Note ai testi di Rita Verdirame

 

 

I testi che qui per la prima volta presentiamo raccolti in volume sono stati da noi reperiti con spoglio sistematico e, per quanto possibile, esaustivo di quotidiani, riviste e periodici italiani in un arco compreso tra il 1929 e il 1952; abbracciano quindi quasi per intero l'iter creativo di Brancati, dal debutto letterario segnato dal poema drammatico Fedor (Catania, Sem, 1928), agli anni immediatamente precedenti la morte dello scrittore.

I testi, che abbiamo riuniti per comodità di definizione sotto l'onnicomprensiva etichetta di racconti, rivelano differenti strutture narrative e meritano più precisa categorizzazione: sono un romanzo completo (Sogno di un valzer), di una certa ampiezza e complessità costruttiva, e i disegni di due romanzi (la suite di Rodolfo e le Avventure di Tobaico), veri cartoni preparatori con i relativi studi sui personaggi, che costituiscono la prima sezione del volume; la seconda sezione raccoglie invece, sotto il titolo di Racconti degli anni difficili, novelle, racconti lunghi, pagine di sapore autobiografico, divagazioni tra lirico e surrealiste, bozzetti, apologhi per lo più svuotati d'intreccio, ritratti ed analisi di costume.

Abbiamo escluso dalla silloge molte novelle e prose pubblicate anch'esse su giornali ma successivamente presentate dallo stesso autore in volume; brani costituenti stesure iniziali di episodi poi inseriti nei romanzi o da questi estrapolati nel corso della loro elaborazione, che non offrono motivi di interesse in quanto privi di sostanziali rifacimenti; e alcune novelle, pubblicate su giornali catanesi fra il '26 e il '29, che appaiono semplice materiale di costruzione, prove di penna per il giovane scrittore esordiente.

Dalla nostra esplorazione è scaturita tutta una produzione letteraria che dapprima precede, e poi accompagna, parallela ma sotterranea, l'attività più nota di romanziere, commediografo, saggista, sceneggiatore, pubblicista di Brancati. Produzione affatto sconosciuta al pubblico dei lettori e quasi del tutto ignota agli studiosi poiché lo scrittore solo minima parte di essa raccolse e pubblicò in volume, consegnandone il resto all'oblio delle emeroteche, eppure non ripudiandola, come sta a dimostrare la frequente riproposta di tali rari testi su giornali diversi e spesso a molti anni di distanza dalla prima pubblicazione.

Il silenzio calato su questi scritti non ci autorizza però a relegarli nel limbo delle opere minori. Al contrario, se le prime novelle non superano i limiti di faticosi esperimenti e possono tutt'al più essere assunte a testimonianza del cammino percorso dall'autore per individuare i campi tematici più congeniali e per scrollarsi di dosso il peso di una tradizione letteraria assorbita scolasticamente, molte delle successive hanno una loro autonomia artistica. Alcune preludono a motivi e propongono tipi e situazioni che saranno in seguito elaborati in modo più articolato e complesso; altre documentano il travaglio di sperimentazione formale dell'artista e il suo viaggio nella scrittura. Tutte costituirono un esercizio di stile utilissimo per l'autore proprio per il loro carattere di novelle di "terza pagina", sottoposte a condizionamenti pratici ineludibili sia oggettivi (la limitazione dello spazio, la necessità di sottoporre il messaggio alla immediata decodificazione del lettore destinatario anche non qualificato e motivato, la puntualità della consegna), sia soggettivi (la spinta economica e, più ancora, il desiderio di far circolare il proprio nome entro circuiti ampi)

Queste prove narrative sono decisive anche perché rappresentano la base di partenza per la comprensione dell'istanza brancatiana di razionalizzazione della sua prosa e di raggiungimento delle modalità espressive da impiegare in sede logica, e permettono di acquisire elementi utili ad una analisi diacronica della sua scrittura, dall'artificiosa letterarietà degli esordi alla semplificazione sintattica e all'arricchimento lessicale delle prose posteriori. Nelle prime novelle si presentano infatti allo stato di insorgenza fenomeni lessicali e sintattici che negli anni successivi raramente manterranno uniforme ritmo di frequenza: talvolta seguiranno una parabola ascendente (è il caso della repetitio e dei procedimenti comparativi), più spesso si registrerà una loro graduale flessione fino all'eliminazione totale (ed è il caso degli arcaismi e dei prestiti dannunziani)

