CAPITOLO 48

 

 

 

 

 

 

 

Altopiano del Renon, Bolzano,

ore 12:30

 

«Comincia a parlare. Alla svelta!».

Lorenzo Fossati era paralizzato. Avrebbe voluto scappare ma non riusciva a muovere neppure un muscolo. Non si era mai considerato né un codardo né un pauroso. In effetti, però, non si era mai trovato con una pistola puntata contro.

La cella del convento era fredda e spoglia. Le pareti bianche erano adornate soltanto da un crocifisso in legno e il soffitto a volta era sporco di fuliggine. Ma quando, poche ore prima, i pensieri più neri avevano invaso la sua testa, non aveva certo immaginato che sarebbe morto lì e soprattutto per mano di un killer simile.

Nei suoi pensieri si era aspettato un uomo con un abito scuro, la faccia da cattivo, magari con baffi e cappello.

La guardò: era sulla trentina, una donna decisamente bella, minuta, con i capelli neri e gli occhi verdi. Indossava un paio di jeans, degli stivali da cowboy e un maglione attillato. Se ne stava appollaiata su una sedia con le gambe accavallate e, se non gli avesse puntato addosso una Glock 29, avrebbe anche potuto trovarla attraente.

«Chi sei?». Il sostituto procuratore si espresse in inglese, esattamente come aveva fatto Eva pochi istanti prima. Tenne un tono di voce basso, cercando di sembrare tranquillo.

Quella domanda, apparentemente banale, fu per lei un buon inizio. Il titolare della Postazione A26 del palazzo di Giustizia di Roma – di cui nel frattempo aveva scoperto anche il nome ed esaminato con maggiore attenzione i file – non sapeva chi era.

Quindi non stava indagando su di lei e l’accesso al sito Internet non era avvenuto con l’intento di contattarla…

«Se non ti dispiace le domande le faccio io, Lorenzo Fossati».

«Come conosce il mio nome?».

La donna sorrise. Non aveva alcuna intenzione di rispondergli.

«Siediti lì!». Eva indicò con l’arma il letto spoglio, coperto soltanto da un plaid grigio. «Comincia a raccontarmi cosa cercavi sul sito di un antiquario di Copenaghen!».

Fossati rimase interdetto.

Un antiquario di Copenaghen? Stava per morire per aver visitato un sito Internet?

Eva lo osservò e si rese conto che l’uomo non capiva a cosa si stesse riferendo.

Fossati si spostò lentamente e si sedette sulla punta del letto, esattamente nel punto immaginario indicato dall’arma di Eva.

«Chi è il Cigno Grigio?», gli domandò lei per verificare la reazione.

Lui rimase impassibile.

«Non ne hai mai sentito parlare?».

Lorenzo Fossati non era certo di capire. «Non so di cosa sta parlando!».

«Ieri sera hai provato ad accedere a un sito, prima dal computer del tuo ufficio e poi dal cellulare. Come lo hai trovato?».

Nessuna risposta.

Eva si voltò verso l’inginocchiatoio al quale era appoggiata la sedia e prese un piccolo computer portatile. Lo accese e mostrò alcune fotografie a Fossati.

«Quelle foto erano nel mio PC», osservò lui, asciutto. Evidentemente la donna aveva visto i suoi file.

«Ti ripeto la domanda. Per l’ultima volta». Eva lo fissò dritto negli occhi e scandì bene le parole: «Come… hai trovato… il sito Internet!».

Fossati non rispose. Sapeva che era inutile mentire, lei aveva già visto alcuni dei suoi documenti ma evidentemente non li aveva letti o compresi tutti. Voleva sapere qualcosa da lui. Qualcosa che non aveva trovato nei file. Finché avesse avuto informazioni da centellinare sarebbe rimasto vivo… «Ci sono arrivato per caso!», rispose.

«Su cosa stavi indagando?»

«Sulla morte di un uomo».

«David Green?», chiese lei.

«Esatto».

«Cosa c’entra il sito Internet dell’antiquario?».

Ancora. L’antiquario. Per quanto si sforzasse, Fossati non riusciva a trovare il collegamento tra il killer che gli stava davanti e l’interrogatorio che stava subendo.

«L’uomo aveva uno strano tatuaggio».

Eva inarcò un sopracciglio.

«Green?»

«Sì. Un tatuaggio sul petto, scritto in ebraico».

Eva cercò tra i file che aveva sul computer portatile e per un secondo abbassò lo sguardo.

Fossati non si fece pregare e voltò il capo lentamente. Diede un’occhiata alla porta. Era troppo lontana. Non ce la poteva…

«Caro Fossati, non penserai di scappare, vero?», grugnì la donna senza alzare gli occhi dal Mac. Poi girò lo schermo verso di lui e gli mostrò una fotografia. Anche quella era stata copiata dal sistema informatico del suo ufficio e ritraeva il tatuaggio al contrario. «Questo tatuaggio?»

«Esattamente. Se applica un effetto di “riflessione orizzontale” si renderà conto che è scritto al contrario. È una frase in ebraico». Fossati fece per alzarsi ma Eva distese il braccio con la pistola.

