NOTA DELL’AUTORE
Il primo a parlarmi del signoraggio (o Il più grande furto della storia), come lo definì, fu diversi mesi fa Carmelo Pulvirenti, tra una bruschetta e un piatto di bucatini all’amatriciana. Senza di lui e le sue mille teorie della cospirazione, questo libro, forse, non esisterebbe. Per ringraziarlo, a mio modo, ho dato il suo nome a uno dei personaggi. Spero non se ne abbia a male…
Considerato che in questi anni di crisi economica l’argomento descritto nel libro è molto dibattuto, prima di ogni altra cosa mi preme ribadire che Il sigillo dei tredici massoni è soltanto un’opera di fantasia. È pura fiction. È un’avventura, un thriller, nel quale le teorie economiche hanno il solo scopo di dare veridicità alla narrazione. Affrontare un simile argomento con un’opera di narrativa può apparire riduttivo e, probabilmente, in parte lo è. Tuttavia il mio romanzo non è e non vuole essere un trattato di economia e con questa precisazione vorrei evitare che lo diventasse.
Detto ciò, pur essendo sfumati, di parte, e volutamente non esaustivi sotto il profilo macroeconomico, gli argomenti trattati nel testo presentano elementi di oggettività che sono stati attinti da una bibliografia eterogenea, ampia e variegata. Trovate tutte le fonti in fondo al libro ma, in questa sede, mi preme ringraziare soprattutto le persone che mi hanno aiutato a meglio comprendere la materia: Marco Della Luna, Leonardo Facco e Angelo Tirone.
Se il tema del signoraggio, il sistema di creazione della moneta, la soluzione alla crisi del debito o gli argomenti connessi vi hanno incuriosito, vi invito a fare una veloce ricerca su Internet: troverete tutto e il contrario di tutto. Sta solo a voi decidere cosa leggere e a chi credere.
Passando ad altri argomenti, molti di voi si saranno resi conto che il numero della direttiva utilizzato nel libro, 11.110, non è stato scelto a caso. L’ordine Esecutivo 11110 esiste realmente. Non nella legislazione europea, bensì in quella statunitense. A tal proposito, vi invito a leggere la nota storica riportata dopo la presente in cui se ne ricostruisce la cronistoria.
I fautori della Teoria del Complotto credono che la ragione della morte di Kennedy sia proprio da ricercare nell’ordine esecutivo 11110. Ebbene, lascio a loro tali teorie. Di quegli eventi conosciamo solo ciò che ci hanno raccontato e credo che nessuno di noi saprà mai la verità. Le mie vicende attingono a piene mani a quelle teorie soltanto perché sono funzionali alla storia che volevo raccontare. Forse la precisazione è pleonastica, ma è evidente che il mio romanzo, essendo solo un’opera di finzione narrativa, non vuole fornire alcuna visione personale di quanto accaduto a JFK.
Cambiando argomento: nel libro sono descritti numerosi personaggi politici. Chiarisco fin d’ora che nessuno è ispirato a esponenti esistenti e nella speranza che nessuno vi si potesse riconoscere, sono stato bene attento a caratterizzarli in modo marcato. Se qualcuno, malauguratamente, si dovesse identificare ugualmente, sappia, come direbbe il Manzoni, che “non s’è fatto apposta”.
Venendo alla questione dei Tredici Massoni (o Illuminati), anche per questo, inutile negarlo, ho un debito morale con Carmelo Pulvirenti. Come sul signoraggio, anche su tale questione, cercando sul web troverete tantissime descrizioni, costruzioni, ragionamenti, deduzioni e teorie su cui riflettere. Per citare una sola fonte, che ho trovato in alcune parti divertente ma in altre illuminante, consiglierei i saggi dello scrittore britannico David Icke e in particolare il libro Children of The Matrix.
Nel romanzo sono ricostruite vicende liberamente ispirate all’assassinio dell’ex spia russa Aleksandr Val’terovič Litvinenko, morto nel 2006 per avvelenamento da polonio 210. Poiché sulla morte dell’ex spia russa, al momento in cui sto scrivendo è ancora aperta un’indagine ufficiale, tengo a precisare che quanto accade al mio personaggio Dimitrij Rusakov è però pura invenzione e non ha nulla a che vedere con la reale vicenda, con la quale condivide solamente l’ambientazione (Londra) e il tipo di veleno.
Altra parte significativa del libro riguarda lo strano tatuaggio rinvenuto sul corpo di David Green. Per le iscrizioni in ebraico devo ringraziare il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Bologna e Roberto Vitale della Comunità Ebraica di Casale Monferrato.
Passando ad argomenti più ameni, ho il piacere di ringraziare l’intera squadra della Newton Compton, la mia editor Alessandra Penna, la mia agente Roberta Oliva, Silvia Arienti e tutte le persone che mi hanno aiutato, a vario titolo, nella stesura e alla revisione del testo: Salvo Azzarello, Andrea Campane, Christian Capovilla, Marco Castellano, Lea Caverzasio, Massimiliano Comparin, Fausto Fiore, Stefano Lanciotti, Angelo Leto Barone, Diego Magnani, Martin Rua, Giuseppe Scaffidi Domianello, Silvano Scalabrini, Sergio Scirè, Anna Villa e Salvatore Zonca.
Concludo con un ultimo ringraziamento alla mia prima e più fedele correttrice di bozze: la mia splendida moglie Elena che mi spinge a non arrendermi mai e a dare il meglio di me. Per questo, e per tutto il resto, grazie.