Nota dell’autore
Come è ormai mia abitudine, prima di passare ai ringraziamenti, volevo evidenziare ciò che nel libro è tratto da fatti reali e ciò che, invece, è frutto della mia fantasia. Prima di cominciare, devo però avvisarvi che nelle righe che seguono troverete riferimenti espliciti alle vicende narrate nel romanzo. Per evitare di rovinarvi la sorpresa, vi consiglio quindi di leggere questa nota solo dopo averne terminato la lettura.
Ma veniamo a noi.
Per quanto riguarda l’interpretazione dei Testi Sacri, come dice uno dei miei personaggi, la Bibbia è un po’ come quei contratti stipulati su internet, li accettiamo senza neppure averli letti. Le teorie che fanno da sfondo al libro, ispirate alle opere di Zecharia Sitchin ed Erich von Däniken, sono però basate sugli studi di chi l’ha letta e interpretata. Mi sto riferendo al professor Mauro Biglino, che nei suoi saggi traduce letteralmente l’Antico Testamento dall’ebraico all’italiano. Se le sue conclusioni vi hanno incuriosito, vi consiglio non solo di leggere i suoi scritti (che trovate citati in bibliografia) ma, se ne avete l’occasione, anche di ascoltare una delle sue tante conferenze.
La Chiesa stessa, negli ultimi anni, ha fatto timide ammissioni sulla possibile esistenza di esseri extraterrestri. A tal fine, le parole pronunciate dal mio segretario di Stato Perrone, che trovate nell’ultimo capitolo, sono in realtà ispirate a una vera dichiarazione di un autorevole esponente del clero: padre Guy Consolmagno. Come lui, molti altri teologi si sono espressi negli stessi termini. Tra loro, senza pretese di completezza: monsignor Corrado Balducci, padre José Luis Funes, padre Gabriele Amorth e monsignor James Schianchi.
Per quanto riguarda quelli che io ho chiamato manoscritti degli Illuminati (o libri dei Veggenti)1, la loro sorte è uno degli aspetti più misteriosi che avvolge la Bibbia. Ciò che dico nel romanzo, cioè che gli stessi furono occultati nel corso dei secoli, è con ogni probabilità quello che accadde realmente. Non possiamo ovviamente averne la certezza, né possiamo sapere cosa raccontassero. Una cosa però la sappiamo: esistevano, tanto che furono citati nei libri canonici, e da un certo momento in avanti scomparvero. Lascio a voi deciderne la ragione.
Passando ad altri argomenti: sia la scultura di Toprakkale, datata circa 1000 avanti Cristo e raffigurante qualcosa che assomiglia a una navicella, sia la tavoletta sumerica VA/243, in cui compare il cosiddetto decimo pianeta, esistono realmente. Vi sono molti scienziati che ritengono entrambi i reperti falsi costruiti ad arte e altrettanti che ne giurano l’autenticità.
Incontestabili e reali sono invece i riferimenti alle mutazioni del nostro DNA, in parte tratti dal saggio citato in bibliografia del biologo molecolare Pietro Buffa. Secondo alcuni genetisti, sequenze come l’HAR1, l’HARE5, l’ARHGAPIIB, l’HACNS1 e il FOXP2 – alcune immutate per millenni nei vertebrati (e altre del tutto assenti) – hanno subito, in uno strettissimo lasso di tempo, un tasso di cambiamenti molecolari mai registrato nella storia. Tali mutazioni, peraltro tutte positive e in un ambito in cui le modificazioni sono rare e casuali, hanno contribuito al processo di ominazione, influezando il nostro sviluppo encefalico, le connessioni neuronali, il pollice opponibile, il bipedismo e il linguaggio articolato. Tutto questo appare difficilmente spiegabile con un’evoluzione naturale.
Per quanto attiene a Melchisedec, la sua figura è una delle più enigmatiche presenti nel Vecchio Testamento. Conosciuto come personaggio secondario nei libri canonici, la sua vicenda è narrata per lo più nel Libro dei Segreti di Enoch, un testo apocrifo che ha fatto e fa molto discutere gli esegeti. Non avevo ovviamente ambizioni di completezza, ma proprio grazie al secondo libro di Enoch ho potuto ambientare la sua vicenda nel giardino dell’Eden, per la cui collocazione geografica mi sono basato sulle teorie dell’egittologo inglese David Rohl.
