Confidenze di un matto
In "Corriere della Sera", 24 aprile 1949.
L'orrore monomaniacale del corpo, l'esplorazione dell'apparato fisiologico condotta con un metodo analitico fino alla dissezione anatomica ostentano la consapevolezza dolorosa del proprio essere materico, implicano la percezione assidua dell'idea della decomposizione e della morte, e sfociano nella dissociazione schizoide tra cervello e ragione, corpo e sensi. Questi motivi, osserva Sipala, "si ripetono lungo tutta l'opera, nel teatro, nella narrativa, in pagine autobiografiche del Diario romano e segnano Brancati e i suoi personaggi come intenti all'auscultazione trepidante della funzione dei propri organi e del pulsare della propria vita" E' un atteggiamento non privo di valenze morbose, che trova l'acme nei quesiti di Ermenegildo, ansioso di scoprire in Gesù Cristo una traccia della propria dolente corporeità, e nel romanzo di Paolo Castorini, nel quale sono esaminate la fisiologia del piacere di vivere e la fenomenologia della morte.
Questo racconto, dove "il meccanismo delle funzioni fisiologiche è sentito con orrore come una limitazione alla superiorità dell'uomo", rappresenta dunque una chiave di lettura dell'ossessione del corpo e insieme un anello che congiunge i due ultimi romanzi di Brancati, mettendone in rilievo la componente tragica, quello che è stato definito "il versante in ombra" dello scrittore.
Il delirio di depersonalizzazione del "matto" brancatiano, esasperato fino all'allucinazione extracampica dell'autoscopia, rivela come il logoramento del rapporto individuo-realtà sia giunto al punto di rottura, scattando in derealizzazione sociale e storica, e in deformazione frastica del testo. La struttura formale di base del racconto è infatti un monologo-dialogo maniacale. Il linguaggio mentale, procedendo con rigorose argomentazioni e associazioni logiche, si scompone nel paradosso di una problematicità testuale (metanarrativa) e in un barocco scompiglio figurale e retorico. Si noti il susseguirsi di interrogative, esclamative, parallelismi, vistosi anacoluti, sospensioni, tutti accumulati sul tracciato di uno pseudo parlato, con un procedimento di ramificazione dei sintagmi.