CAPITOLO 41
Copenaghen, Danimarca,
ore 23:15
Eva era penzoloni sul cornicione, aggrappata a un tubo di scolo che stava per spezzarsi. Sotto di lei, il baratro.
Le fiamme dell’edificio, intanto, erano arrivate anche alla mansarda. Il fuoco sembrava una gigantesca mano pronta ad afferrare e stritolare il tetto del palazzo.
L’Organizzazione stava facendo pulizia, stava coprendo le sue tracce. Interrotto il collegamento con lei, e con il luogo nel quale era avvenuto il primo contatto informatico, nessuno sarebbe più riuscito ad arrivare fino a loro.
Uno strattone e il tubo si abbassò ancora. Pochi secondi e si sarebbe rotto.
Si guardò attorno: sotto di lei, a un paio di metri di distanza, l’edificio formava una piccola L e si vedeva un’altra sporgenza scoscesa. Se fosse caduta dalla posizione in cui era, certamente non avrebbe potuto raggiungerla, però…
Eva cominciò a far ondeggiare le gambe. Avanti e indietro. Si sentì come il pendolo di uno degli orologi a muro appena restaurati al piano di sotto.
Il tubo si abbassò ancora. Le sembrò fosse l’ultimo scossone, le parve che il rame si fosse spezzato completamente, ma non fu così.
Ondeggiò nuovamente, poi, quando si sentì pronta, si lasciò andare.
Cadde nel vuoto diretta sul tettuccio sottostante. Per un attimo, mentre precipitava verso il baratro, le mancò il fiato.
Andò ad atterrare sulle tegole sotto di lei con un rumore sordo.
Ma le cose, quel giorno, non volevano andare lisce…
Anche su quella falda, cominciò a scivolare verso il basso.
Complice l’umidità e il vento, gli stivali non trovarono un appoggio stabile.
Un metro, due, poi improvvisamente riuscì a piantare il tacco in una trave sporgente.
Si fermò. Le gambe le tremavano.
Era salva.
Davanti a lei il palazzo era in fiamme. La sua casa era in fiamme, come chiunque fosse stato dentro.
Rimase immobile per diversi secondi, ansimante per la fatica e per la paura.
Ce l’aveva fatta di nuovo, ma non aveva scelta: se non avesse fatto nulla, prima o poi sarebbero riusciti a eliminarla.
Scrutò in alto, nel punto in cui le era caduto il computer. Sembrava integro, doveva recuperarlo.