Dal punto di vista della forma del significato dunque questi testi rappresentano - secondo un percorso in tutto coincidente con l'evoluzione cronologica - importanti pezze d'appoggio per la comprensione delle tappe più significative della ricerca brancatiana, volta ad esiti di normalità semantica e di limpidezza referenziale, ad uno "stile medio"

In questo senso è possibile e legittimo indicare un "primo tempo" nella narrativa di Brancati. Ma da un altro angolo prospettico, quello tematico, tale operazione suddivisoria non ha alcuna giustificazione di metodo. Le prose di "terza pagina", infatti, pur dispiegandosi lungo la trentennale traiettoria creativa dello scrittore, non assumono dimensione longitudinale nel tempo, tendono bensì a coagularsi sincronicamente intorno a nuclei e poli omogenei assimilabili a quelli delle opere più note del romanziere, caratterizzandosi per la singolare uniformità dei temi che fa di loro non un corpo estraneo da espungere ma momenti di sperimentazione, proposta e riflessione all'interno del macrotesto brancatiano: la difficoltà dei rapporti intersessuali, le insidie della lussuria, il senso religioso e misterico di una entità trascendente, la pressione della razionalità, le interferenze autobiografiche ora dirette ora sublimate attraverso un'operazione ironica di intensa sliricizzazione, l'attenzione - che spesso assume i connotati dell'indagine sociologica - ai problemi del "vissuto", in particolare borghese e meridionale (ricerca del "posto", disagio delle giovani generazioni della provincia isolana, la noia del quotidiano inferno ripetitivo, l'ansia d'evasione e la dolcezza ottundente delle abitudini e degli affetti domestici, la presenza della morte trasmessa coi simboli ossessivi del disfacimento fisico...). Dal flusso di queste prose emerge la coscienza infelice di Brancati, la sua costante preoccupazione di intellettuale e scrittore.

L'analisi dei racconti permette così di integrare la valutazione complessiva dell'opera brancatiana, mettendone in luce le articolazioni strutturali, le costanti narrative, le modalità di costruzione, il funzionamento del linguaggio. Abbiamo voluto per questo motivo accentuare il carattere informativo delle nostre note, puntualizzando la collocazione dei racconti nella storia biografica e artistica dell'autore e segnalandone i punti di contatto con i romanzi, che appaiono intersecarsi - come è stato osservato - in un serrato coinvolgimento e in un fitto intreccio di richiami reciproci, diretti e indiretti: "E' un continuo riscoprire," sottolinea Spera, "nei racconti temi e motivi, episodi e personaggi, ritratti e paesaggi, osservazioni e riflessioni, sfruttati, ripresi, ampliati, nei romanzi, come se lo scrittore accumulasse una sorta di archivio cui attingere per le opere più impegnative."

Per quanto riguarda il criterio di riordinamento dei testi, essendo essi nati autonomamente l'uno dall'altro, composti e pubblicati in tempi diversi, e non rispondendo comunque a un progetto e a un disegno unitari, si è posto il problema della loro successione più legittima e funzionale, problema che abbiamo risolto ricorrendo a un assunto filologico universalmente accettato; ci siamo perciò attenuti all'ultima edizione di ciascun racconto, cioè all'ultima forma che il testo ha assunto per libera e inconfutabile volontà dell'autore. E' stata quindi sempre prescelta la redazione finale dei testi, laddove questi siano stati due o più volte riproposti. Tuttavia l'inserzione nella serie cronologica è stata attuata secondo la data della prima pubblicazione. Le uniche eccezioni all'ordinamento diacronico si riscontrano negli Studi per un romanzo e nelle Avventure di Tobaico, per i quali rimandiamo alle relative note.

