Capitolo 27

 

 

 

 

 

Parigi, 2 gennaio. 01:12.

 

Nella piazza deserta di Notre-Dame tirava un vento gelido. Il cielo era una cupola nera senza luna che faceva risaltare le stelle come decorazioni natalizie.

Hide Tanaka stava immobile, le spalle alla cattedrale illuminata, le mani sprofondate nelle tasche del cappotto nero.

Aveva quarantacinque anni e si riteneva un uomo di cultura. Più che un mercenario – la sua attività principale – amava ancora considerarsi un tenore, anche se da anni non si esibiva più in pubblico. Da ragazzo era stato una promessa del Kokuritsu Gekijou, il Nuovo Teatro dell’Opera di Tokio, ma la sua passione per le armi l’aveva convinto ad abbandonare ben presto il mondo della musica.

Da dieci anni gestiva un business ben più redditizio alla guida della Qualcon Services, una società di servizi composta da paramilitari provenienti dai quattro angoli della terra. A volte si occupavano di missioni di salvataggio non ufficiali. Più spesso, di organizzare attentati contro qualche dittatore scomodo per gli equilibri geopolitici di specifiche aree. In passato era stato lui a gestire la prematura dipartita di due leader somali, di alcuni esponenti di Hezbollah e di più di un ribelle siriano. Sempre alla sua società era imputabile un tentativo di colpo di stato in Nicaragua, uno dei suoi pochi fallimenti.

Nonostante la base operativa fosse a Londra, lavorava senza troppe difficoltà tra il Corno d’Africa, il Medioriente e il Sudamerica. Ovunque occorressero azioni che ufficialmente non potevano essere autorizzate dai governi, la Qualcon Services era a disposizione. Interveniva, faceva pulizia e poi rilasciava regolare fattura.

Spesso i suoi datori di lavoro erano i governi occidentali, ma talvolta chiedevano i suoi servizi anche alcune multinazionali. Quando operava per le corporation, nella maggior parte dei casi coreane o giapponesi, si trovava spesso a dover agire in Europa o in America.

Come in quella missione, che però, a differenza di tutte le altre, si stava rivelando un fallimento. Il problema più grosso era stato la morte di Meredith Evans. Un malaugurato danno collaterale. Ma era successo mentre la interrogavano. Era stato uno sfortunato incidente, cose che potevano capitare nel suo lavoro. Ciò nonostante, era certo che quell’imprevisto gli avrebbe creato problemi.

Batté i piedi per il freddo e in quell’istante vide un’ombra che si muoveva lentamente sul lato nord-ovest della piazza.

Non si erano mai visti di persona. Il tizio che li aveva messi in contatto aveva però garantito che Pierre Vadeleux, il responsabile della sala controllo del Ritz, avrebbe rispettato i patti.

Tanaka alzò lo sguardo e strizzò gli occhi. L’uomo si stava avvicinando. Era solo, come gli era stato chiesto, e il suo incedere elefantiaco non lasciava dubbi sul fato che fosse davvero lui.

Quando fu abbastanza vicino, Vadeleux tendette la mano. «Signor Hide?», chiese, la faccia rotonda e sorridente. Una nuvola di condensa si formò davanti al suo viso.

Il giapponese sorrise. «Attendeva qualcun altro?».

Il grassone scosse il capo. Osservò per un istante la facciata gotica della basilica e poi tornò a guardare Tanaka. «Ha portato i soldi?»

«E lei ha portato i file?».

L’uomo batté le mani sulla tasca del giaccone e mostrò una campana di plastica trasparente. «Dall’arrivo all’hotel fino alla notte di capodanno… come mi ha chiesto».

«Ok. Me li dia». Il giapponese estrasse una busta dal cappotto e la porse al grassone che la afferrò con entrambe le mani.

L’uomo si tolse i guanti e sbirciò dentro. C’erano alcune banconote viola da cinquecento euro.

Sorrise e diede a Hide ciò che voleva: sei dischi Blu-ray, contenenti le riprese delle telecamere di sorveglianza del Ritz.

I due si salutarono con un’occhiata e Vadeleux tornò verso la Senna, da dove era venuto.

Mentre attraversava il sagrato della piazza battuta dal vento, sorrise. Quello era stato un affare senza rischi: le copie dei video le aveva fatte personalmente e nessuno se ne era accorto.

“Un crimine senza vittime”, pensò.

Si sbagliava.

La chiave di Dante
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