CAPITOLO 19
Sydney, Australia,
pochi minuti dopo
Le luci del teatro dell’Opera di Sydney si riflettevano nelle acque scure della baia. L’inconfondibile sagoma a chiglie, simbolo dell’intera Australia, seguiva il morbido ondeggiare delle onde e sembrava disegnare i contorni di una cartolina impressionista in perenne movimento.
L’uomo non era un turista. Viaggiava spesso per lavoro, e quella sera sedeva accanto alla giovane accompagnatrice per assistere al Nabucco eseguito dalla San Francisco Symphony Orchestra. Amava a tal punto Giuseppe Verdi che si era fatto crescere una folta barba che lo faceva assomigliare al compositore.
Aveva superato i settant’anni da un po’ e si sentiva esausto a causa dell’intensa giornata appena trascorsa. Dopo la videoconferenza dei Tredici, aveva dato disposizioni di avvisarlo solo se ci fossero state importanti novità. Poi, alle nove e trenta si era seduto in una poltrona da duemila dollari e aveva seguito con attenzione quasi tutto il primo atto.
Verso la metà del secondo atto, quando il coro stava per intonare l’inciso di Salgo già del trono aurato, una delle arie che preferiva, qualcuno gli toccò con discrezione la spalla.
Si alzò, consegnò il libretto alla moglie e lo raggiunse nel foyer.
«Ho appena parlato con il presidente Valera. La ragazza è scappata, ma l’agenda c’è!», sussurrò un giovane dinoccolato dalla pelle bianca come il latte. Parlava piano per evitare di essere sentito.
«Purtroppo però è completamente vuota! Sembra siano state asportate alcune pagine. Il presidente ha già attivato i suoi canali…».
L’uomo con la barba annuì silenzioso. Álvaro Domínguez Valera, il presidente, non gli piaceva. Era il più giovane dei Tredici e, recentemente, contravvenendo alla Regola del silenzio, aveva accettato un incarico che avrebbe reso il suo viso decisamente troppo noto.
«Per quanto riguarda l’altra questione…». Il giovane indugiò prima di proseguire. «Abbiamo uno sviluppo. Le indagini progrediscono rapidamente e presto capir…».
«Il loro interesse è trovare un colpevole il prima possibile!», lo interruppe l’anziano. «Facciamo in modo che si accontentino di quello che hanno».
«Il problema però…». Il ragazzo balbettò. «Se l’uomo si fosse suicidato sarebbe stato più facile. Così, invece… se si convincono che è stato ucciso…».
Il fanatico di Verdi distolse lo sguardo verso la baia. Le cose non erano andate come aveva programmato, ma la situazione poteva ancora essere recuperata. In fondo, erano in pochi a conoscere la verità. «Avete fatto in modo che l’informazione arrivasse agli ebrei?».
Finalmente un sorriso. «Sì. Valera gli ha fatto recapitare un dispaccio. Hanno tutto l’interesse a non far venire fuori la storia. Crediamo che se ne occuperanno di qui a pochi minuti!».