Pur trattandosi sempre di copie a stampa (l'autografo è andato perduto), e quindi presumibilmente di esemplari idiografi, si è resa necessaria una revisione filologica dei testi, volta a illustrare e circoscrivere la fenomenologia degli errori dovuti per lo più a mende involontarie (errata o poco accurata correzione delle bozze), a disattenzione dell'autore, a refusi tipografici. Nel caso di due o più redazioni l'analisi comparativa dei testimoni col testo di collazione ha avuto per scopo la restaurazione della esatta lectio, resa indispensabile dal fatto che ogni trascrizione comporta di norma un numero più o meno grande di deviazioni dall'esemplare. Ma anche nei testi unici sono stati riscontrati errori e oscillazioni d'uso, in quanto anche nella copia d'autore allignano i cosiddetti errori di "pronuncia interna", di disattenzione dovuta a stanchezza, noia per il testo scritto, confusione tra parole simili, incertezze nella resa grafica di voci lessicali straniere... La casistica è varia; forniamo qui qualche esempio: confusione nell'onomastica (lo stesso personaggio è designato col nome di Carlo e di Edoardo nel Sogno di un valzer) e nella definizione di un personaggio (la signora Arlini diviene la signorina Arlini nella novella Fine di pranzo), che emendiamo nel testo, per comodità di lettura; ambiguità grafiche (particolarmente evidenziabili nel consonantismo, dove si registra indecisione tra scempie e doppie, per esempio dinanzi-dinnanzi, ubriaco-ubbriaco...), ortografiche e ortofoniche (S. e San, Tobaico e Tobaico, fanno e fanno...) e anche sintattiche (tavolo di lavoro e tavolo da lavoro)

Per quanto attiene la tipologia del prestito straniero si notano esempi di prestiti acclimatati (flirt), tentativi di normalizzazione grafica (buldog per bulldog), né mancano inesattezze dovute a interventi ipercorrettori (come frak per frac, valtzer in luogo di valzer, per evidente derivazione dalla voce inglese waltzer, danzatore di valzer)

Una considerazione a parte merita la punteggiatura; questa risente spesso della frettolosità nella stesura delle prose, che altera l'equilibrio pausativo e non sempre risponde a esigenze logiche.

L'operazione di restitutio textus che abbiamo perseguito per eliminare guasti, fraintendimenti, deformazioni, risponde a un preciso criterio conservativo inerente la resa grafica, ortografica e interpuntiva. Abbiamo reputato cioè, più che poco influente, spesso senz'altro arbitrario qualsiasi emendamento volto a eliminare quelle particolarità legate ad abitudini scrittorie diverse dalle nostre e corrispondenti a gusto stilistico o vezzo letterario dell'autore. Non abbiamo corretto le oscillazioni nella grafia, ascrivendo l'incertezza ortografica a imprecisione o mancata revisione da parte dell'autore, conseguente alla disparità dei testi e alla loro disgregata cronologia compositiva ed editoriale. Egualmente non abbiamo modernizzato gli usi grafici desueti ed arcaizzanti (così gli idiotismi faccie, massiccie...), avendoli considerati allografi connotativi, cui l'elemento di variazione rispetto all'uso corrente del tempo e all'usus scribendi dell'autore aggiunge valore attributivo di rilevanza culturale, stilistica, letteraria, o di caratterizzazione regionale. Essi contribuiscono a creare il colorito linguistico del testo e corrispondono alla scelta di rivestire di una patina letteraria e nobilitante la pagina, col ricorso a una ricercata grafia, ora etimologica, ora collocantesi nella sfera della tradizione aulica (si ricordi il poetico tempia, tra i molti altri esempi), spesso di ascendenza dannunziana e talvolta utilizzati a scopi parodistici.

Non abbiamo, per le medesime considerazioni, proceduto alla regolarizzazione delle voci straniere, limitandoci a segnalarne l'esatta forma in questa nota.

Non interveniamo in sede di ars punctandi, in quanto il segno interpuntivo risponde a una logica immanente, a ritmi variabilissimi, a convenzioni di natura extra testuale.

Abbiamo invece introdotto correzioni congetturali ogniqualvolta ci siamo imbattuti in evidenti errori di stampa, a cui abbiamo portato emendamenti immediati. Siamo inoltre intervenuti nell'ammodernamento della disposizione, degli accorgimenti tipografici e dei segni diacritici, omologando questi testi secondo i criteri comunemente seguiti dalla Casa Editrice.

La collatio sistematica delle varie attestazioni ha permesso di sanare i guasti e reintegrare il testo; non permangono pertanto margini di dubbio o lacune che non siano state saldate, anche laddove una delle redazioni sia risultata incompleta per danneggiamento meccanico o casuali cadute di parole. In questo caso non è stato necessario azzardare la giunta congetturale restauratrice poiché siamo ricorsi ad altra redazione del medesimo testo.

