25

La spiaggia è il punto di frizione fra terra e mare, su quel confine i bambini e i loro padri costruiscono castelli minacciati dall’onda. Allo stesso modo un labbro spaccato è il punto di scontro tra sottomissione e verità. Non avrà mai fine la strana guerra con cui la violenza tenta di opprimere la verità. La violenza fa ogni sforzo per abbatterla, spazzarla via, annichilirla, e tuttavia non riesce a far altro che rafforzarne la resistenza. Di contro la verità la aizza come fosse un cane rabbioso. In natura quando una forza ne combatte un’altra, la maggiore distrugge la minore, ma violenza e verità sembrano sfuggire alle leggi della fisica e a quelle degli uomini: violenza e verità non possono nulla l’una sull’altra.

Ci sono mani che entrano nell’anima per dilatarla, altre per schiacciarla. Le prime sono forti ma delicate. Le seconde sono mani dure e feroci. Sono le mani che minacciano ancora don Pino e gli spaccano la faccia in un altro agguato, nei locali della chiesa, a tarda sera. Le mani funzionano come le parole, servono a benedire e maledire, carezzare e colpire, cucire e strappare. La carne si rattrappisce per effetto del dolore e l’anima si ritrae in un cantuccio. Non quella di don Pino: si dilata anche nel dolore, perché è il dolore che un padre deve patire per nutrire e difendere i suoi figli e la sua sofferenza è l’origine della soluzione.

«Che è?» chiede don Pino prendendo la busta.

«I soldi del corso d’inglese. Serviranno di più qui» gli rispondo.

«I tuoi lo sanno?»

«Era un regalo. Decido io cosa fare dei miei soldi.»

«Arrivano al momento giusto, come sempre. Grazie.»

Si alza dal tavolo sul quale stava cercando invano di mettere in ordine scartoffie e documenti, mi viene incontro per abbracciarmi e mi accorgo che ha il labbro spaccato, un livido vicino alla parte superiore della ferita e occhiaie più pronunciate, quelle della paura e non solo della stanchezza. Riconosco quei segni e istintivamente mi tocco il labbro, ma non è rimasto più nulla.

«Che è successo?» chiedo indicando la bocca.

«Mi sono tagliato col rasoio.»

Don Pino mi sorride, ma è un sorriso increspato dal dolore che gli impedisce di distendere del tutto le labbra.

«Quello non è un taglio, c’è un livido. Cos’è successo?»

«Tu che ci fai qua? E i tuoi genitori che dicono?»

«Ho fatto prima io la domanda.»

«Che testa dura che sei. Ho sbattuto camminando al buio mentre andavo in bagno. Fesserie. Tu?»

«Io sono tornato dall’esilio. Sono riuscito a far ragionare i miei. Posso venire a Brancaccio a patto che Manfredi mi accompagni.»

«E dov’è?»

«Oggi non poteva… ma io ero troppo impaziente di portarle questa busta. Non mi ha visto nessuno, può stare tranquillo.»

«No, Federico. Da solo non devi venire. Non devi farlo mai più, promettimelo.»

Don Pino è serio. Credevo di fargli una sorpresa gradita e mi ritrovo davanti un’espressione dura.

«Promettimelo!»

«Va bene, non vengo più da solo. Ma che cosa succede?»

«Niente, niente. Troppe cose da fare. Adesso vai, su. Scusami, ma devo lavorare.»

«Sono stati loro?»

Mi fissa negli occhi e la maschera a cui aveva atteggiato il viso si ammorbidisce.

«La mafia è potente, ma Dio è onnipotente.»

Gliel’ho sentito dire tante volte.

«Questo Dio dovrebbe darsi più da fare.»

Rimaniamo in silenzio, occhi negli occhi.

«Come va con Lucia?»

So bene che è un modo per cambiare discorso, ma so altrettanto bene che non c’è molto da aggiungere.

«Aveva ragione lei, adesso non voglio più andarmene da qui.»

«Ci hai trovato l’amore. Succede sempre così quando uno non si risparmia o non si lascia imprigionare dalle paure.

Sorride. Ma sembra malinconico.

«Lei dice sempre che la tristezza può ucciderti molto più in fretta di un virus. Mi fa preoccupare, don Pino. Io vengo qui e lei sembra quasi scontento di vedermi.»

«No, non sono triste. Solo un po’ stanco. Scusami se ti ho trattato male. Sono nervoso perché dobbiamo raccogliere in fretta i soldi per finire di pagare i locali del centro. Dobbiamo arrivare a trecento milioni. Ma va tutto bene, ce la faremo, con l’aiuto di Dio e delle persone come te.»

Spunta il sorriso di sempre e i suoi occhi di nuovo calmi mi rassicurano.

«Non preoccuparti, Federico. Andrà tutto bene. Però se vieni con qualcuno sono più tranquillo.»

«Promesso. Però lei mi promette di dormire un po’ di più?»

«C’è tutta la vita eterna per riposare. Tu fammi solo un favore: quando toccherà a me non lasciarmi solo.»

«A fare cosa?»

Non mi arriva risposta, don Pino si è già allontanato. Per un attimo sembra uno di quei gabbiani solitari che planano sul mare livido in una giornata di burrasca, alla ricerca vana di cibo.

Ciò che inferno non è
titlepage.xhtml
index_split_000.html
index_split_001.html
index_split_002.html
index_split_003.html
index_split_004.html
index_split_005.html
index_split_006.html
index_split_007.html
index_split_008.html
index_split_009.html
index_split_010.html
index_split_011.html
index_split_012.html
index_split_013.html
index_split_014.html
index_split_015.html
index_split_016.html
index_split_017.html
index_split_018.html
index_split_019.html
index_split_020.html
index_split_021.html
index_split_022.html
index_split_023.html
index_split_024.html
index_split_025.html
index_split_026.html
index_split_027.html
index_split_028.html
index_split_029.html
index_split_030.html
index_split_031.html
index_split_032.html
index_split_033.html
index_split_034.html
index_split_035.html
index_split_036.html
index_split_037.html
index_split_038.html
index_split_039.html
index_split_040.html
index_split_041.html
index_split_042.html
index_split_043.html
index_split_044.html
index_split_045.html
index_split_046.html
index_split_047.html
index_split_048.html
index_split_049.html
index_split_050.html
index_split_051.html
index_split_052.html
index_split_053.html
index_split_054.html
index_split_055.html
index_split_056.html
index_split_057.html
index_split_058.html
index_split_059.html
index_split_060.html
index_split_061.html
index_split_062.html
index_split_063.html
index_split_064.html
index_split_065.html
index_split_066.html
index_split_067.html
index_split_068.html
index_split_069.html
index_split_070.html
index_split_071.html
index_split_072.html
index_split_073.html
index_split_074.html
index_split_075.html
index_split_076.html
index_split_077.html
index_split_078.html
index_split_079.html
index_split_080.html
index_split_081.html
index_split_082.html
index_split_083.html
index_split_084.html
index_split_085.html
index_split_086.html
index_split_087.html
index_split_088.html
index_split_089.html
index_split_090.html
index_split_091.html
index_split_092.html
index_split_093.html
index_split_094.html
index_split_095.html