Passando alla parte sui pollini, devo innanzitutto ringraziare la professoressa Anna Maria Mercuri. È stato grazie alle informazioni che gentilmente mi ha fornito che ho potuto raccontare l’estrazione del DNA fossile. Si tratta di una procedura che in teoria potrebbe funzionare realmente… sempre ammesso, ovviamente, di trovare tracce del giusto DNA.
A tal fine è arrivato il momento di parlare del cosiddetto albero della vita. Sono state scritte decine di saggi e romanzi sull’argomento, alcuni dei quali citati in bibliografia. Nel mio libro, tuttavia, basandomi in parte sulle teorie in materia di “liquidi” del professor Kamal Salibi dell’Università di Beirut, credo di aver dato una lettura del tutto inedita. La questione della cosiddetta memoria dell’acqua, affrontata solo marginalmente dal romanzo, meriterebbe un maggior approfondimento… Ma non si sa mai, magari riusciremo a parlarne in un futuro romanzo!
L’ultimo argomento che vorrei affrontare riguarda il binomio cavie umane/donne rapite. Per il primo aspetto i casi di cronaca, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Sono numerose, infatti, le ONG che accusano multinazionali farmaceutiche di testare vaccini o altre sostanze su soggetti inconsapevoli, per lo più in Paesi come l’India, il Kenya o il Pakistan. Se siete interessati, digitando la giusta chiave in un motore di ricerca troverete molto su cui riflettere.
Per il secondo aspetto, cioè quello riferito a inspiegabili sparizioni in Europa come negli Stati Uniti, i dati citati nel libro sono assolutamente reali: dagli anni Settanta a oggi solo in Italia risultano sparite ventisettemila persone, di cui la maggior parte stranieri irregolari. Negli USA, i dati 2010 ci rivelano che gli scomparsi sono quasi settecentomila, più di due al giorno. Non possiamo sapere cosa ne sia stato di loro. Forse, davvero, alcuni sono alle Maldive con l’amante. Gli altri spero non si trovino in basi di ricerca come quelle da me descritte… anche se, purtroppo, per diventare cavie umane a volte non è neppure necessario.
E siamo giunti alla fine. Per i temerari che si sono spinti a leggere fin qui, ecco i ringraziamenti. Innanzitutto grazie di cuore a Mauro Biglino, sempre disponibile a illustrarmi i passaggi più complessi delle sue traduzioni.
Sergio Sciré per le spiegazioni sul funzionamento dei telomeri e degli enzimi di restrizione, Anna Maria Mercuri dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia per tutto quello che attiene i pollini e Rita Fornaciari per i chiarimenti sul prelievo del “DNA antico” e il procedimento di reinnesto tipico degli OGM.
E poi, in rigoroso ordine alfabetico: l’Arma dei carabinieri, Ilaria Beltramme, la casa d’aste Pandolfini di Firenze, Alfredo Colitto, la Comunità ebraica di Venezia, Nuccio D’Anna, Anna de Vincenz, Alessandro Di Maio, Luciana Guadagno, Arianna Malenza, Martin Rua, Alberto Ruggiero, Cristian Santinon, Giuseppe Scaffidi Domianello e Marcello Simoni.
Ultimi, ma non certo per importanza: Raffaello Avanzini, senza la cui lungimiranza non sarei qui, la mia editor Clara Serretta, tutto lo staff Newton Compton, Silvia Arienti e la mia agente Roberta Oliva, Carmelo Pulvirenti, fonte inesauribile di cospirazioni mondiali, mia moglie Elena, prima lettrice e affidabile correttrice di bozze e Ginevra e Lucrezia, le mie muse.
Come sempre, tutti gli errori che trovate nel libro sono farina del mio sacco.
1 Le vicende relative al ritrovamento dei manoscritti sono raccontate nel mio precedente romanzo La chiave di Dante, Newton Compton editori, Roma 2015.