XIV
La pellegrina si calmò e, riportata al suo discorso, raccontò a lungo di padre Amfilochij, il quale era di così santa vita che le sue mani esalavano profumo d’incenso, e poi di come, nel corso del suo ultimo pellegrinaggio a Kiev certi monaci suoi conoscenti le avessero dato le chiavi dei sotterranei, e di come lei, dopo aver preso con sé poche gallette, avesse trascorso due giorni e due notti in quei sotterranei in compagnia dei santi. «Ne pregavo uno, lo veneravo, poi mi rivolgevo a un altro. Facevo una dormitina, poi tornavo daccapo a inginocchiarmi; e c’era un tale silenzio, una tale beatitudine che veniva voglia di non uscire più a vedere questo mondo.»
Pierre l’ascoltava con attenzione e serietà. Il principe Andrej uscì dalla stanza. La principessina Mar’ja lo seguì lasciando che i «servi di Dio» finissero di bere il tè, e condusse Pierre in salotto.
«Voi siete molto buono,» gli disse.
«Credetemi, davvero non pensavo di offenderla; capisco e apprezzo profondamente questi sentimenti.»
La principessina Mar’ja lo guardò in silenzio e sorrise con tenerezza.
«Io vi conosco da molto tempo e vi voglio bene come a un fratello,» disse. «Come avete fatto a trovare Andrej?» domandò in fretta a Pierre, senza lasciargli il tempo di replicare in qualche modo alle sue parole affettuose.
«Sono molto preoccupata per lui. Lo scorso inverno la sua salute era migliore, ma questa primavera la ferita si è riaperta e il dottore ha detto che dovrà andare a fare una cura. Ma temo per lui anche moralmente. Il suo è un carattere diverso da quello di noi donne, noi soffriamo apertamente e piangiamo il nostro dolore. Lui lo tiene nascosto dentro di sé. Oggi sembra contento, è allegro, ma è solo effetto del vostro arrivo, è raro che sia così. Se riusciste a persuaderlo a partire per l’estero! Lui ha bisogno di attività, mentre questa vita monotona, sempre uguale lo uccide. Gli altri non se ne accorgono, ma io lo vedo.»
Verso le dieci i domestici si precipitarono all’ingresso: avevano udito i sonagli della carrozza del vecchio principe, che arrivava. Anche Andrej e Pierre si portarono all’ingresso.
«E questo chi è?» domandò il vecchio principe scendendo dalla carrozza e vedendo Pierre. «Ah, molto lieto!
Dammi un bacio,» disse, quando seppe chi era il giovane sconosciuto.
Il vecchio principe era di buon umore e fu particolarmente gentile con Pierre.
Prima di cena, entrando nello studio del padre, il principe Andrej lo trovò impegnato in un’accesa discussione con Pierre. Pierre stava sostenendo che sarebbe venuto un giorno in cui non ci sarebbero state più guerre. Il vecchio principe gli contestava questa tesi, canzonandolo, ma senza andare in collera.
«Togli il sangue dalle vene e versaci dell’acqua al suo posto: allora sì che non ci saranno più guerre. Fanfaluche da femmine, fanfaluche da femmine,» esclamò; ma al tempo stesso batteva la mano sulla spalla di Pierre e si avvicinò al tavolo accanto al quale il principe Andrej, che evidentemente non desiderava prender parte alla conversazione, stava scorrendo alcune carte che il principe aveva portato dalla città. Il vecchio principe gli si avvicinò e cominciò a parlare di affari.
«Il maresciallo della nobiltà conte Rostov non ha fornito nemmeno la metà degli uomini. È arrivato in città e ha avuto il coraggio di invitarmi a pranzo, ma gliel’ho dato io, il pranzo… Ma guarda questa carta… Be’,» disse Nikolaj Andreiè rivolgendosi al figlio e dando un colpetto alla spalla di Pierre, «è in gamba, il tuo amico, mi piace! Serve a scaldarmi. Un altro, magari, fa dei discorsi intelligenti, ma non ti vien voglia di starlo ad ascoltare, mentre lui dice delle bestialità, ma mi dà fuoco, vecchio come sono. Be’, andate, andate,» disse; «forse verrò, mi siederò a cenare con voi.
Discuteremo di nuovo. E cerca di voler bene alla mia sciocchina, alla principessina Mar’ja,» gridò ancora a Pierre dalla porta.
Soltanto ora, con il suo arrivo a Lysye Gory, Pierre apprezzava tutta la forza e il fascino della sua amicizia con il principe Andrej. Questo fascino non si manifestava tanto nei suoi rapporti con lui, quanto nei rapporti con tutti i suoi parenti e le altre persone di casa. Sebbene quasi non li conoscesse, Pierre si era sentito a un tratto come un amico di vecchia data, in compagnia del vecchio e brusco principe e della mite e timida principessina Mar’ja. Tutti, del resto, gli volevano già bene: non soltanto la principessina Mar’ja, conquistata dai suoi modi affabili con i pellegrini, lo guardava con occhi più radiosi che mai, ma anche il piccolo principe Nikolaj, come lo chiamava il nonno, e che aveva un anno soltanto, sorrideva a Pierre e accettò di andargli in grembo. Michail Ivaniè e mademoiselle Bourienne lo guardavano con sorrisi gioiosi mentre lui chiacchierava con il vecchio principe.
Il vecchio principe si presentò a cena, evidentemente in onore di Pierre. Nei due giorni della sua permanenza a Lysye Gory fu con lui di una straordinaria gentilezza, e gli raccomandò di tornare a trovarlo.
Quando Pierre fu partito e tutti i familiari si trovarono riuniti, come sempre succede dopo la partenza di una persona nuova, presero a commentarlo; e, cosa rara, tutti furono concordi nel dirne soltanto del bene.