CAPITOLO 46
Bolzano nord, ore 12:15
In quel punto le montagne formavano un canyon stretto e profondo. L’autostrada era incastonata sul fondo, dove il sole faticava ad arrivare e i segnali del GPS si perdevano per interi minuti.
Le due corsie in salita piegavano a destra, formando una sorta di grande anello che poi cominciava a salire verso la Kaiserweg – la strada dell’imperatore – la via creata attraverso il Renon per garantire la sicurezza nei viaggi imperiali durante il Sacro Romano Impero.
L’autista si fermò nei pressi di un cartello stradale. Il nome della località era in italiano e in tedesco e distava diciotto chilometri.
«Di là!», disse il passeggero, indicando una strada che si inerpicava sul fianco sinistro della montagna tutta rocce e neve. Sul computer portatile il segnale del satellite faticava ad arrivare.
L’Audi nera imboccò la via scoscesa indicata dai segnali stradali. Appena superata l’uscita autostradale di Bolzano, si cominciarono a intravedere sui bordi della carreggiata cumuli di neve annerita. Il sole era alto e pallido e il termometro indicava meno quattro gradi.
«Ci siamo!». Sullo schermo a LED del computer ricomparve il segnale del GPS e il puntino lampeggiante che avevano seguito per tutta la notte si posizionò sulla mappa. Era da poco passato mezzogiorno. «Il figliol prodigo si è rifugiato in un convento!».