«Cosa pensi di fare?»

«Ho la traduzione. Qui, in tasca», il magistrato estrasse lentamente dai pantaloni un foglietto di carta piegato in quattro parti. Lo porse alla donna.

What the Grey Swan is searching is where Elijah challenged the prophets”.

Quella frase l’aveva già vista in un’email, era quella che l’aveva spinta ad andare da Fossati.

«E come sei arrivato al mio sito Internet?».

Al mio sito. In un secondo uno spiraglio si aprì nella mente di Lorenzo Fossati. Il sito che lui aveva individuato per tentativi era corretto!

“Ciò che cerca il cigno grigio è dove Elia sfidò i profeti”.

Quindi il “cigno grigio” aveva a che fare con la donna che aveva davanti? E cosa stava cercando? Forse il significato del tatuaggio?

“Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore”. I passaggi della Bibbia gli riaffioravano lentamente alla memoria. Il messaggio lasciato da Green aveva a che fare con i Libri dei Re del Vecchio Testamento.

«Procedendo per tentativi», fu la risposta criptica di Fossati, le mani appoggiate alle ginocchia.

«Spiegati meglio».

«L’ultima parte del tatuaggio conteneva la parte iniziale di un indirizzo web. Vedi?». Fossati indicò la fotografia. «WWW.GRE. Ho pensato che Green avesse voluto lasciare un indizio sul suo assassino!». Mentre pronunciava quelle parole ebbe un’illuminazione. Quella donna era l’assassina di Green. Poteva essere lei ad aver ucciso anche Pina e gli altri?

La risposta arrivò un secondo dopo.

«E come sai che è stato ammazzato?», lo interrogò Eva.

Non era lei. Forse aveva a che fare con il Cigno Grigio e forse aveva a che fare con la morte di Green, però non aveva ucciso lei gli altri: gli assassini dei ragazzi avevano sottratto gli esiti dei tossicologici e fatto sparire il corpo per evitare che emergesse la verità, cioè che Green non si era suicidato. Dall’esame di quegli elementi si deduceva che Green era stato ucciso. La donna sembrava non saperlo.

I due rimasero immobili come statue. Sembravano giocatori di scacchi che si studiano per prevedere la mossa dell’avversario. Entrambi avevano domande a cui l’altro sembrava in grado di rispondere.

«Cos’è il cigno grigio?», le fece eco Fossati, nel semplice intento di guadagnare tempo.

«Ti ho detto che le domande le faccio io! Perché sei scappato?».

Fossati deglutì. «Chi dice che sono scappato?»

«Lo dice il GPS del tuo cellulare. E dice che sei scappato in fretta e furia nel corso della notte. Sei un giudice, no? Cosa spinge un giudice a scappare nel corso della notte?»

«Questa storia ha a che fare con la morte di Zorzi?», la sferzò Fossati a bruciapelo, introducendo un elemento nuovo che fino ad allora era rimasto sopito in un angolo del suo cervello.

Eva sorrise. Quell’uomo non era uno stupido e dalla conversazione aveva dedotto alcuni elementi importanti: lui non sapeva chi era il Cigno Grigio e non aveva nessuna idea di chi lei fosse, quindi non aveva nulla da temere. Fossati sapeva invece che Green non si era suicidato e aveva capito che tutta la verità raccontata sull’attentato a Zorzi era falsa.

«Green è solo il nostro Lee Harvey Oswald», mormorò lui. «Un colpevole da sacrificare per nascondere i veri mandanti dell’omicidio di Zorzi». Ancora una volta, Fossati capì di essere sulla strada giusta. Era quella la ragione per la quale la sua squadra era morta. I veri mandanti dell’omicidio di Zorzi stavano coprendo le loro tracce. Ma quella donna cosa c’entrava?

Eva si alzò in piedi, ripose la Glock nella tasca posteriore dei pantaloni e voltò le spalle a Lorenzo. Aveva capito.

Quell’uomo era scappato da Roma per una sola ragione. Era in fuga, esattamente come lei. Aveva compreso come erano andate realmente le cose e l’Organizzazione doveva aver tentato di ridurlo al silenzio. Esattamente come avevano fatto con lei.

«Spegni il cellulare, se ci tieni alla pelle».

Fossati era ancora immerso nei suoi pensieri e non comprese l’ordine della donna che, improvvisamente, aveva cambiato atteggiamento.

«Spegni il cellulare, altrimenti quelli da cui stai scappando ti rintracceranno triangolando il segnale… o meglio ancora, dal GPS come ho fatto io».

«Chi sei tu?»

«Non ti riguarda».

Fossati si alzò in piedi cercando di arrivare alla porta.

«Scappa se vuoi», bisbigliò lei. «Ma so che vuoi capire qualcosa di più in questa storia. Ti basti sapere che stiamo scappando dalle stesse persone!».

Il sostituto procuratore si fermò di colpo.

«Cosa intendi? Cosa ti fa credere che io sia in fuga?».

