Cronache del 1909
In "Oggi", 14 ottobre 1939, col titolo Il nemico di Eschilo. Fu poi ripubblicato, col titolo che ha nella presente raccolta, in "Il Popolo di Roma", 27 dicembre 1941.
La seconda redazione della novella fa registrare due varianti instaurative e una variante destitutiva che, pur non alterandone complessivamente la struttura, rivestono carattere di ritocchi non esclusivamente formali. Gli inserti devono la loro plausibilità al fatto di rappresentare un approfondimento della mite psicologia del protagonista e della sua inadeguatezza nei confronti della realtà, con la mise en relief dell'inanità dei suoi sforzi per la realizzazione di un progetto artistico. Il primo brano mancante nella lezione originaria genera una sequenza-cerniera che motiva l'evento successivo: "E si diede a provare, insieme ad altri, in una specie di catacomba scavata nei pressi del Banco di Sicilia... «Ma alcuni ladri, che meditavano un colpo contro le casseforti del Banco, apparendo loro in forma di spettri, li costrinsero a sloggiare.» La "Compagnia di San Giorgio" partì per Taormina."
Più avanti viene soppressa una congiunzione avversativa posta ad incipit, con l'evidente intento di legare in serie continua la teoria degli ostacoli in cui s'imbatte il protagonista: "«Ma», Un pomeriggio, a Taormina."
Infine, la redazione definitiva presenta quest'ulteriore variante, ancora decifrabile nel segno della sconfitta del personaggio-paziente, oggetto privilegiato di beffe a causa della sua condizione emarginata di sognatore e poeta: "I giovanotti cominciarono a odiarlo. «Fingendo di tirarsi delle sedie in seguito a un diverbio, cercarono di colpirlo; ma la forestiera fece intervenire i camerieri che scacciarono con le buone i giovanotti.» Il signor Scalia rimase solo."