Nota dell’autore
Gli indizi che i personaggi utilizzano per localizzare il tesoro dei templari sono assolutamente reali. Lo sono le interpretazioni delle terzine di Dante e lo sono i particolari descritti nei dipinti di Leonardo, Botticelli e Raffaello.
Dico questo perché la ricerca in Islanda, basata su quella che io ho chiamato “chiave di Dante”, è un fatto assolutamente reale. La stessa è tutt’ora condotta dall’ingegner Giancarlo Gianazza che con passione, fin dal 2004, ogni estate conduce campagne di scavo nella terra di Snorri.
Da quanto mi risulta il tesoro non è stato ancora rinvenuto tuttavia, per usare le sue parole, ormai il ritrovamento sarebbe prossimo.
Staremo a vedere. Se nel frattempo aveste comunque voglia di andare a scavare dove lo fanno Cassini e soci, devo subito avvertirvi che lì con ogni probabilità non troverete nulla. Se è vero infatti che gli indizi interpretati dai miei personaggi sono rispondenti a quelli descritti dall’eclettico studioso nel suo saggio I custodi del messaggio3, in alcuni punti, come nel calcolo delle coordinate ad esempio, ho dovuto semplificarli e prendermi delle licenze per rendere più agevole la lettura.
Purtroppo, sono parte della mia fantasia, oltre alla terzina di Raffaello, anche i bozzetti della Scuola di Atene e le incisioni della Trasfigurazione di Marcantonio Raimondi, opere che ho dovuto inventare per esigenze narrative.
Detto ciò, forse adesso vi starete chiedendo cos’altro di vero c’è nel libro e cosa, invece, è inventato: esistono davvero i dischi a ultrasuoni e i chip biologici e, soprattutto, esiste la tecnologia per registrare e monitorare i pensieri?
La risposta è sì a tutte le domande, anche se sono necessari alcuni distinguo. Mentre prototipi di chip di actina e i dischi a ultrasuoni esistono e funzionano più o meno come ho raccontato nel libro, per la ricerca nel campo del Brain Control il discorso è un po’ più complesso.
I dispositivi in commercio permettono già oggi, monitorando poche decine di neuroni, di interpretare alcuni pensieri. Consentono, per esempio, ai portatori di handicap di compiere semplici operazioni, come spostare una carrozzina, accendere o spegnere un dispositivo. La prospettiva più affascinante va però proprio nella direzione che io ho descritto. Mediante l’uso dell’elettroencefalografo – una tecnologia già disponibile – sarà infatti possibile monitorare la quasi totalità delle cellule cerebrali e aprire orizzonti per noi inimmaginabili. E a quel punto il passo sarà breve…
Se siete interessati ad approfondire il tema, in ogni caso alla fine di questa nota ho inserito alcuni link a siti internet che vi permetteranno di farvi la vostra idea.
Un’ultima precisazione, prima che giriate le ultime pagine digitali o cartacee. Forse qualcuno di voi si sta chiedendo cosa siano esattamente I libri dei Veggenti, trovati da Cassini. Ebbene, mi piacerebbe rispondere e lo farò, ma una trattazione completa dell’argomento meriterebbe un libro a parte… Continuate a seguirmi, chissà che non sia il mio prossimo romanzo.
Chiudo con i doverosi ringraziamenti a quanti mi hanno aiutato nella stesura del libro, fornendomi informazioni archeologiche, artistiche, astronomiche, tecniche, scientifiche e mediche. In rigoroso ordine alfabetico devo quindi un grazie a: Cristina Aicardi, Oscar Alicicco, Francesco Azzarello, Leopoldo Benacchio, Andrea Campane, Christian Capovilla, Daniele Cassinelli, Massimiliano Comparin, Giorgia di Tolle, il dipartimento di astronomia dell’università di Padova, Pasquale Fedele, Fausto Fiore, Daniele Gasparri, Angelo Leto Barone, Carmelo Pulvirenti, Claudio Ramasaco Volpon, Martin Rua, Giuseppe Scaffidi Dominanello, Ruggero Stagni, Carla Tocchetti.
Un grazie va, naturalmente, a Raffaello Avanzini che mi ha spronato a trovare nuovi orizzonti narrativi e alla Newton Compton; alla mia editor, Alessandra Penna, la cui sapiente mano ha fatto diventare il libro esattamente come l’avete letto, e alla mia agente Roberta Oliva che, insieme a Silvia Arienti, ha creduto fin da subito in questo romanzo.
Infine, un ultimo grazie a mia moglie Elena, prima e impagabile correttrice di bozze, e ovviamente a Giancarlo Gianazza, sempre così cortese e disponibile nel rispondere a tutte le mie domande… anche a quelle più banali!
Concludo dicendo che tutti gli errori che troverete nel libro sono da attribuire a me.
3 G. GIANAZZA, G. F. FREGUGLIA, I custodi del messaggio, Sperling & Kupfer, Milano 2006.