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«Che c’è?» chiede Madre Natura.
«Sto picciriddu ci vuole dire una cosa» risponde ’u Turco.
«E chi sei tu?»
«Riccardo sono.»
«E lo sai chi sono io?»
«Certo che lo so. Sennò venivo qua?»
«E che vuoi?»
«Ci volevo dire che c’è sto panino che dice cose brutte. Cose disonorevoli.»
«E tu come lo sai?»
«Io ci vado. Gioco a calcio. Vado al centro. Ascolto, guardo.»
«Che hai sentito?»
«L’altro giorno ci ha fatto recitare il Padrenostro del picciotto.»
«E cos’è?»
«Una specie di preghiera per ridere. Prima ci ha insegnato il Padrenostro vero, quello che si dice in chiesa. E poi ci ha dato un foglio con scritto il Padrenostro del picciotto, e ci ha detto che è il contrario del Padrenostro vero.»
«E com’è?»
Riccardo tira fuori dalla tasca un foglietto sgualcito e lo porge a Madre Natura.
«Leggilo tu.»
Il bambino spiega il foglietto e legge impaurito:
Parrinu miu e ra nostra famigghia,
tu si omu d’onuri e di valuri,
lu to nomi l’ha fari arrispittari,
e tutti quanti t’avemu a obbidiri.
Chiddu chi dici ognuno l’avi a fari
picchi è leggi si nun voli muriri.
Tu nni si patri ca nni runi pani,
pani e travagghiu, e nun t’arrifardii
d’arrimunnari anticchia a cu pusseri
picchi sai ca i picciotti hannu a manciari.
Cu sgarra, lu sapemu, avi a pagari.
Non pirdunari vasinnò si ’nfami
ed è ’nfami cu parra e fa la spia.
Chista è la leggi di sta cumpagnia!
Mi raccumanno a tia, parrinu mio,
liberami ri li sbirri e ra custura,
libera a mia e a tutti li to amici.
Sempri sarà accussì e cu fici fici.1
Riccardo fa una pausa, poi aggiunge: «Io però non le penso queste cose».
«Come no? Invece proprio queste devi pensare. Tu non vuoi diventare un bravo picciotto?»
«Io certo! Per questo sono qua.»
«Hai fatto bene. E fai bene a raccontarmi cosa succede da quel prete. Anzi, facciamo un patto. Tu vieni da me e mi racconti quello che fa questo panino. D’accordo?»
«D’accordo.»
«Parola d’onore?»
«Parola d’onore.»
«Bravo. Sei un bravo picciotto. Farai strada con me.»
Madre Natura gli allunga una banconota da diecimila lire. «Accattati una pizza. E se ti comporti bene ne avrai anche di più.» Riccardo stringe in mano la banconota e sembra più alto e impettito. Madre Natura gli scompiglia i capelli e gli dà uno schiaffetto sulla guancia. Il ragazzino si allontana rigirando tra le ditali suo premio. Furbo com’è, è già diventato occhi di Madre Natimi.
Il doppio gioco ce l’ha nell’anima.
«Dovrà pregare qualche Padrenostro vero sto panino, e poi vediamo quale funziona di più» commenta ironico Madre Natura.