Per quanto riguarda i rapporti redazionali e variantistici, essi sono illustrati di volta in volta nelle singole note, tuttavia è possibile sin d'ora formulare le seguenti conclusioni di massima: complessivamente le correzioni d'autore sono poco numerose, si presentano piuttosto frazionate, non sembrano frutto di revisione capillare ma sono piuttosto suggerite da esigenze saltuarie, e non mutano sostanzialmente l'aspetto originario della lingua. Si tratta per lo più di modesti e sporadici ritocchi soprattutto in direzione normalizzante in ambito linguistico, e di maggiore scansione logica in ambito interpuntivo. Eccezioni all'esiguità delle varianti d'autore sono costituite da alcune novelle, per cui rimandiamo alle note, le cui linee correttorie rivestono importanza strutturale e ideologica sia per la loro congrua estensione, sia per la significanza dei margini temporali entro cui esse sono riconducibili.

 

Sogno di un valzer e altri racconti
titlepage.xhtml
content0001.xhtml
content0002.xhtml
content0003.xhtml
content0004.xhtml
content0005.xhtml
content0006.xhtml
content0007.xhtml
content0008.xhtml
content0009.xhtml
content0010.xhtml
content0011.xhtml
content0012.xhtml
content0013.xhtml
content0014.xhtml
content0015.xhtml
content0016.xhtml
content0017.xhtml
content0018.xhtml
content0019.xhtml
content0020.xhtml
content0021.xhtml
content0022.xhtml
content0023.xhtml
content0024.xhtml
content0025.xhtml
content0026.xhtml
content0027.xhtml
content0028.xhtml
content0029.xhtml
content0030.xhtml
content0031.xhtml
content0032.xhtml
content0033.xhtml
content0034.xhtml
content0035.xhtml
content0036.xhtml
content0037.xhtml
content0038.xhtml
content0039.xhtml
content0040.xhtml
content0041.xhtml
content0042.xhtml
content0043.xhtml
content0044.xhtml
content0045.xhtml
content0046.xhtml
content0047.xhtml
content0048.xhtml
content0049.xhtml
content0050.xhtml
content0051.xhtml
content0052.xhtml
content0053.xhtml
content0054.xhtml
content0055.xhtml
content0056.xhtml
content0057.xhtml
content0058.xhtml
content0059.xhtml
content0060.xhtml
content0061.xhtml
content0062.xhtml
content0063.xhtml
content0064.xhtml
content0065.xhtml
content0066.xhtml
content0067.xhtml
content0068.xhtml
content0069.xhtml
content0070.xhtml
content0071.xhtml
content0072.xhtml
content0073.xhtml
content0074.xhtml
content0075.xhtml
content0076.xhtml
content0077.xhtml
content0078.xhtml
content0079.xhtml
content0080.xhtml
content0081.xhtml
content0082.xhtml
content0083.xhtml
content0084.xhtml
content0085.xhtml
content0086.xhtml
content0087.xhtml
content0088.xhtml
content0089.xhtml
content0090.xhtml
content0091.xhtml
content0092.xhtml
content0093.xhtml
content0094.xhtml
content0095.xhtml
content0096.xhtml
content0097.xhtml
content0098.xhtml
content0099.xhtml
content0100.xhtml
content0101.xhtml
content0102.xhtml
content0103.xhtml
content0104.xhtml
content0105.xhtml
content0106.xhtml
content0107.xhtml
content0108.xhtml
content0109.xhtml
content0110.xhtml
content0111.xhtml
content0112.xhtml
content0113.xhtml
content0114.xhtml
content0115.xhtml
content0116.xhtml
content0117.xhtml
content0118.xhtml
content0119.xhtml
content0120.xhtml
content0121.xhtml
content0122.xhtml
content0123.xhtml
content0124.xhtml
content0125.xhtml
content0126.xhtml
content0127.xhtml
content0128.xhtml
content0129.xhtml
content0130.xhtml
content0131.xhtml
content0132.xhtml
content0133.xhtml
content0134.xhtml
content0135.xhtml
content0136.xhtml
content0137.xhtml
content0138.xhtml
content0139.xhtml
content0140.xhtml
content0141.xhtml
content0142.xhtml
content0143.xhtml
content0144.xhtml
content0145.xhtml
content0146.xhtml
content0147.xhtml
content0148.xhtml
content0149.xhtml
content0150.xhtml
content0151.xhtml
content0152.xhtml
content0153.xhtml