«So che abiti dove Satana ha il suo trono».
Nuovo Testamento, Apocalisse di Giovanni 2:13
Mio caro, ho visto tutto. Lui era in piedi vicino al bordo, con indosso la sua uniforme; ti ha dato una spinta sulla schiena, facendoti cadere e andare a sbattere sul pavimento di cemento. Non dimenticherò mai quel suono, né il silenzio che seguì. Era insostenibile. E non avrei potuto fare niente, neppure se avessi voluto. Ma non volevo, perché lo capivo.
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Aleggia un odore di marciume sugli orti. I campi sembrano una coperta fatta di pezze, ma il verde ha ormai cominciato a sbiadire verso una tonalità incolore tendente al grigio. In lontananza si odono le campane della chiesa di Sagene. Oltre la siepe scorre il traffico. La coltre di nubi è compatta, di un colore grigio perla segnato da una striscia di sole bianco che tenta di aprirsi un varco.
La rosa canina è cresciuta velocemente quest’estate; all’inizio era carica di fiori rosa pallido, che sono appassiti lasciando il posto a sode bacche verdi, che a loro volta sono diventate rosse e poi nere, per marcire infine nella siepe. I pali dell’essiccatoio con i girasoli appassiti creano dei reticoli di ombre sull’erba ingiallita. E dietro alla piccionaia: fiori di campo, more, giorgine e ortica. Le piante però sono diventate marroni e ricurve.
Ogni anno, prima che arrivi la neve, gli orti vengono preparati per l’inverno e l’aratro rivolta le piante nel terreno. E così le brune strisce di terra assomiglieranno a un campo dissodato fino alla prossima primavera. È in questo modo che muta continuamente il paesaggio nel corso dei secoli, in una continua serie di trasformazioni. Il gelo si incollerà come un tappeto alla terra e di notte vi risplenderanno sopra le stelle. Alcuni appezzamenti, però, sono sacri e non devono essere toccati. Tra questi quello dietro allo spaventapasseri, dove lei giace nella terra nera. Fu sepolta nuda, perché nessuno potesse riconoscerla dai vestiti. Nel caso in cui l’avessero trovata. Ma nessuno l’ha mai trovata.