Calunnia richiesta
In "La Stampa", 17 giugno 1939, col titolo Notizie su un dongiovanni. Fu poi ripubblicato, col titolo Casa di scapolo, in "Il Popolo di Roma", 15 agosto 1940 e infine, col titolo che ha nella presente raccolta, in "Il Tempo", 30 giugno 1940. Non si registrano varianti significative.
Un luogo comune della critica brancatiana definisce l'autore come monotematico scrittore del "gallismo", intento a irridere con modi ilari e farseschi quest'unico atteggiamento dell'uomo siciliano. In realtà, nel trattare il tema della sessualità, Brancati ha proceduto operando delle discriminazioni distintive. C'è il gallismo, che coincide con l'esibizione della virilità e l'ostentazione della potenza sessuale ("il gallismo, male comune agli uomini del sud, per i quali la parola onore ha il suo più alto significato nella frase "farsi onore con una donna", consiste principalmente nel dare a intendere di essere in possesso di una straordinaria forza virile"); c'è la lussuria, che è peccato di contaminazione tra sensi e ragione; e c'è la zona ambigua del dongiovannismo.
La denominazione di "dongiovanni" appare, ancora prima che nel Don Giovanni in Sicilia (Milano, Longanesi, 1941) e nella commedia Don Giovanni involontario (scritta nel '43, ora nel volume Teatro, Milano, Bompiani, 1957), in questa novella del '39. La stagione del dongiovanni presunto precede quindi quella dei dongiovanni involontari e quella del dongiovanni fallito (il bell'Antonio), ma essi sono tutti accomunati dalla connotazione di involontarietà che qualifica il loro comportamento, e attraverso la quale Brancati erode la vis trasgressiva dell'archetipo letterario del libertino, abbassandone il senso e degradandolo parodicamente.
Il racconto si situa perciò come ideale punto di sutura tra il primo e il secondo romanzo della trilogia del gallismo; se infatti dal punto di vista contenutistico è accostabile al Don Giovanni in Sicilia (nota infatti Sipala che "anche il protagonista di quel romanzo era stato Don Giovanni "involontario" durante il soggiorno milanese", allorquando aveva, suo malgrado, intrattenuto noiose relazioni), dal punto di vista della tecnica narrativa esso ha più d'un punto di contatto col dramma dell'impotenza di Antonio, essendo, come il romanzo, mantenuto sulla suspense per cui il lettore s'accosta gradualmente alla verità, attraverso l'incunearsi, nella trama impenetrabile della fama d'irresistibilità del protagonista, di piccoli indizi, sospetti appena dichiarati, reticenze, fino alla rivelazione finale.