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Solo e pensoso me ne vado, alla maniera di Petrarca. Lui si isolava per nascondere i segni della fiamma amorosa evidenti sul suo viso, io non ho niente da bruciare, né tantomeno da nascondere. È me che nascondo, proprio perché non ho un amore. A tenermi in stato di soggezione per ora sono soprattutto le parole: ne scrivo alcune su fogli bianchi, affiorano in sequenze tutt’altro che matematiche. Provo a collegare tra loro quelle che hanno un suono simile. Sto giocando con la parola “resa”, che assomiglia a “rosa”, e cerco di cogliere la loro parentela nascosta:

Nonostante le spine
alla resa
io preferisco
la rosa.

Per non parlare del fatto che basta aggiungere una S per lasciarsi trasportare altrove:

Nonostante la folla
alla ressa
io preferisco
la rossa.

Mentre cerco l’ulteriore variazione che coinvolge una russa in qualche rissa, l’esercizio viene interrotto da mia madre.

«Andiamo a comprare quello che ti serve per il viaggio, allora? Non ti bastano mica carta e penna per stare in Inghilterra un mese e mezzo.»

Gli acquisti con mia madre sono uno dei momenti più dolceamari della vita. Dolce perché per un attimo torno bambino e, per quanto manifesti insofferenza da maschio diciassettenne, mi fa piacere. Amaro perché mia madre, benché non abbiamo nessun problema economico, non manca mai di contrattare uno sconto. E io mi vergogno come un ladro. Deve essere qualcosa che ha imparato da bambina in famiglia, il riflesso condizionato di una generazione uscita dalla Seconda guerra mondiale con le risorse razionate e i surrogati dei prodotti. È nata negli anni Quaranta e io nei Settanta, lo sconto è l’abisso che divide le nostre generazioni.

«Ti serve un k-way, lo sai che lì piove sempre.»

«Sì.»

«Ti serve un paio di scarpe comode e da pioggia.»

«Scusa?»

«Sì, per stare comodo quando piove senza bagnarti.»

«Mamma, non vado in India nella stagione dei monsoni. Ho sempre avuto le scarpe da tennis per qualsiasi clima e mi porterò quelle. Anzi, guarda, le ho già ai piedi. Problema risolto.»

«Federico: Londra non è Palermo! Vediamo se ne troviamo un paio come dico io.»

«È diverso, non le cerchiamo.»

«Poi ti serve un pigiama lungo.»

«Cos’è?»

Le mamme siciliane pensano che uscire dalla Sicilia sia addentrarsi in territori inesplorati, novelli Cortés o Shackleton. Prevedono ogni possibile calamità naturale, fornendoti l’equipaggiamento necessario anche per la probabilissima invasione di cavallette.

In fondo questo è il loro modo di voler bene.

Ciò che inferno non è
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