Arrivo in città
In "La Stampa", 9 gennaio 1933.
Può considerarsi la prima delle novelle "di pensione", in cui Brancati indaga la condizione psicologica del provinciale trapiantato nella metropoli, intesa come realtà in movimento da contrapporre alla situazione di torpore ed ozio del luogo d'origine (cfr., al riguardo, la novella Moto d'uomini, in "La Stampa", 26 gennaio 1934)
Nel '33 lo scrittore diviene redattore capo del settimanale letterario illustrato "Quadrivio", voluto da Telesio Interlandi allo scopo di raccogliere il meglio dell'intelligenza nazionale secondo un'ipotesi di cultura "unica, senza aggettivi come la verità", ma che in realtà fosse asservita alle esigenze politiche del momento. Pur collaborando intensamente a un periodico allineato come "Quadrivio" e nonostante fosse consolidata la fama di Brancati "scrittore fascista", dopo le prove narrative e teatrali omogenee alla linea apologetica mussoliniana della cultura ufficiale, pure i primi conati della crisi ideologica che travolgerà lo scrittore alla fine del '33 risultano avvertibili nelle prose di questo periodo, in cui l'autore si pone fuori della tematica trionfalistica e vitalistica, antiborghese ed eroica. Lo scrittore fa convergere ora l'attenzione verso vicende quotidiane, volgendosi all'analisi dello stato d'animo smarrito d'un uomo qualunque alle prese con un ignoto universo urbano. Contemporaneamente si va delineando la necessità di una revisione delle sue abitudini linguistiche: abbandono degli arcaismi, eliminazione di lessemi desueti, rifiuto del lessico genericamente aulico, scioglimento degli snodi sintattici più aggrovigliati. La prosa brancatiana si avvia verso la concretezza, sostituendo i costrutti attributivi con sostantivi; le metafore letterarie e i procedimenti sinestetici con paragoni espliciti, caratterizzati da una maggiore linearità e da rapporti interni più dispiegati; le pause liricizzanti ed intimistiche con l'insistenza su determinanti socio-spaziotemporali; mentre si precisa la tecnica del ritratto. Anche se quest'ultima è ancora in via di sperimentazione, e lo dimostra il ricorso alla descrizione inserita tra virgolette, indizio d'una citazione esterna all'economia della macchina narrativa, il modulo perseguito è tuttavia quello del ritratto impressionistico di marca naturalistica, con abbondanti enumerazioni appositive in funzione modale-associativa.