Eva si voltò e sorrise. Era bellissima, la luce che proveniva della finestra dava ai sui capelli neri un riflesso rossastro. «Questa domanda me l’hai già fatta prima, Lorenzo Fossati».

«Quindi non mi ammazzerai? Perché dovrei crederti?»

«Perché se avessi voluto ucciderti, saresti già morto».

«Non mi hai ucciso perché vuoi sapere qualcosa. Vuoi sapere il significato di quel tatuaggio, è evidente!».

Era vero.

Eva annuì. Riflettendo bene sulle parole del tatuaggio era chiaro che Yaniv aveva voluto comunicare a qualcuno non solo un indizio per trovare lei ma, soprattutto, qualcosa che il Cigno Grigio, lei, stava cercando.

Il pensiero andò alle pagine strappate dall’agenda di Zorzi. Cosa contenevano di tanto importante? Quel figlio di puttana di Yaniv le aveva nascoste chissà dove.

Dall’incontro con Fossati aveva ottenuto molto più di quanto sperava: inizialmente aveva voluto soltanto sapere come era arrivato sul suo sito, ma adesso il tatuaggio dava alla vicenda una prospettiva completamente differente. In fin dei conti era andata da Fossati per saperne di più… e quel tatuaggio le dava un indizio. Non capiva ancora dove poteva arrivare seguendolo, ma forse poteva essere sufficiente per salvarle la vita.

Fossati sapeva che sarebbe rimasto vivo finché avesse tenuto per sé significato del tatuaggio. Non doveva più collaborare. Eva cercò di sviare il discorso: «Come hai scoperto che Green era come Lee Harvey Oswald? Come sai che è stato ucciso? Il veleno può averlo preso da solo?».

Ma chi era quella donna?

Lui non aveva mai parlato di veleno!

Come poteva saperlo?

«Uno che si vuole avvelenare con la stricnina non prende una benzodiazepina per rallentarne gli effetti. E soprattutto non si fa un tatuaggio a base di polonio 210! Ma tanto queste cose le sai già, visto che sei entrata nel mio computer!».

Eva rimase di sasso. Non era così, non lo sapeva affatto, e non sapere non era da lei! Tutti i referti però erano scritti in italiano e non aveva ancora avuto modo di tradurli… dopo la rocambolesca fuga da Copenaghen aveva fatto qualche telefonata e, nella notte, aveva organizzato in fretta e furia un volo speciale diretto all’aeroporto di Milano Orio. Poi, la mattina presto, quando il GPS di Fossati si era fermato sopra Bolzano, aveva noleggiato una Smart ed era arrivata al convento.

Eva non sapeva della benzodiazepina e nemmeno del polonio 210. Rimase come folgorata. Tornò al computer portatile e richiamò a video una fotografia: «Si chiamava Dimitrij Rusakov», fece, indicando la faccia sorridente nel computer. «È morto a Londra per avvelenamento da polonio 210».

«Cosa c’entra questo?». Nell’immagine, Fossati riconobbe l’uomo visto nelle fotografie scattate a casa di Green.

«Sei sicuro di sapere abbastanza di Green? O dovrei dire di Yaniv Eliyahu».

«Ne so abbastanza per sapere che non è un semplice pazzo come ci vogliono far credere. È solo un capro espiatorio!».

Eva sorrise. «Facciamo un patto, tu mi dici cosa sai di quel tatuaggio e io ti racconto la storia di Green».

«Perché dovrei fidarmi?»

«Perché, come ti ho già detto, sei un uomo in fuga e, in alcune circostanze, sapere la verità aiuta a salvarsi la vita».

Fossati si lasciò andare a una risata amara. «A volte però i segreti uccidono», commentò.

«Vuoi sapere di Green o no?».

Fossati annuì. Non aveva molta scelta e comunque avrebbe guadagnato tempo.

Eva tornò a sedersi di fronte a lui. Lo osservò con uno sguardo profondo, indecifrabile e allo stesso tempo sensuale, poi cominciò a raccontare ciò che sapeva di quanto era successo a Londra.

 

 

 

Il Sigillo Dei Tredici Massoni
titlepage.xhtml
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_000.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_001.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_002.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_003.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_004.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_005.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_006.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_007.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_008.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_009.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_010.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_011.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_012.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_013.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_014.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_015.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_016.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_017.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_018.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_019.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_020.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_021.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_022.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_023.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_024.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_025.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_026.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_027.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_028.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_029.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_030.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_031.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_032.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_033.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_034.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_035.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_036.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_037.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_038.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_039.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_040.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_041.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_042.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_043.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_044.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_045.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_046.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_047.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_048.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_049.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_050.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_051.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_052.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_053.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_054.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_055.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_056.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_057.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_058.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_059.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_060.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_061.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_062.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_063.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_064.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_065.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_066.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_067.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_068.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_069.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_070.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_071.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_072.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_073.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_074.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_075.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_076.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_077.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_078.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_079.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_080.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_081.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_082.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_083.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_084.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_085.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_086.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_087.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_088.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_089.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_090.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_091.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_092.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_093.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_094.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_095.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_096.html
Il_Sigillo_Dei_Tredici_Massoni_split_097.html