vita un po’ più difficile di quanto ci aspettassimo».

Cassini alzò la testa ma non replicò, limitandosi a fissare il cielo nuvoloso oltre il parabrezza. L’auto si fermò a un semaforo rosso.

«Perdoni lo sfogo, professor Cassini, ma lei è il simbolo vivente dei tempi che cambiano». Tanaka fece una pausa e poi indicò la strada all’autista: «Via Sardegna. Di là!».

Il semaforo divenne verde e l’auto si lasciò alle spalle un grande palazzo in restauro e un edificio simile a una chiesa: sopra il tetto c’era l’insegna del TEATRO NAZIONALE.

«Una volta, quando le spie agivano sotto l’egida di una bandiera era facile capire chi era il tuo nemico», continuò Tanaka. «Da quando le nazioni hanno smesso di farsi la guerra, ci tocca invece lavorare per le corporation, che si contendono segreti industriali e brevetti. La società che oggi ti dà da mangiare domani potrebbe diventare il tuo obiettivo».

Cassini restò in silenzio. Un turbine di pensieri avevano riempito la sua mente. Si era domandato chi fossero quegli uomini e dove lo stessero portando. Ma la domanda principale era sempre la stessa: perché?

«Professore, la farò breve: lei possiede un prototipo che appartiene ai nostri clienti». L’auto sobbalzò e Tanaka, senza cintura, fu costretto ad aggrapparsi alla maniglia. «Ci dica dov’è e la lasceremo andare immediatamente. Vede quel marciapiede?».

Cassini, quasi con un riflesso condizionato, osservò sul ciglio della strada il punto esatto indicatogli del giapponese: era tra una pompa di benzina e un filare di alberi spogli.

«Se mi consegna il prototipo, tra pochi minuti sarà libero di camminare sul quel marciapiede», bisbigliò ancora. «Se non lo farà subito, invece, temo che la giornata sarà un po’ più complicata. Per tutti. Sappiamo che nel suo hotel e nella Mini a noleggio non c’è, perché ci siamo presi la libertà di guardare prima di venire a disturbarla…».

«Io non so perché mi avete rapito. Ma temo che abbiate sbagliato persona…». Cassini, ormai, dopo le parole del giapponese, aveva capito alla perfezione che quegli uomini cercavano gli OCST. Aveva immaginato che dispositivi come quelli dovessero essere molto richiesti sul mercato… Se aveva ragione, però, quegli uomini non si sarebbero fatti tanti scrupoli: in molti erano già morti per colpa di quei piccoli microchip. C’era solo un problema: lui non aveva idea di dove fossero.

«Professore, non ci prenda per stupidi. Conosce alla perfezione ciò di cui parliamo! Non vorrà mica tenerli tutti per sé?», indagò Tanaka. «Sa cosa succede a chi ne abusa? Impazzisce… provi a chiederlo al suo amico monsignore».

Cassini scosse la testa. Se avesse detto la verità, cioè che lui non aveva idea di dove fossero gli OCST, quegli uomini certamente l’avrebbero eliminato. Doveva guadagnare tempo. Ma come?

Nel frattempo l’auto era arrivata all’incrocio con una strada più trafficata: due file di alberi la dividevano in tre corsie. Appena la BMW si immise su viale Misurata, l’autista sussurrò qualcosa a Tanaka, che si irrigidì. Un rivolo di sudore gli solcò la guancia. Cambiò posizione e poi picchiettò con il dito ossuto sullo specchietto retrovisore. Infine, rivolto a Rafael, il nero seduto accanto a Cassini, mugugnò: «Abbiamo compagnia».

La chiave di Dante
copertina.html
collana.html
colophon.html
frontespizio.html
chiave-3.xhtml
chiave-4.xhtml
chiave-5.xhtml
chiave-6.xhtml
chiave-7.xhtml
chiave-8.xhtml
chiave-9.xhtml
chiave-10.xhtml
chiave-11.xhtml
chiave-12.xhtml
chiave-13.xhtml
chiave-14.xhtml
chiave-15.xhtml
chiave-16.xhtml
chiave-17.xhtml
chiave-18.xhtml
chiave-19.xhtml
chiave-20.xhtml
chiave-21.xhtml
chiave-22.xhtml
chiave-23.xhtml
chiave-24.xhtml
chiave-25.xhtml
chiave-26.xhtml
chiave-27.xhtml
chiave-28.xhtml
chiave-29.xhtml
chiave-30.xhtml
chiave-31.xhtml
chiave-32.xhtml
chiave-33.xhtml
chiave-34.xhtml
chiave-35.xhtml
chiave-36.xhtml
chiave-37.xhtml
chiave-38.xhtml
chiave-39.xhtml
chiave-40.xhtml
chiave-41.xhtml
chiave-42.xhtml
chiave-43.xhtml
chiave-44.xhtml
chiave-45.xhtml
chiave-46.xhtml
chiave-47.xhtml
chiave-48.xhtml
chiave-49.xhtml
chiave-50.xhtml
chiave-51.xhtml
chiave-52.xhtml
chiave-53.xhtml
chiave-54.xhtml
chiave-55.xhtml
chiave-56.xhtml
chiave-57.xhtml
chiave-58.xhtml
chiave-59.xhtml
chiave-60.xhtml
chiave-61.xhtml
chiave-62.xhtml
chiave-63.xhtml
chiave-64.xhtml
chiave-65.xhtml
chiave-66.xhtml
chiave-67.xhtml
chiave-68.xhtml
chiave-69.xhtml
chiave-70.xhtml
chiave-71.xhtml
chiave-72.xhtml
chiave-73.xhtml
chiave-74.xhtml
chiave-75.xhtml
chiave-76.xhtml
chiave-77.xhtml
chiave-78.xhtml
chiave-79.xhtml
chiave-80.xhtml
chiave-81.xhtml
chiave-82.xhtml
chiave-83.xhtml
chiave-84.xhtml
chiave-85.xhtml
chiave-86.xhtml
chiave-87.xhtml
chiave-88.xhtml
chiave-89.xhtml
chiave-90.xhtml
chiave-91.xhtml
chiave-92.xhtml
chiave-93.xhtml
chiave-94.xhtml
chiave-95.xhtml
chiave-96.xhtml
chiave-97.xhtml
chiave-98.xhtml
chiave-99.xhtml
chiave-100.xhtml
chiave-101.xhtml
chiave-102.xhtml
chiave-103.xhtml
chiave-104.xhtml
chiave-105.xhtml
chiave-106.xhtml
chiave-107.xhtml
_license0.xhtml